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'E ora lavorate' - Sono stato sul set di Social House, il reality dei theShow

Due YouTuber, una casa da ristrutturare solo con l'aiuto dei follower e Gigi Marzullo a fare da guida.
Tutte le foto per gentile concessione di Magnolia.

Durante l'ora di viaggio in metropolitana per raggiungere Cassina de' Pecchi, alle porte di Milano, mi complimento con me stesso per essermi andato a ficcare ancora una volta in una situazione di cui non so nulla.

Perché io, che possiedo scarsissime capacità pratiche, sto per ristrutturare una casa? E perché sto per farlo davanti alle telecamere, sul set di un reality, coi theShow, di fronte alle centinaia di migliaia dei loro follower? Insomma: perché proprio io, una persona il cui massimo piacere è la visione notturna di Sottovoce, cullato dalla voce di Gigi Marzullo che intervista frequentatori di salotti romani a cui non avrò mai accesso?

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No, in effetti la risposta è molto semplice: Marzullo è il conduttore di Social House, il reality dei theShow a cui parteciperò di lì a breve, e non posso perdere l'occasione di averci a che fare in qualche modo, almeno una volta nella vita.

I theShow alle prese con i lavori di ristrutturazione.

Le regole di Social House, frutto della collaborazione tra Magnolia e Show Reel, sono piuttosto semplici: gli YouTuber—aka Alessio Stigliano e Alessandro Tenace, divenuti famosi per i loro video di esperimenti sociali e prank—devono alloggiare per un mese all'interno di una casa messa malissimo e ristrutturarla con il solo aiuto di due smartphone, due computer e una connessione WiFi.

Grazie alla rete, e in particolare agli appelli sulle Instagram Stories, i due possono chiamare in soccorso i follower e convincerli ad aiutarli a portare a termine la loro impresa IRL. Possono sfruttarne la forza lavoro, chiedere consigli e farsi rifornire dei materiali necessari per la ristrutturazione o dei beni primari per la loro sussistenza—i ragazzi, infatti, non dispongono neanche di denaro per mangiare o bere, e cucinano solo il cibo inviatogli dai follower (oltre a dormire in mezzo alla polvere dei lavori, e farsi la doccia con delle secchiate d'acqua).

A guidarli dall'alto in questa missione c'è appunto Gigi Marzullo, che interagisce con i protagonisti del programma per mezzo di un altarino adornato con la sua effigie. Tramite questo splendido oggetto di design, Marzullo comunica con i due ristrutturatori improvvisati affidandogli missioni o impartendo loro punizioni quando infrangono le regole.

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L'altarino.

Quando la casa sarà pronta, svolgerà la funzione di spazio sociale di aggregazione donato alla comunità di Cassina de' Pecchi. Ovviamente, il progetto di ristrutturazione rispetta tutte le norme ed è stato pensato da un architetto che controlla anche il corretto svolgimento dei lavori. Ma come si traduce tutto ciò in un programma televisivo?

Lo chiedo a Cristiano Rinaldi, il creatore del format, una volta raggiunto lo stabile di Via Radioamatori, la location delle riprese. Bastano già i primi numeri da lui citati a mettermi sull'attenti: l'esperimento è partito il 5 settembre, e in due settimane il profilo Instagram dei suoi protagonisti ha totalizzato oltre 67 milioni di impression.

Come mi spiega Rinaldi, si tratta di un risultato senza precedenti per un programma tv italiano, e rappresenta il valore aggiunto dell'operazione che vive già da ora la sua prima vita in diretta su internet, e ne vivrà una seconda in televisione (su RAI4) a partire dal 12 novembre. Al momento della mia visita, più di 3.000 persone—tra cui Costantino Della Gherardesca, Beppe Sala, Paola Barale, Franco Trentalance, Giorgio Mastrota, Piero Pelù, Lory Del Santo e William Può Accompagnare Solo—hanno contribuito (fisicamente e non) alla missione.

Ma tra loro ci sono anche persone assolutamente non famose, da giovani dal cuore spezzato a sposini e un tenace lavoratore con una gamba artificiale. "Qui, ognuno trova una sua collocazione," continua Rinaldi. Mentre lavorano, inevitabilmente, gli ospiti iniziano a parlare di loro stessi e "all'interno di questa cornice, finiscono per raccontarsi come non farebbero in nessun altro modo." L'esempio più calzante, secondo lui, è quello di Mister G.

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Mister G è un appassionato di retrogaming e probabilmente lo YouTuber più celebre di Cassina de' Pecchi (se si escludono i residenti temporanei theShow, chiaramente). Ha un po' di difficoltà a relazionarsi con le altre persone, ma ha trovato nell'ambiente di Social House uno spazio ideale per esprimersi, andando ad aiutare Alessio e Alessandro ogni volta che può. Da un certo punto di vista, è lui il vero simbolo di una trasmissione che vuole rappresentare la vita dei giovani perennemente connessi delle periferie e delle province in modo meno compassato rispetto alla televisione tradizionale.

Proprio a proposito di televisione tradizionale, chiedo che senso abbia mandare in tv un programma basato su questa esperienza così fortemente connessa alla rete a settimane di distanza dalla sua fine. Sapremo già tutti come andrà a finire, no? A rispondermi è Luca Leoni di Showreel: per lui, Il senso dell'operazione è anche quello di "rimettere la tv al proprio posto."

Grazie al coinvolgimento in tempo reale dei follower sul web, la prima fruizione avviene in diretta. Dopodiché, la televisione può svolgere il suo ruolo di documentazione, coinvolgendo anche un pubblico più adulto e aiutandolo a capire certi meccanismi del web come quelli che sottostanno alla condivisione e fruizione di Instagram, per esempio. È proprio il montaggio frenetico degli spezzoni di video che compongono le stories di Instagram ad affascinare Leoni. Per lui, sono una versione ancora più esagerata dello stile jump cut reso molto popolare dai primi YouTuber.

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L'autore evita di riprendere la conferenza stampa con il telefono per godersi il momento dal vivo.

Ma non c'è più tempo per perdersi in discorsi teorici. È ora di entrare dentro la casa, perché gli autori del progr.. ehm il deus ex machina Marzullo ha invitato personalmente me e altri giornalisti del web come rappresentati delle loro testate a visitare l'edificio. Anche noi, come anticipato, dovremo contribuire attivamente alla ristrutturazione.

Poco dopo Alessio e Alessandro ci fanno fare un giro della casa, composta da tre stanze e un bagno. Al momento della mia visita, l'abitazione è completamente vuota, con i nostri eroi intenti nella tinteggiatura delle pareti. In camera, al posto dei letti ci sono due materassini gonfiabili portati da Trentalance—che nella sua partecipazione alle riprese della sera prima ha colto l'occasione per esibirsi nell'utile dimostrazione di alcune posizioni sessuali.

Poco dopo indossiamo delle tute da lavoro—più tardi Alessio mi dirà che in quella mise gli ricordo Pinkman di Breaking Bad e mi immortalerà in una storia su Instagram—e ci raduniamo attorno all'altarino di Marzullo affinché il conduttore possa spiegare il motivo della nostra presenza agli YouTuber.

I theShow ci dividono in due squadre a seconda delle nostre competenze di imbianchini: un piccolo gruppo composto dai più abili si occuperà di una stanza di dimensioni più ridotte in compagnia di Alessio, mentre i più scarsi (la maggioranza) si dedicheranno a una stanza più grande assieme ad Alessandro. Indovinate in quale gruppo sono finito io?

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I nostri compiti sono isolare dei cavi elettrici pendenti dal soffitto e passare con dei rulli una mano di primer sul soffitto (il primer è un prodotto che si stende su una superficie prima di passarci la vernice per favorirne l'adesione), il tutto avvalendosi anche di un trabattello (un'impalcatura leggera e mobile per lavorare a una certa altezza da terra). Trabattello è anche la seconda parola nuova che ho imparato quel giorno.

Cazzeggio un po', prendo confidenza con il rullo—attenzione, quando lo riempite di vernice scaricatene un po' prima di sollevarlo verso l'alto, altrimenti ve ne cadrà una buona quantità dritta negli occhi come è successo a me—provo una posizione diversa, cazzeggio ancora un po', salgo sul trabattello, mi accorgo che ho le vertigini, ma d'altronde come potevo saperlo prima di sapere cos'è un trabattello?

Poco dopo mi rendo conto che stendere il primer con un rullo è un'operazione ripetitiva non molto dissimile dallo scrollare il proprio telefono. Infatti, dopo averci preso la mano, finisco in una sorta di trance in cui vorrei semplicemente isolarmi e continuare a passare il soffitto, incurante di dove mi trovo e del messaggio di socializzazione dal vivo promosso da Social House.

Fortunatamente, tutti gli altri presenti non sono della stessa idea e ogni scusa è buona per fermarsi e parlare. Alessio ha un piglio a metà tra quello di uno scienziato pazzo che a volte si perde nelle sue elucubrazioni e un bambino che sta architettando uno scherzo, e Alessandro l'aplomb perfetto di certi inglesi o anche di certi milanesi alla Pozzetto. Il suo sguardo non rende mai completamente chiaro se sia serio o ti stia prendendo per il culo.

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L'autore si convince in qualche modo della necessità di documentare la conferenza stampa.

A livello di muscoli, però, sono entrambi messi molto meglio di tutti noi poveri lavoratori del web lì presenti. Consapevoli di questa disparità, i due improvvisano una mini conferenza stampa accomodandosi su dei secchielli per vernice vuoti girati al contrario. Ognuno dei giornalisti può porre le sue domande, e arrivato il mio turno non ho molti dubbi: qual è il rapporto dei theShow con Marzullo? A quanto mi dicono, Alessio sembra non andare a genio a Gigi, che lo ricopre di improperi e compiti. il solo pensiero di quanto possa essere terribile avere contro il totem-Marzullo mi convince a non indagare oltre, passando subito alla seconda domanda: se vivono in condizioni così difficili, come diavolo fanno a essere perfettamente pettinati?

Come mi spiega Alessandro, il giorno prima, tramite i loro appelli sui social, hanno ricevuto la visita di un parrucchiere. Alessandro aggiunge che da quando si trovano nella casa si sono anche tolti delle soddisfazioni, come un trattamento completo da parte di un massaggiatore. A quel punto, il mio lato più meschino e opportunista torna a galla, così chiedo agli YouTuber se farebbero quello che farei io al posto loro: partecipando a Pechino Express hanno imparato a farsi regalare vitto e alloggio da una serie di sconosciuti, mentre con Social House sfruttano la loro fanbase per lavorare: non hanno la tentazione di continuare a vivere a scrocco anche dopo la fine del reality?

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Alessandro e Alessio mi spiegano che, piuttosto, la cosa di cui sentiranno di più la mancanza è il contatto umano con tutte le persone che stanno conoscendo. A conferma di questo fatto ci raggiunge Mister G, dopo un appello su Instagram rivolto a lui. Partecipa alla conferenza stampa, raccontandoci del suo canale di YouTube che avrebbe bisogno della spinta di un network che si occupa di videogiochi—quindi, se tra voi lettori c'è qualcuno che si occupa di videogiochi, consideratevi avvertiti.

A conferenza stampa sui secchi ultimata veniamo invitati a liberarci delle nostre tute da lavoro e ad abbandonare la casa. Personalmente, resto un po' scombussolato dall'interruzione dello strano senso di eccitazione che si prova trovandosi sul set di un programma televisivo—per quanto minimale rispetto agli standard RAI come quello di Social House, solo quattro camere e una Go Pro piazzata di fronte all'entrata dell'edificio gestite da una piccola troupe che alloggia lì.

Per evitare il down emotivo completo, resto a chiacchierare ancora un po' con gli altri invitati e Rinaldi, che ci fa visitare la sala della regia. "Ovviamente l'esperimento è praticabile solo da YouTuber con molti follower. Se fossi al posto loro, non mi aiuterebbe proprio nessuno. Potrei finire malissimo nel giro di qualche ora," ci spiega l'autore, che ci invita a tornare nei giorni successivi.

I lavori, infatti, proseguiranno fino al 24 settembre e chiunque può presentarsi sul set a dare una mano. Anche perché, apprendo, Alessandro e Alessio sono piuttosto dispersivi e in ritardo sulla tabella di marcia. Ma cosa succede se non finiscono i lavori in tempo? "A costo di lavorare ventiquattro ore su ventiquattro," risponde categorico Rinaldi, "DEVONO finire in tempo."

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