rat king marco dapino
Foto per gentile concessione di Marco Dapino

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Musica

Foto dai moshpit più selvaggi d'Italia

Sta per aprire la mostra/installazione di Marco Dapino, il fotografo punk che lancia l'obiettivo nella mischia.
Giacomo Stefanini
Milan, IT

Marco Dapino, se sei stato a qualche concerto a Milano negli ultimi anni, lo conosci. È quel tizio alto con i capelli ricci che è sempre il primo a buttarsi nella mischia al minimo accenno di pogo e l'ultimo a uscirne, incurante di lividi, cadute e magliette strappate. Prendendomi una licenza, potrei incoronarlo rappresentante ufficioso dell'underground italiano, quell'idea per cui la realtà musicale è quella che si può sentire sulla pelle, senza transenne e senza il finto contatto di Instagram.

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Marco, tra le altre cose, fa anche il fotografo, e in questa veste ha esposto in vari musei, tra cui la Triennale di Milano, e pubblicato due libri. Il suo nuovo progetto si chiama Rat King e ci fa entrare direttamente nella mischia dei più selvaggi concerti in circolazione. La collezione di diapositive, infatti, che verranno proiettate dal 14 febbraio al 29 marzo sui muri della galleria Nowhere di Milano, raccoglie scatti presi durante il delirio del moshpit, talmente dentro l'azione che sembra di sentire l'agitazione del pubblico e il sudore dei corpi.

rat king marco dapino

L'installazione prevede anche una colonna sonora registrata su nastro con un sistema inventato dall'artista che gli ha permesso di immortalare il contatto tra il suo corpo e quello degli altri mattacchioni poganti. Per l’occasione, l'artista punk DIY Francesco Goats ha disegnato una maglietta in edizione limitata ispirata alle foto.

Abbiamo contattato Marco per farci spiegare l'idea dietro a questo progetto e per farci mandare alcune foto in anteprima.

rat king marco dapino

Noisey: Spiegami un po’ meglio questa cosa dell’audio che accompagnerà la mostra. Dove l’hai registrato e come?
Marco Dapino: Sono delle registrazioni fatte ai concerti durante i moshpit con un oggetto un po’ rudimentale. Avevo bisogno di qualcosa che entrasse in tasca facilmente e di poco valore così che nel caso si fosse rotto (cosa successa più volte) sarei riuscito a riparare facilmente o a sostituire senza spendere troppi soldi. Non mi interessava la qualità del suono né quello che usciva dagli ampli delle band che suonavano. Volevo qualcosa che catturasse l’impatto con la gente con cui mi scontravo, rumori di strusciate e di cadute, insomma, con un fastidioso brusio di musica in sottofondo. Quindi ho usato un piccolo registratore a mini-cassette, tipo quelle per le vecchie segreterie telefoniche, e poi ci ho attaccato un pick up per chitarra come microfono. Risultato: un rantolo che sembra uscito dall’inferno.

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Fammi qualche esempio di concerti dove ricordi di aver fatto delle foto fighe. Quali sono i posti migliori per questo tipo di lavoro?
Difficile ricordarsi dove ho fatto belle foto. Ho pensato più all’atto performativo di “ballare” mentre la mia piccola compatta scattava foto random e il registratore catturava suoni dentro la mischia. Centinaia di foto le ho fatte senza guardare dentro il mirino e a fine serata non sapevo cosa sarebbe venuto fuori. Ho sviluppato rullini interi di sole foto di piedi, altre volte mi si è aperta la macchina dopo una caduta e si è bruciato parte del rullino, altre volte invece ho preso l’attimo perfetto in cui qualcuno si buttava da un palco. Le migliori situazioni che ho trovato per realizzare questo progetto sono state a concerti dove non c’era separazione tra palco e parterre. Nel mezzo del caos mentre sopra e sotto di te volano e strisciano corpi impazziti. Tra i miei posti preferiti a Milano ci sono casa occupata Gorizia, T28, il basement di Macao e a Monza il FOA Boccaccio.

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A ‘sto punto dimmi anche quali sono i concerti più belli e con i moshpit più deliranti che hai visto nella tua vita, diciamo una top 5.
Anche qui non è facile. Sicuro i Fugazi al Leoncavallo sul finire dei Novanta: ci saranno state duemila persone che dall’inizio alla fine se le davano, incuranti dei rimproveri di Ian MacKaye. Poi mi viene in mente un concerto fulmine dei Melvins a Correggio nei primi Duemila, in un parco polveroso durante una Festa dell’Unità in piena canicola estiva durante il quale entrai letteralmente in trance. I Jesus Lizard una decina di anni fa, con David Yow che stette più tempo a fluttuare sopra le nostre teste che sul palco. Gli Sleep durante lo Psycho Las Vegas di qualche anno fa che pareva di stare dentro ad una partita della NFL. Infine, forse, l’ultimo concerto punk che mi ha veramente spezzato in due in una manciata di minuti: quello dei Warthog durante il Nothing Nice To Say Festival in un piccolo locale di Berlino.

rat king marco dapino

Lo sappiamo che la rappresentazione non è la pipa, però sembra che tra l’idea dell’audio e quella della proiezione su tre pareti tu abbia cercato di creare un’esperienza il più possibile coinvolgente per “far entrare la gente” nella tua opera. Sono io che sovra-interpreto o è anche un modo per avvicinare la gente all’esperienza originale del concerto, un modo per dire “andate a vedere la musica in situazioni DIY e supportate la scena”?
Non sbagli. L’installazione è stata studiata per immergersi il più possibile dentro l’opera con stimoli sia audio che visivi. Nowhere Gallery che mi ospita è una piccola galleria di una stanza. Con Orio Vergani, il gallerista, abbiamo deciso di proiettare più di 200 diapositive su 3 /4 delle pareti cercando di ricreare un re dei ratti, termine consigliato da un amico antropologo che si riferisce ad un raro fenomeno che si verifica tra roditori che rimangono legati insieme per la coda, e vengono ritrovati in questa posizione morti o in fin di vita. Più cercano di districarsi più si impigliano, peggiorando la situazione. Mi è sembrata l’immagine perfetta per raccontare quello che si prova a volte in una cantina sudicia durante un concerto punk con gente che si spiattella sui muri. La musica, soprattutto quella DIY, va ascoltata, ma anche vista, vissuta e supportata.

L'installazione di Marco Dapino Rat King sarà alla Nowhere Gallery di Milano dal 14 febbraio al 29 marzo. Consulta l'evento su Facebook per maggiori informazioni.

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