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Tecnologia

Il vostro avvocato potrebbe presto essere un algoritmo

Gli algoritmi possono già svolgere gli stessi compiti di un avvocato apprendista.
Un tribunale con dei computer. Immagine: Wolf Law Library/Flickr

Gli avvocati dovrebbero essere l'ultima categoria che potrebbe essere sostituita da un esercito di robot o di algoritmi intelligenti.

Le previsioni indicano che la rivoluzione robotica arriverà ovunque nel mercato del lavoro, e un recente report dalla società di consulenza britannica Jomati Consultants suggerisce che i robot arriveranno ad appropriarsi delle professioni legali entro il 2030. Il report suggerisce che "Il modello economico degli studi legali è di fronte a una rivoluzione strutturale, che alcuni potrebbero chiamare un collasso strutturale."

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Non è una novità il fatto che i robot potranno sostituire la forza lavoro umana, ma sapere che gli avvocati potrebbero essere rimpiazzati da robot è piuttosto sorprendente di primo impatto. In un report del 2013 che prevedeva che il 47 percento dei lavori negli Stati Uniti saranno a rischio di automazione nei prossimi vent'anni, gli autori Carl Frey e Michael Osborne mettevano la categoria degli avvocati in una fascia di rischio minore rispetto agli altri lavori. Anche nello studio simile focalizzato sul Regno Unito quella degli avvocati era una professione esposta al minor rischio di robotizzazione, assieme a settori come i servizi finanziari e l'ingegneria.

Ma altri lavori, sempre in ambito legale, si trovano invece esposti al massimo rischio: nello studio del 2013 gli assistenti legali e paralegali venivano inseriti tra le 100 occupazioni più a rischio (su 702).

Il trend generale sembra indicare che i lavori con alto reddito sono più al sicuro dalla robotizzazione rispetto ai lavori meno pagati. L'avvocato di successo con molta esperienza alle spalle che ha a che fare con problemi più imprevedibili è meno rimpiazzabile della segretaria legale che per lui si occupa della cosiddetta "bassa manovalanza".

IL MODELLO ECONOMICO DEGLI STUDI LEGALI STA ANDANDO VERSO UNA RIVOLUZIONE STRUTTURALE

Il tipo di lavoro in cui l'intelligenza artificiale potrebbe sostituirci sono ovvi, e i computer si sono già guadagnati una serie di mansioni: quelle più ovvie sono i compiti routinari, come l'analisi di documenti—un incarico che dopo un po' stanca l'occhio e il cervello umano, ma che un computer non ha problemi a eseguire per molte ore di fila.

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I computer possono eseguire compiti semplici come cercare parole chiave in serie infinite di documenti, ma quelli più intelligenti possono arrivare ben oltre, considerando anche i contesti e i contenuti. Gli algoritmi a codificazione predittiva sono sempre più usati dagli avvocati, ad esempio per cercare evidenze che supportino i loro casi. Immaginate di dover setacciare tra i dati di un'azienda, molti dei quali sono probabilmente irrilevanti, alla ricerca di segnali di infrazioni finanziarie: gli algoritmi sono in grado di controllare tutti documenti in base ad esempi forniti da esseri umani e trovare molto velocemente i dati rilevanti.

L'attrattiva di una prospettiva del genere per le aziende è grande: un algoritmo non richiede un salario o delle condizioni lavorative ragionevoli, e può processare informazioni molto più velocemente. Il report Jomati ipotizza quali potrebbero essere i ruoli assunti da robot: un avvocato alle prime armi costa circa 100.000 dollari all'anno. Un robot intelligente può anche costare 500.000 dollari, ma è un prezzo che è destinato ad abbassarsi quando il mercato diventerà più competitivo. "Anche con un prezzo del genere i robot varrebbero la spesa perché possono lavorare 24 ore su 24 7 giorni su 7 senza pause, più di qualsiasi avvocato stacanovista potrà mai fare," hanno scritto gli autori.

In uno studio del 2011 pubblicato sul Richmond Journal of Law and Technology è stato evidenziato come le intelligenze artificiali non solo sarebbero più efficienti della controparte umana ma darebbero anche risultati migliori. Ovviamente i documenti che un algoritmo vaglierebbe dovrebbero comunque essere revisionati da un umano—ma il carico, le ore di lavoro e i costi verrebbero sensibilmente ridotti.

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Ma prima di arrivare a conseguenze estreme, l'IA potrebbe avere un ruolo importante nel fare funzionare gli ingranaggi dell'ambito legale. Daniel Katz, ricercatore di tecnologia legale, in un'intervista a Slate di qualche mese fa, ha affermato che l'intelligenza artificiale potrebbe aiutare i querelanti a decidere se valga la pena o meno rischiare la scocciatura e le spese di una causa, prevedendo l'esito del processo.

Katz, che lavora alla Michigan State University, ha pubblicato recentemente un paper in cui affermava che un modello computerizzato è in grado di predire con successo le decisioni della Corte Suprema Statunitense il 70 percento delle volte. Il modello utilizza "soltanto le informazioni disponibili prima della data della decisione," comparando in modo efficiente casi simili per prevedere l'esito più logico.

IL NUMERO DI ASSOCIATI CHE GLI STUDI DOVRANNO ASSUMERE SARÀ ENORMEMENTE RIDOTTO

E in altri casi l'intelligenza artificiale è d'aiuto anche per prendere vere e proprie decisioni: un articolo dell'anno scorso sul New Scientist descriveva un'applicazione elaborata in Germania che prende decisioni automatiche riguardo al pagamento degli assegni familiari.

L'idea di un'intelligenza artificiale che prende decisioni legali è avvincente. Non soltanto sarebbe più efficiente, ma non potrebbe anche essere più adatta a elaborare processi decisionali rispetto a un'entità costantemente condizionata da pregiudizi o emozioni?

Non siamo ancora arrivati a questo punto e gli avvocati che devono prendere decisioni ad alti livelli sono quelli che meno si devono preoccupare del proprio posto di lavoro. Sono gli unici che per ora hanno il peculiare talento umano di soddisfare i propri clienti e attirare nuovi business.

Ma sembra probabile che la carriera degli avvocati che cercano di raggiungere queste posizioni importanti cambierà molto, se i gradi più bassi della gerarchia—i ruoli con compiti più ordinari che solitamente servono come training per i futuri grandi avvocati—saranno assunti dai robot.

"Il numero di associati che gli studi dovranno assumere sarà enormemente ridotto, almeno se l'intenzione è di usare avvocati junior per lavori fatturabili piuttosto che educarli e formarli per diventare avvocati vincenti," affermano i consulenti di Jomati.

In un recente post l'avvocato e consulente Kenneth Grady ha proposto un Test di Turing specifico per l'ambito legale per vedere se un robot sarebbe in grado di farsi passare per un neolaureato in legge se interrogato su questioni legali.