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Il video-capolavoro della consigliera FI sotto copertura in un centro sociale a Milano

La consigliera regionale di Forza Italia Silvia Sardone ha prodotto un'interessante operazione sotto copertura.
Niccolò Carradori
Florence, IT
Grab via YouTube. 

Si dice che Erich Mielke fosse stato talmente tanto scrupoloso nel formare le spie della Stasi, che egli stesso non sarebbe stato in grado di riconoscerle se le avesse incontrate casualmente. Ma Mielke e la Stasi non hanno molto a che vedere con l'idea della consigliera regionale di Forza Italia Silvia Sardone, che si è introdotta nello spazio autogestito di Macao, a Milano, per documentare (come da suo titolo) "evasione fiscale, abusivismo e spaccio di droghe."

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Il video è un susseguirsi di attimi al cardiopalma e retroscena mozzafiato, che nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere in uno spazio di aggregazione autogestito. Io stesso, in questo momento, sto letteralmente scrivendo con le mani che tremano per lo stupore e l'indignazione. Vi basti sapere solo questo: nel video ci sono persone che fumano marijuana. E c'è anche un chiringuito.

Ormai infiltrarsi a Macao sotto mentite spoglie sembra essere un passatempo molto apprezzato da politici e giornalisti di centro-destra, visto che solo qualche mese fa era accaduto anche in occasione del gioco di ruolo "Mattatoio 68". Inoltre questa esperienza gonzo è solo l'ultima di Silvia Sardone, che si è espressa favorevolmente sugli sgomberi e sul suo canale Youtube pubblica da tempo reportage in cui mostra il degrado di ex edifici industriali occupati da "rom, sbandati e delinquenti."

Questo video, però, è molto meglio dei precedenti. Vediamolo insieme.

"Sono conciata in questo modo per evitare di essere riconosciuta." Esordisce così Sardone, che si trova di fronte a Macao prima di una serata. D'altra parte, come lei stessa ammette, è "la donna più votata della Lombardia"; nonché possibile nemesi giurata di tutti i centri sociali del mondo.

Parrucca a caschetto nero corvino, giacca della tuta aperta, borsa a tracolla con cinghia in metallo. Nel caso in cui vogliate infiltrarvi con l'inganno in un centro sociale milanese, sappiate che è questo il canone estetico da rispettare: vestirsi come in un video musicale dei Prozac+ del 1996.

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Ovviamente la mimesi non può prescindere dal carpire i dogmi sociali di questo ambiente underground. Il linguaggio, la prossemica, la comunicazione criptata—se vuoi passare come una habituée devi parlare con il loro linguaggio, muoverti con la loro disinvoltura, interagire con i potenziali obiettivi.

Uno dei momenti del video.

Devo essere sincero, io non ho mai avuto una grande street credibility. Non compro erba dalla fine delle superiori. Pensavo che l'interazione fra acquirente e venditore fosse un gioco di brevi cenni e sguardi, rapido e discreto. Ma le cose devono essere cambiate. Come ci mostra Sardone, se vuoi fermare uno spaccino in bicicletta per la strada il modo migliore per attirare la sua attenzione è dire a gran voce "VENDIII???!! CE L'HAI???".

Per capire poi se esiste una correlazione diretta fra un centro sociale e un potenziale spacciatore che si aggira in strada, si scopre che il modo migliore è chiederglielo direttamente. "MA SEI ANCHE NEL CENTRO SOCIALE??! ENTRI ANCHE DENTRO DOPO?!" Fin da subito, insomma, Sardone ci tiene a mostrare che il suo tono e le sue intenzioni sono poco orientate. Questa breve conversazione, infatti, viene sottotitolata "SPACCIO DI DROGA ALL'ESTERNO."

Ma i colpi di scena in questo video sono dietro ogni angolo. La consigliera non fa in tempo ad entrare che di colpo scopre che nel 2018 i collettivi sono addirittura arrivati ad autofinanziarsi vendendo magliette. Magliette. Una situazione così incresciosa e allarmante, che nel video viene indicata come "MERCHANDISING DELL'ILLEGALITÀ."

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Scopriamo poi altre cose inaspettate per un posto autogestito in cui si organizzano concerto ed eventi: scritte sui muri e nei bagni, varie sale ("diverse discoteche") in cui non si mette la stessa musica, persone che montano le attrezzature per la serata. E addirittura un'area svago con al centro un chiringuito dove non fanno gli scontrini.

Io rimango basito: sapevo che i compagni dei centri sociali erano disposti a tutto per vivere al di fuori della legge, ma così no.

Sardone mantiene il sangue freddo, e con uno slang impeccabile si avvicina a due tizi random. "BAMBA??!" gli chiede. Loro però non ne hanno. Solo ketamina. La mancanza della bamba—che forse però dopo arriva—non intacca comunque il clima della serata, che Sardone descrive inquadrando a più riprese due passanti neri in un corridoio o persone sedute con delle cartine.

Il video-reportage della consigliera Sardone, insomma, è un grande pezzo di giornalismo d'inchiesta. Di quelli che non ti lasciano scampo e ti piazzano a occhi aperti di fronte alla realtà, anche quando è veramente cruda. Mi ha lasciato scosso e indignato, come non mi capitava dai tempi di Maurizio Belpietro a Dalla Vostra Parte.

Ora però la verità è stata svelata.

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