FYI.

This story is over 5 years old.

Musica

L'mp3 è morto e neanch'io mi sento molto bene

Il brevetto del codec audio più usato al mondo è scaduto e non verrà rinnovato; è un altro pezzo della generazione millennial che se ne va.
Giacomo Stefanini
Milan, IT

Sono svariate le cose che non sapevo prima di leggere questo breve articolo di FACT che riporta la notizia della morte del formato mp3. La prima, più ovvia, è appunto che il formato di compressione audio più popolare del secolo fosse morto, anzi, che potesse morire. Credevo sarebbe rimasto lì per sempre. Del resto abbiamo quasi la stessa età, e mi chiamano ancora "ragazzo". La seconda è che il formato fosse di nazionalità tedesca: proprietario del brevetto è infatti l'Istituto Fraunhofer di Circuiti Integrati (Fraunhofer IIS), con base a Erlangen, vicino a Norimberga. La terza cosa che non sapevo, per mia colpevole disinformazione, è che l'mp3 fosse il formato audio più triste sul mercato.

Pubblicità

E così, dunque, la missione dell'mp3 è terminata. Non solo, in soli vent'anni di effettiva attività, ha messo in ginocchio l'industria discografica e riesumato gli zombie delle rockstar di un tempo, che improvvisamente avevano bisogno di andare in tour per pagare gli alimenti all'ex-coniuge; è anche responsabile della generazione più depressa, ansiosa e arrendevole da un secolo a questa parte: la mia.

Ho iniziato a scaricare mp3 quando avevo circa 12 anni, con la prima connessione 56k di mio padre, usavo Napster. Ricordo che ci misi più di un pomeriggio per scaricare "Rockaway Beach" dei Ramones. Non sono qua per fare il nostalgico, anche perché, come ho già spiegato, la nostalgia mi fa schifo. Ma sono qua per parlarvi dei miei problemi e, speriamo, per esorcizzarli. Perché? Perché avevamo un bel titolo per questo articolo e non volevamo sprecarlo.

In questo momento mi sto seriamente pentendo di non essere mai andato da uno psicologo, se l'avessi fatto potrei usare termini più appropriati. Fatto sta che, non volendo usare termini legati a patologie reali per non paragonare la mia esperienza a quella di chi è seriamente malato, posso dire tranquillamente che la mia predisposizione verso la vita è negativa: pessimismo, mancanza di autostima e una generale sensazione di "moriremo tutti" pervade ogni minuto delle mie giornate. A volte ho episodi più acuti e non riesco ad alzarmi o, meglio, riesco ad alzarmi ma non riesco a togliermi dalla testa il pensiero che starei meglio sotto terra. Durante questi episodi il mio calmante è Internet: mi spacco occhi e cervello di notizie inutili su musica marginale, o di serie TV in streaming, o di profili social di persone con cui non voglio parlare.

Pubblicità

Da quanto mi ricordo, sono sempre stato così, fin da bambino. Mia zia mi dice sempre che "non ridevo mai" ed esistono temi e poesiuole scritte già alle elementari che rivelano un animo nero come la pece. Ma, come è lecito aspettarsi, le cose si sono fatte serie con l'arrivo dell'adolescenza. Con l'arrivo della musica. Con l'arrivo della musica in mp3.

Secondo lo studio dell'Università di Hong Kong, la compressione in formato mp3 condiziona il timbro dei suoni registrati, esaltando alcune frequenze che studi precedenti avevano collegato a emozioni neutre e negative come mistero, tristezza, timidezza e paura, e attutendo invece frequenze associate a emozioni positive come felicità, eroismo, romanticismo, comicità e calma. L'emozione "rabbia", invece, resta costante a ogni livello di compressione. Insomma, l'mp3 è il formato ufficiale della generazione millennial.

A questo punto nulla è più un caso, tutto è chiaro. C'è un motivo se la nostra generazione ha preso il perfettamente lecito emo-core nato a cavallo tra anni Ottanta e Novanta e l'ha trasformato nell'abominio ultradrammatico degli anni Duemila; se io e tutti i miei amici coetanei tossicchiamo una risata sarcastica ogni volta che ci chiediamo a vicenda come va; se la mia generazione ha preso le peggiori inculate a livello politico, economico e sociale dai tempi dei nostri nonni senza alzare un dito.

Ma ho finalmente trovato un colpevole per la mia visione apocalittica del mondo, e non si tratta di me stesso. Ancora meglio, ho trovato un colpevole ed è già morto. Ora devo solo trovare il coraggio di cancellare dai miei hard disk quei tre triliardi di terabyte di mp3 che ci conservo (scherzo, polizia postale) e sostituirli con un formato che comprima i suoni in modo più incoraggiante e positivo. L'Istituto Fraunhofer di Circuiti Integrati di Erlangen avrà mie notizie: mi deve vent'anni di spensieratezza.

Puoi consigliare uno psicologo a Giacomo su Twitter: @generic_giacomo.

Segui Noisey su Twitter e Facebook.