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Questo sindaco messicano è stato arrestato perché avrebbe ordinato un massacro

Il sindaco, sospettato di essere il mandante dell'omicidio di 10 persone, è stato a lungo considerato vicino al cartello della droga dei Cavalieri Templari.
Foto di Luis Enrique Granados/EPA

Un sindaco messicano dello stato di Michoacán è stato arrestato per aver ordinato l'uccisione di 10 persone.

Juan Carlos Arreygue Nuñez è stato fermato lunedì scorso, 1 agosto, insieme a tre ufficiali della polizia municipale nella città di Alvaro Obregón, a 20 chilometri dalla capitale dello stato di Morelia, e a circa 30 dal luogo in cui è stato ritrovato il camion dato alle fiamme nei pressi di Cuitzeo con all'interno i 10 cadaveri.

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"L'indagine porta al coinvolgimento diretto al sindaco": parlando ai giornalisti, il governatore di Michoacán, Silvano Aureoles, ha spiegato che il primo cittadino sarebbe stato presente anche nel momento stesso della presunta esecuzione.

La polizia, secondo Aureoles, avrebbe inizialmente pensato che il massacro fosse stato innescato da bande rivali in lotta per l'accesso ai vicini oleodotti sotterranei — essendo il furto di petrolio una delle principali fonti di reddito per molti gruppi criminali messicani

L'indagine, tuttavia, si sarebbe poi concentrata sul sindaco e il suo presunto lungo legame con il cartello dei Caballeros Templarios - i Cavalieri Templari - dopo che si è scoperto che le vittime erano state arrestate prima di venire uccise: secondo il governatore, gli omicidi potrebbero essere legati alla faida criminale per il controllo del narcotraffico locale.

Secondo alcuni testimoni, le vittime sarebbero state raggiunte in un negozio nella notte di venerdì, e condotte dentro tre auto della forze dell'ordine.

L'arresto del sindaco Arreygue per la presunta strage è un esempio particolarmente drammatico del modo in cui il potere politico, nello stato di Michoacán, sia pericolosamente legato alla criminalità organizzata.

La regione, da tempo sede di diversi cartelli, quasi dieci anni fa è stata oggetto di una massiccia offensiva militare contro i cartelli della droga da parte dell'ex presidente Felipe Calderon. Il giro di vite avrebbe però innescato un aumento delle violenze, e il numero di casi di presunte infiltrazioni dei cartelli nei ruoli di potere.

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