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Viaggio nella Terra dei Fuochi

Napoli, la Campania e l'Italia sono al centro di un'emergenza ambientale senza precedenti. Questa è la storia finora.
Rifiuti urbani a Santa Maria Capua Vetere nel 2008. Immagine: Marco Casino/Flickr

"Vedi Napoli e poi muori," scrisse Goethe una volta, riferendosi alla bellezza mozzafiato della città nella sua età dell'oro. La sua espressione vale ancora oggi, ma non proprio in quel senso. Tant'è che il sindaco De Magistris ha querelato L'Espresso per una copertina dal titolo “Bevi Napoli e poi muori.” Era il novembre 2013.

È la stessa Napoli che la Camorra ha governato per decenni, facendosi strada a colpi di minacce e uccisioni. Ma a essere sepolti non sono solo cadaveri. Grazie alle sue infiltrazioni nel mondo della politica e delle amministrazioni pubbliche, la Camorra ha realizzato profitti enormi dallo smaltimento dei rifiuti, alcuni dei quali tossici, in buona parte del sud Italia.

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Legambiente afferma che dal 1991 i mafiosi camorristi hanno sistematicamente scaricato, bruciato o sepolto quasi 10 milioni di tonnellate di rifiuti. La montagna di spazzatura proviene, quasi per intero, dalle fabbriche del nord complici—o che semplicemente guardano da un'altra parte—le quali cercano di aggirare i costi di smaltimento legale dei rifiuti. Secondo alcuni informatori mafiosi, la monnezza vale, in effetti, il suo peso in oro. In tutta questa storia la Campania, da sempre nota per le sue terre fertili e i panorami splendidi, è diventata famosa anche per i suoi cumuli di macerie in fiamme, il bestiame malato e l'incidenza del cancro fin troppo alta.

La famiglia Gerlando, fotografata da VICE per "Toxic: Napoli." Sono agricoltori originari di Napoli che si sono trasferiti all'estremo sud della Campania dopo che le loro pecore hanno cominciato a partorire agnelli deformi. Immagine: Lele Saveri/VICE

Dopo che l'immondizia si è ammucchiata nelle strade di Napoli nel 2007, generando proteste di massa e portando a un caso mediatico globale, insieme a una causa contro l'Italia da parte della Commissione europea, l'allora premier Silvio Berlusconi svelò un piano per costruire una serie di inceneritori progettati per affrontare l'emergenza rifiuti. Ma il piano stesso generò ancora più preoccupazioni di natura ambientale—tali da indurre perfino il vescovo di Napoli a rifiutarsi, in segno di protesta, di concedere la consueta benedizione al progetto. Da allora, è stato fatto relativamente poco per arginare il controllo della mafia sulla gestione dei rifiuti in Campania, dice il New York Times, mentre l'incidenza del cancro aumenta in tutta la regione.

Il numero di tumori maschili è cresciuto del 47 percento negli ultimi due decenni, senza contare che oggi la Campania ha anche il tasso di infertilità più alto d'Italia, tanto da sprofondare il paese in un caso di grave autismo.

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Il velo di segretezza che circonda la mafia ha reso assai difficile misurare e contrastare i problemi ambientali di Napoli. I dettagli sulle attività mafiose intorno ai rifiuti sono emersi soprattutto grazie a isolate rivelazioni da parte dei pentiti. Nella ormai famosa testimonianza di fronte a una commissione parlamentare del 1997, Carmine Schiavone, ex tesoriere del clan dei Casalesi che ha confessato di aver partecipato a più di 50 omicidi, ha parlato di "milioni di tonnellate" di rifiuti tossici provenienti addirittura dalla Germania. Le operazioni, ha detto, si sono svolte con il favore delle tenebre e sotto la sorveglianza di uomini del clan che avevano indosso divise da carabinieri. Ha anche mostrato ai funzionari alcune discariche nei pressi delle quali, secondo i suoi timori, gli abitanti sarebbero stati a rischio di "morire di cancro nel giro di 20 anni."

Tuttavia, gli avvertimenti di Schiavone sono stati in gran parte ignorati: secondo un rapporto di Der Spiegel, gran parte della sua testimonianza avrebbe coinvolto funzionari che ora ricoprono alcune delle più alte cariche di governo, tanto che la versione completa della sua deposizione è stata tenuta segreta fino all'ottobre 2012, circa 15 anni dopo il fatto, quando il Parlamento ha ceduto alle pressioni dell'opinione pubblica e le ha finalmente rese pubbliche.

Alcuni studi scientifici hanno contribuito a fare più luce sul caso. Un sondaggio del 2008 a cura della Marina militare statunitense, che ha una base a Napoli, ha riscontrato una grave contaminazione dell'acqua e ha descritto il "rischio inaccettabile" in alcune zone della città. Di conseguenza, ha esortato tutti gli americani di stanza nella regione a utilizzare acqua in bottiglia per bere, preparare il cibo e lavarsi i denti. Il numero di tumori maschili è cresciuto del 47 percento negli ultimi due decenni, senza contare che oggi la Campania ha anche il tasso di infertilità più alto d'Italia, tanto da sprofondare il paese in un caso di grave autismo. L'insorgenza di carcinoma del polmone è in aumento, anche tra i non fumatori. Il dottor Alfredo Mazza, il cardiologo che ha documentato un aumento dei casi locali di cancro in uno studio pubblicato sulla rivista medica The Lancet nel 2004, ha detto al New York Times che "È impossibile ripulire tutto. L'area è troppo vasta." E ha aggiunto, "viviamo sopra a una bomba."

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La minaccia non colpisce solo i napoletani. La Campania, con i suoi 5,95 milioni di abitanti, è anche il luogo dove è prodotta la mozzarella di bufala. Nel 2008, le autorità sanitarie locali hanno effettuato test su alcuni campioni di latte di bufala provenienti da allevamenti appena a nord di Napoli, riscontrando alti livelli di diossine, sottoprodotti di sintesi chimica come PCB, il defoliante Agent Orange e il veleno utilizzato in un tentativo di assassinio dell'ex presidente dell'Ucraina nel 2004. La notizia ha inferto un duro colpo all'industria casearia della regione, la quale impiega circa 20.000 posti di lavoro, e ha indotto a riflettere sul fatto che gli agricoltori di tutta la regione avrebbero involontariamente irrigato la terra e alimentato gli animali in campi e stagni contaminati da rifiuti tossici.

Il generale Sergio Costa, comandante provinciale di Napoli del Corpo Forestale dello Stato, ha insistito sul fatto che la produzione di formaggio è attentamente controllata, e che negli ultimi anni non si è verificato alcun caso di contaminazione, e che i controlli su prodotti e falde acquifere contaminate andrà avanti. Ma, in un'intervista con l'Associated Press durante il mese di dicembre, Costa ha fatto un elenco di sostanze che hanno superato i livelli di concentrazione massimi in 13 pozzi di irrigazione in alcuni terreni agricoli: arsenico, cadmio, stagno, berillio e altri metalli, tetracloruro, toluene, e altre sostanze usate come solventi industriali. La Camorra, dice, "ha avvelenato il proprio territorio, ha avvelenato il proprio sangue."

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Nel frattempo, la minaccia di interramento dei rifiuti tossici, insieme all'influenza della mafia nel settore dei rifiuti, si è diffusa anche oltre Napoli. Trovandosi a corto di spazio per scaricare i rifiuti—e di fronte a una pressione crescente da parte della polizia e dell'opinione pubblica—la Camorra ha dirottato molte delle proprie spedizioni di rifiuti tossici verso l'Europa dell'est e i Balcani.

Il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti dice che una discarica di rifiuti tossici è stata scoperta anche nei pressi di Prato. Sembra che il rapporto decennale tra la Camorra e la mafia cinese che smercia abiti firmati taroccati ora includerebbe anche la gestione dei rifiuti di troppo: negli ultimi anni le indagini hanno scoperto navi mercantili cariche di rifiuti, compresi materiali tossici e rifiuti ospedalieri, pronti per essere spediti in Cina e a Hong Kong.

Una protesta a Napoli nel novembre 2013 è stata partecipata da almeno 70.000 cittadini. Immagine: 52picchio/Flickr

La pressione sulla Camorra è in aumento. I costi della lotta contro la mafia restano alti, ma i campani la affrontano in modo sempre più coraggioso. Lo scorso novembre, oltre 70.000 persone sono scese per le strade di Napoli per protestare contro il "biocidio" perpetuato dalla mafia nella loro regione, dopo che un'indagine ha scoperto livelli pericolosi di arsenico, piombo e altre sostanze nocive nei terreni agricoli intorno alla città. E alla fine del mese scorso, le forze dell'ordine hanno intrapreso un'operazione su scala nazionale che ha portato al sequestro di 250 milioni di euro di beni e attività appartenenti alla Camorra, tra cui oltre una ventina di pizzerie, bar e altri ristoranti a Roma.

Bonifiche ambientali, indagini penali e proteste pubbliche a Napoli possono essere d'aiuto per ripulire tutta l'Italia, proprio perché servono a ricordare che l'influenza della criminalità organizzata sull'ambiente è più grave e dannosa della violenza e dell'estorsione stesse, dato che i suoi effetti potrebbero durare oltre l'esistenza della mafia stessa. Senza contare che, come alcuni hanno ipotizzato, l'emergenza ambientale in Campania indurre la Camorra a impiegare la sua esperienza decennale, sia nella gestione dei rifiuti che il controllo degli appalti pubblici, per farsi i muscoli in un nuovo, promettente settore: quello della bonifica necessaria per ripulire tutto quel disastro.

Di seguito, le due parti del documentario di VICE “Toxic: Napoli” (2009)