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Tecnologia

Le 6 lettere che hanno portato la CIA a scoprire la mente dietro l'11 settembre

È stato un messaggio di sei lettere mandato da un informatore ciò che ha portato la CIA a scoprire chi architettò gli attacchi dell'11 settembre.
Khalid Sheikh Mohammed dopo la sua cattura nel 2003. Immagine: US Armed Services

È stato un messaggio di sei lettere mandato da un informatore ciò che ha portato la CIA a scoprire chi architettò gli attacchi dell'11 settembre: questo breve messaggio, a fronte dei terrificanti dettagli del "Report sulla Tortura", potrebbe costituire una prova convincente dell'inutilità del waterboarding, della privazione del sonno e degli altri metodi di tortura utilizzati dall'agenzia.

La cattura di Khalid Sheikh Mohammed—reputato il "principale architetto degli attacchi dell'11 settembre"—è stata attribuita dal report sulla tortura a un lavoro di intelligence vecchia scuola. Infatti il report sostiene che "non ci sono registri della CIA che provino che Abu Zubaydah, Ramzi bin al-Shibh (due detenuti sottoposti a torture), o altri detenuti della CIA abbiano mai giocato un ruolo nella pianificazione e nell'esecuzione dell'operazione che ha portato alla cattura di Khalid Sheikh Mohammed."

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I M W KSM

Tuttavia non è questo che è stato detto ai cittadini americani. Il 6 settembre del 2006 l'allora presidente degli Stati Uniti George W. Bush affermava:

"Zubaydah è stato interrogato usando queste procedure [le tecniche potenziate di interrogatorio della CIA] e presto ha iniziato a fornire informazioni sui membri operativi di al-Qa'ida, incluse le informazioni che ci hanno aiutato a trovare e catturare più di un responsabile degli attacchi dell'11 settembre. Per esempio, Zubaydah ha identificato uno dei complici di KSM negli attacchi alle Torri gemelle, un terrorista di nome Ramzi bin al-Shibh. E questi due terroristi assieme hanno fornito le informazioni che hanno aiutato alla pianificazione e all'esecuzione dell'operazione che ha portato alla cattura di Khalid Sheikh Mohammed."

Il report, invece, attribuisce l'arresto di KSM a un personaggio noto come "Asset X", un informatore della CIA che pare sia stato pagato 25 milioni di dollari per aver aiutato l'agenzia a catturare KSM.

Come ha affermato l'ufficiale della CIA che ha "gestito" l'affare Asset X e che è stato direttamente coinvolto nella cattura di KSM, "l'operazione è stata quasi totalmente un'operazione HUMINT [human intelligence], dall'inizio alla fine."

La CIA pare avesse identificato Asset X come potenziale informatore già prima dell'11 settembre, e lo contattò subito dopo gli attentati per chiedere la sua cooperazione.

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Nei due anni successivi Asset X e la CIA sono entrati in contatto poche volte. È difficile stabilire come sia andato il loro rapporto, perché molti eventi sono stati censurati nel report sulla tortura. All'inizio del 2003, tuttavia, Asset X incontrò KSM e contattò la CIA. La CIA chiese ad Asset X di cercare di incontrarlo di nuovo e il giorno dopo sembra che Asset X sia riuscito a ottenere un incontro non programmato con KSM.

Immagine: Senate Intelligence Committee

Il modo più ovvio per leggere il messaggio è "I am with Khalid Sheikh Mohammed." Le autorità pakistane, contattate dalla CIA, organizzarono un raid e catturarono KSM.

Intanto, la CIA stava torturando alcuni sospettati che pare non ne sapessero niente. Non ci volle alcuna forma di tortura perché Asset X fosse convinto/a a tradire KSM e a cooperare. La cosa è andata più o meno così:

In un'intervista con l'Oral History Program della CIA, l'ufficiale responsabile del caso raccontò cosa era successo:

"Ci abbiamo girato intorno, lo sapete…[ASSET X] si gira verso di me e dice, 'guarda non lo so, credo di essere nervoso…' Gli ho risposto, 'guarda fratello hai 25 milioni di maledette ragioni per provare…' Questa era la ricompensa stabilita. Mi ha guardato e ha detto, 'Capisco. Capisco.'"