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Europa

Davvero un tatuaggio può costarti il carcere in Spagna?

Nella penisola iberica, qualcosa di simile è successo a uno degli uomini arrestati durante un'operazione antiterrorismo svoltasi ad aprile, la cosiddetta “Operazione Ragno".
Un'aquila nazista tatuata sulla schiena di una ragazza. [Foto via Facebook]

Può un tatuaggio essere considerato alla stregua di un reato?

In Spagna, qualcosa di simile è successo a uno degli uomini arrestati durante un'operazione antiterrorismo svoltasi ad aprile, la cosiddetta "Operazione Ragno".

La Guardia Civil, che ha monitorato le attività dell'arrestato sui social network, ha inserito tra le prove a carico dell'uomo anche la fotografia di un suo tatuaggio che lui stesso aveva postato su Twitter, considerandolo apologia di terrorismo.

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Eppure, fonti giuridiche contattate dall'edizione spagnola di VICE News assicurano che non esistono precedenti di condanne per diffusione di un'immagine rappresentata in un tatuaggio.

Per valutare con certezza le possibili conseguenze che ciò comporterebbe a livello pensale, infatti, bisognerebbe svolgere uno studio specifico.

Alla fine del 2014 il Ministero dell'Interno spagnolo aveva diffuso un protocollo della polizia in cui si evidenziava, nelle operazioni contro terrorismo ed estremismi violenti, la necessità di tenere in considerazione anche i tatuaggi e i vestiti delle persone arrestate.

Così, chi sfoggia una svastica - o simboli che si rifanno al regime nazionalsocialista - potrebbe essere punito.

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"Il problema non è avere un tatuaggio, ma solo mostrarlo in pubblico. Pubblicarlo su Facebook, per esempio, potrebbe essere considerato un atto di diffusione pubblica, ma dal momento che si tratta di una riforma recente abbiamo bisogno che qualche tribunale esprima il proprio giudizio al riguardo", spiega Esteban Iban, presidente del Movimento Contro l'Intolleranza.

"Non è solo un simbolo, in effetti: è un modo di appoggiare un regime razzista e antisemita. Nel Codice Penale questo genere di cose sono condannate", insiste l'attivista.

L'estate scorsa in Spagna è entrato in vigore il nuovo codice penale. La riforma include nuovi articoli pensati apposta per sanzionare i crimini di odio: novità accolte con favore dagli attivisti che difendono i diritti delle persone prese di mira da questo tipo di violenza.

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È già da due anni che il Ministero dell'Interno documenta questi crimini. Nel 2014 ha dato impulso al suddetto protocollo d'azione della polizia per combatterli.

Ciò renderebbe la legge spagnola più simile a quella tedesca: in Germania, infatti, mostrare una svastica è sanzionato.

Non tutti però concordano sulle modalità: Benet Salellas, giurista e deputato della Candidatura d'Unitat Popular (CUP), pensa che il Codice Penale non sia lo strumento adatto a dirimere questo tipo di questioni.

Per tale ragione il suo partito promuoverà una legge integrale contro la discriminazione che includa i crimini di odio.

Alla fine del 2014, il parlamento della comunità autonoma della Catalogna ha già approvato una legge contro l'omofobia, che ha permesso di intraprendere procedure sanzionatorie per discriminazione laddove il diritto penale non aveva la possibilità di agire.

Non è facile trovare tatuatori che realizzino tatuaggi che potrebbe comportare accuse di questo tipo. Abbiamo parlato con diversi professionisti del settore che riferiscono che chi vuole questo genere di tatuaggi tendenzialmente ha il proprio giro di riferimento.

Le stesse fonti hanno indicato un negozio di tatuaggi: Tattoo Thor di Malgrat de Mar, a Barcellona.

Edo, che gestisce lo studio, risponde stizzito: "Mi sembra assurdo. Puoi avere addosso quello che ti pare senza mostrarlo in pubblico. È diverso se qualcuno si sente offeso di fronte all'ostentazione di qualche tipo di simbolo proibito e vuole sporgere denuncia. Ma se non lo mostri, non c'è motivo per cui ti debbano dire qualcosa," afferma.

VICE News ha contattato il Ministero dell'Interno spagnolo per conoscere il numero dei casi di tatuaggi sottoposti al protocollo della polizia, ma al momento non ha ricevuto risposta.


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