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Tecnologia

Le origini dell'HIV e il commercio di diamanti

Una recente ricerca pubblicata su Science ha evidenziato come il commercio di diamanti abbia incrementato la diffusione del virus.
Immagine: Carl Gierstorfer/Science

Per la prima volta, alcuni scienziati hanno usato le informazioni genetiche per risalire alla fase iniziale della diffusione del virus dell'HIV e tracciare i suoi sviluppi fino al livello pandemico. Le scoperte suggeriscono che le infrastrutture costruite dai coloni belga—soprattutto le ferrovie per supportare il commercio di oro e diamanti—hanno fatto in modo che una malattia locale si trasformasse in un problema globale.

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Nuno Faria dell'Università di Oxford suggerisce in uno studio pubblicato su Science che le tracce del moderno virus dell'HIV possono essere rinvenute nella città congolese di Kinshasa, dove le persone hanno iniziato ad essere infettate dal virus verso l'inizio degli anni '20 del secolo scorso.

Grazie ad alcuni dei più antichi campioni del virus, combinati ai ceppi più recenti, il team di Faria è stato in grado di studiare le mutazioni e le diversificazioni del virus e rintracciarne le origini a Kinshasa.

IL VIRUS HA VIAGGIATO CON LE PERSONE ATTRAVERSO LE FERROVIE E I CORSI D'ACQUA

I campioni odierni di HIV rilevati da abitanti di Kinshasa mostrano che il virus nella città è il più geneticamente diversificato, il che suggerisce che il virus abbia avuto molto tempo per evolvere e mutare. Le scoperte "portano luce sul perché la sequenza HIV-1 più antica conosciuta abbia avuto origine in questa città e perché alcuni dei primi casi di AIDS siano legati a Kinshasa," viene affermato sul paper.

Quindi è a Kinshasa che è cominciato tutto. Come evidenzia lo studio, la malattia è stata quasi sicuramente passata da una scimmia a un essere umano, fatto osservato almeno altre 13 volte nella storia. Dopo di che, dalla piccola Kinshasa, ha avuto inizio un'epidemia globale.

Nel paper, Faria suggerisce che sia stato il colonialismo belga, con le sue infrastrutture e commerci, il fattore decisivo. Il Congo è rimasto sotto il controllo belga dal 1908 al 1960: durante questo periodo sono state costruite massicce reti ferroviarie e l'estrazione di oro e diamanti è stata incrementata, così come il loro commercio. Kinshasa si trovava al centro di questa rete di sviluppi, e Faria ritiene che coloro che erano infetti dall'HIV viaggiassero attraverso la ferrovia, dai siti di estrazione verso altre città nelle quali passavano la malattia ad altri.

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"Informazioni contenute negli archivi coloniali affermano che alla fine del 1940 oltre un milione di persone passava ogni anno per Kinshasa," ha affermato Faria in una dichiarazione. "Le informazioni genetiche che abbiamo ci dicono che l'HIV si è diffuso velocemente in tutto il paese, viaggiando con le persone attraverso ferrovie e corsi d'acqua per raggiungere Mbuji-Mayi e Lubumbashi all'estremo Sud, e Kisangani al Nord, dalla fine degli anni '30 fino ai primi anni '50 del Novecento."

Questo è l'unico periodo di tempo in cui sarebbe potuto accadere, perché dopo la conquista dell'indipendenza del Congo, le ferrovie hanno iniziato ad essere usate molto meno. Oliver Pybus, ricercatore che ha collaborato allo studio, ha affermato che c'era solo una "piccola finestra" attraverso la quale l'HIV avrebbe potuto espandersi al di fuori della città in quantità sufficienti per causare una pandemia.

Alla fine degli anni '50 il cambiamento delle abitudini sessuali e le iniziative per la sanità pubblica (sostenute anche dai Belgi) che sostenevano l'importanza dei vaccini e delle cure per altre malattie—iniziative in cui spesso venivamo riutilizzati gli stessi aghi per più persone—hanno fatto sì che il virus si diffondesse a livello pandemico.

La malattia si è così diffusa in "gruppi di piccole dimensioni e ad alto rischio—per esempio tra prostitute con un tasso più alto di partner diversi, e/o tra persone esposte a iniezioni contaminate."

Da lì si è poi diffusa alla popolazione mondiale: il team ha scritto che questa spiegazione "si trova in accordo con le informazioni disponibili sulla salute pubblica e con l'ipotesi che il tasso di trasmissioni dell'HIV sia aumentato in conseguenza della somministrazione di iniezioni con aghi non sterilizzati nelle cliniche che si occupavano della cura delle malattie sessualmente trasmissibili negli anni '50, e/o in conseguenza dei cambiamenti avvenuti nel mercato del sesso a Kinshasa nei primi anni '60, che ha portato a un aumento del numero dei clienti."

Il team ha sottolineato l'importanza di rilevare le tracce originarie dell'HIV poiché "è fondamentale per la comprensione della diffusione e dell'evoluzione degli agenti patogeni umani."