Viviamo in tempi un po' buffi in cui il valore percepito di una cosa sta anche nel quanto se ne parla. La musica non fa eccezione e, nella costante gara per le nostre attenzioni frammentarie, è tutta una battaglia a inventarsi modi per comparire nei feed delle persone e poi restarci. Ed Enzo Dong è stato il migliore, negli anni della Nuova Scuola, a fare questa cosa qua.È un pattern cominciato con "Secondigliano Regna", il singolo che ha di fatto dato inizio al percorso che lo ha portato fino a qua, seduto davanti a me, in una piazza di Rozzano. Erano gli anni di Gomorra, la serie TV che aveva riacceso in mezzo mondo emozioni positive e negative nei confronti di Napoli, Scampia, Secondigliano e delle Vele.Enzo, da lì, ci veniva. Dal Rione Don Guanella, esattamente, giusto lì accanto. Fece la comparsa in una puntata e un suo pezzo venne inserito nella serie. Decise, come tanti rapper fanno, di parlare di orgoglio di quartiere—quel luogo, dice con l'acronimo che è il suo cognome da artista, "dove ognuno nasce giudicato"."Smokepurrp ha bloccato prima i commenti sotto al post e poi mi ha bloccato su Instagram", continua Enzo. "Non vedevo l’ora!"
Erano gli anni di Gomorra, la serie TV che aveva riacceso in mezzo mondo emozioni positive e negative nei confronti di Scampia. Enzo, da lì, ci veniva.
"La personalità è una cosa su cui lavoro molto", mi spiega Enzo quando gli chiedo di questa cosa qua, dell'essere bravo a far parlare di sé. "Mi domando sempre chi sono, cosa faccio, cosa penso. E devo esternarlo, non posso inventarmi niente. Automaticamente arrivano poi i riscontri, la gente dice che faccio solo hype. Mi chiedono perché devo bloccare la strada per annunciare il disco, ma se non hai personalità non è colpa mia. Non è hype, questa è personalità."Mentre parliamo, un signore ci interrompe per chiederci dove sono gli uffici dell'ALER, l'agenzia comunale che gestisce le case popolari a Milano e provincia. Scatta la seguente conversazione."Mi chiedono perché devo bloccare la strada per annunciare il disco? Se non hai personalità non è colpa mia. Non è hype, questa è personalità."
Signore: Di merda, incazzato nero. Sono venuti a casa mia, hanno montato il balcone male, è tutto storto, hanno spaccato uno stendino e rotto le piastrelle.
Enzo Dong: Succede, bro.
Signore: Succede, a me invece succede di dargli un pugno sulla testa. Bella zio!Enzo mi spiega di conoscerlo: è un signore che vive qua in zona e lo ha conosciuto quando era venuto per la prima volta a Rozzano, anni prima, a tagliarsi i capelli. Dopo un po' ritorna e gli chiede come si chiama, così lo avrebbe seguito su Instagram. Enzo risponde: "Sfera Ebbasta! È appena uscito il mio disco, Rockstar". È vero che gli viene naturale.
Prendiamo "Limousine", collaborazione con Tedua. Nel giro di trenta secondi ti butta addosso un sacco di cose. Il ricordo di un passato scomparso: "Io sto ancora nel quartiere dove siam cresciuti ma non ti trovo / Ci eravamo promessi di stare insieme alla fine di tutto". E poi, dal nulla, il dolore della cronaca: "Questo pezzo, fra', lo voglio dedicare ai ragazzi di Genova / Quei ragazzi che erano sul ponte che adesso c'hanno l'aureola". Infine, la narrazione personale: "Io piango nella limo' / Chi mi era amico tra i miei amici non è più mio amico.""La cosa su Genova mi è uscita proprio dal cuore", mi spiega Enzo, "è stata proprio la prima frase che mi è venuta appena è partito il beat. Tedua lo conosco dagli inizi, quando Izi scese insieme a lui a Scampia a girare il video di 'La tua ora.' È stato a casa mia, andava in giro per il quartiere da solo, si perdeva ogni tanto… conoscendolo dagli inizi, mi è venuto spontaneo di parlare dell’amicizia. Il successo ci ha portati ad essere soli e un po’ separati, siamo più distaccati rispetto a prima. Ho parlato della sofferenza che ho avuto nel vedere di nuovo la scena di nuovo divisa, oggi.""Il successo ci ha portati ad essere soli e un po’ separati, siamo più distaccati rispetto a prima. Ho parlato della sofferenza che ho avuto nel vedere di nuovo la scena di nuovo divisa, oggi."
Penso che parole come queste dicano molto di Enzo. Sa benissimo che una story, un tag, una conoscenza, valgono quel che valgono. Ma sono tanto, e sono così importanti che entrano nel tessuto della sua musica, e diventano il namedropping e i featuring. E possono diventare anche così ingombranti da alienare parte della sua fanbase.Mentre annunciava gli ospiti del disco, infatti, Enzo si è visto arrivare un sacco di feedback negativo sotto alla sua foto con Fedez. La loro collaborazione, "Dallo psicologo", riprende le tematiche e le sonorità del suo ultimo album Paranoia Airlines—una scelta sensata, dato che nel testo Enzo si immagina di vivere la vita del suo compagno di traccia, ma che magari rischia di alienare buona parte della sua fanbase?"Le reazioni al feat le vivo bene, non ci faccio neanche caso", dice lui, "Ho ricevuto molti messaggi da gente che diceva di odiarmi e di essersi ricreduta dopo aver ascoltato il disco. È dove ognuno nasce giudicato, bro. La gente deve sbattere la faccia al muro per capire di che pasta sono fatte le cose.""Essere arrivato a far parte della scena, trovarmi nel locale con dei personaggi… sono stronzate. Però per me avere una traccia con Fedez o con Fabri Fibra è tanto."
E ha ragione, Enzo, perché il messaggio c'è. Il principale è il più semplice, ed è il padre di tutti i messaggi del rap: sono partito da niente e ora sono qua. “Io torno a scuola solo per sputare in faccia alla prof", rappa, e racconta: "Alle elementari avevo una maestra che si era fissata su di me e mi offendeva. Una volta mi chiamò alla lavagna solo per dirmi che ero un animale e lo sarei restato per sempre."Oppure: ce l’ho con lo stato perché qua sotto non cambia neanche una virgola. Gli chiedo cosa. intende, e lui mi fa l'esempio del ragazzo che ha interrotto la nostra conversazione qualche minuto prima: "Vedi, è arrivato lui che gli hanno sbagliato a fabbricare il balcone… c’è proprio un abbandono verso le persone di periferia. A Scampia ci sentiamo abbandonati, siamo stati messi là e fine. Sulla metropolitana sono riusciti a terminarla, dopo vent’anni. L’hanno finita oggi, e chissà quanti soldi si sono mangiati intanto."Oppure, ancora: non fumo più le canne perché hanno ucciso il mio rapper preferito. "Stavo pensando a Mac Miller", spiega, "Avendo fumato solo canne, ho citato quelle. Ma non mi faccio ammazzare proprio da nessuna sostanza. Grazie a Dio mi allontano totalmente dagli eccessi e voglio suggerire anche ai miei fan di farlo, non è che se i rapper fumano o si bevono la lean devono farlo anche loro. Io sono un rapper pulitissimo. Non ho un tatuaggio. Anche se magari la gente mi può etichettare come il criminale, lo spacciatore, il drogato.""Ti vedono che fai il cazzaro sul bidone dell’immondizia come nel video di 'Higuain' e dicono 'oh, ma quello è un coglione.' Però non sanno che c’è un messaggio di fondo, no?"