Abbiamo chiesto ai Los Campesinos! di mettere in classifica i loro stessi dischi

FYI.

This story is over 5 years old.

Musica

Abbiamo chiesto ai Los Campesinos! di mettere in classifica i loro stessi dischi

La band preferita della vostra ex ripercorre undici anni di carriera e di insofferenza nei confronti dei termini "twee" e "indie pop".
Emma Garland
London, GB

Rank Your Records è la serie di Noisey in cui chiediamo a musicisti di ripercorrere la loro carriera mettendo i propri album in ordine di preferenza.

I Los Campesinos! sono uno dei pochi gruppi con un punto esclamativo nel nome a non essere completamente defunti assieme a MTV: Brand New. Si conobbero nel 2006 all'università di Cardiff e furono una delle band il cui nome in quegli anni era sinonimo di "indie pop", anche grazie al successo esplosivo della loro prima hit "You! Me! Dancing!". Oggi sono ancora qua, a girare il mondo con il loro disagio, principalmente grazie a una forte capacità di reinventarsi continuamente e a una comunità di fan sfegatati. Fin dai loro inizi, c'è stata una dicotomia al cuore dei Los Campesinos! I loro testi contengono riferimenti ad argomenti teoricamente molto distanti come il calcio e la letteratura, e sanno essere sia sinceramente poetici che pesantemente autoironici. Anni e anni fa gli venne appiccicata un'etichetta fortemente categorizzante come "twee" (presumibilmente per il loro avere voci femminili, uno xilofono e nessuna traccia del tragico machismo che dominava l'indie rock di quegli anni), il che li aiutò a farli riconoscere da un pubblico ampio ma con il passare del tempo si è rivelato essere un ostacolo—dato che dopo il loro primo album si sono dati a una sorta di pop sperimentale e malato. In parte prigionieri del suono che li ha portati alla fama, eccezioni all'interno del mainstream indie rock, sono arrivati a un punto in cui devono sempre stare attenti a mantenere l'equilibrio tra la passione che i loro fan provano per la loro musica e le loro esigenze creative. Il loro sesto album Sick Scenes è uscito a Febbraio, e abbiamo incontrato Gareth e Tom Campesinos! per riflettere sugli undici anni che hanno passato ad essere, come si auto-definiscono nella loro biografia di Twitter, "la band preferita della tua ex".

Pubblicità

5. Hello Sadness (2011)

Ciao Gareth e Tom! Allora… i vostri album. 
Gareth: Se dobbiamo partire dal peggiore, allora dobbiamo iniziare da quello che stavamo suonando dal vivo quando Ben Gibbard è venuto a vederci.

Tom: Il nostro produttore, che vive a Seattle, porta sempre le band con cui sta lavorando a vederci quando capitiamo da quelle parti. Una volta è venuto con Owl City. Gareth: Eravamo nel backstage prima del concerto e a una certa ci compare davanti Ben Gibbard, e siamo tutti megafan dei Death Cab for Cutie, quindi abbiamo cercato di salutarlo come se fosse la cosa più normale di sempre. L'unica cosa che ricordo veramente è che aveva bevuto un sacco di latte di cocco, ed eravamo nel 2012, quindi non è che in quegli anni il latte di cocco fosse ovunque come oggi. E devo dire che da allora lo stimo ancora di più.

Vi ha detto se gli piacevate?
Gareth: Non ricordo esattamente se disse qualcosa su di noi, ma se sei nel backstage di un altro gruppo a bere il loro latte di cocco devi per forza essere gentile. Quindi non mi sarei fidato troppo di qualsiasi complimento avrebbe potuto farci. Ho riletto un po' di recensioni di Hello Sadness e molte dicevano che era uno dei vostri album migliori, ma che era arrivato in un periodo in cui l'indie stava iniziando a perdere il suo fascino. Che ne pensate?
Tom: Per come la vedo io, Romance Is Boring era una sorta di bordello massimalista in cui avevamo provato a sperimentare con un sacco di stili diversi, forse anche troppo in certi momenti, togliendoci quindi un bisogno che sentivamo profondamente. Hello Sadness era un tentativo di ottimizzare ogni cosa. Stavamo cercando di trovare un modo per far sembrare sofisticata la convenzionalità, ma alla fine il risultato è stato un po' spento, a tratti.

Pubblicità

Gareth: Sono d'accordo sul fatto che fosse un tentativo di fare qualcosa di più adulto. È il nostro album che parla più esplicitamente della fine di una relazione e ci va giù pesante—anche troppo pesante, a riascoltarlo adesso. Ma era tutto quello che riuscivo a scrivere, in quel periodo. Non è stato un errore pubblicarlo così com'è perché non potrebbe essere stato diverso. Ci sono un sacco di pezzi che adoro—"By Your Hand", "Hello Sadness", "Baby I Got the Death Rattle" è ancora una delle mie preferite. Ma penso che l'errore sia stato non inserire nell'album alcuni pezzi che avevamo scritto. C'è un pezzo, "Tiptoe Through the True Bits", che abbiamo messo in free download qualche tempo dopo, che penso sia davvero bello, e un altro, "Allez Les Blues", che abbiamo messo su un sette pollici. Togliendo un paio di pezzi dal disco e mettendoci quelle due sarebbe un album diverso, un po' più bello. Io mi sentivo troppo sconfitto e giù di morale. La sezione centrale del disco, in particolare, arranca un po' troppo. Siamo sempre stati bravi a scrivere pezzi veloci e pezzi lenti, se scriviamo qualcosa a velocità media facciamo fatica a esserne contenti… "Life Is a Long Time" è il pezzo centrale di quell'album, ed è uno dei nostri pezzi preferiti di Rob, e le canzoni dei Los Campesinos! preferite di Rob sono sempre indubbiamente le peggiori.

4. Hold On Now, Youngster… (2008)

Parliamo della parola "twee". Non ha senso, o no?
Gareth: Probabilmente sto per riscrivere un attimo la storia in modo da sembrare leggermente meno odioso, ma: abbiamo registrato quattro pezzi, abbiamo fatto un demo, l'abbiamo caricato su internet, la gente si è presa bene e ci sono arrivate delle offerte per registrare un album. Improvvisamente avevamo una sorta di seguito, senza aver fatto poi molto per ottenerlo. Erano gli anni del boom di Myspace—e credo che ad oggi non sia più esistita una piattaforma altrettanto efficace per permettere ai gruppi di lanciarsi—e ci sono volute solo un paio di persone a dire "sono una band twee pop" perché io dicessi, "Sì! Certo!", perché mi sembrava bello già solo il fatto che qualcuno avesse un'opinione su di noi. Poi credo di essermi convinto troppo della cosa, a un certo punto. Non mi piace dirlo, ma se non lo dicessi si noterebbe la sua assenza: un pezzo come "International Tweexcore Underground", che è orrendo, e voleva essere sarcastico, ma ha un certo punto ha smesso di esserlo… Siamo stati noi a lasciare che ci venisse appiccicata l'etichetta "twee". Non sono sicuro sia mai stata giusta per noi, ma è stata una categorizzazione che ha fatto il nostro gioco… e insomma, è andata bene così.

Pubblicità

Tom: Quando abbiamo cominciato sembrava che il rock stesse tornando ad essere il genere più rivoluzionario di tutti, e noi volevamo quindi essere il meno maschi e machi possibili. L'obiettivo era quello, indipendentemente da qualsiasi definizione ci potevi attaccare. Ormai è passato così tanto tempo che non ci penso neanche più. Possiamo parlare di quello che eravamo, ma sono troppo vecchio per discutere di generi.  Gareth: Un tempo la parola "twee" mi dava fastidio, e ci sono un sacco di interviste che ho fatto che lo dimostrano, ma ora sono solamente grato del fatto che ci siano persone che parlano di noi. Resta che non è la parola adatta a descrivere i nostri album più recenti, è un'inaccuratezza. Sarebbe come dire che facciamo trance.

È strano, no? Perché i vostri testi parlano di morte, disperazione e masturbazione, non esattamente tre argomenti "carini". 
Gareth: Sì. Ci sono alcuni testi di quegli anni in cui sto recitando la parte dello scrittore di testi twee. Quando la gente ha iniziato ad ascoltarci ho iniziato a fare caso alle aspettative che si erano create attorno a noi, e ho provato ad accontentarle per un certo periodo, anche magari solo di quattro, cinque mesi. Fortunatamente le parti peggiori di quel periodo non sono mai finite su disco, e sono molto felice che sia andata così. Ho scritto testi volutamente zuccherosi e pretenziosi, ma penso che sia un periodo finito ragionevolmente alla svelta, anche se molti potrebbero non essere d'accordo con me.

Pubblicità

Come vi fa sentire ascoltare Hold On Now, Youngster… quasi dieci anni dopo che è uscito? Vi prende un po' male o avete solo bei ricordi di quelle canzoni?
Tom: Una volta che un pezzo è scritto per me è chiuso, almeno a livello emotivo. Suonarlo dal vivo o farci qualsiasi cosa in seguito è già una sorta di ricostruzione forzata di quelle emozioni. Tutto diventa nostalgia, una volta che è stato scritto. Ma sono grato che quell'album sia piaciuto. Mi piace che sia un po' imbarazzante, perché in fondo erano le uniche canzoni che avevamo scritto. Da lì in poi sapevamo che ci sarebbero state persone che avrebbero ascoltato quello che scrivevamo, ed è stato un po' quel passaggio che hanno i bambini dopo che si vedono per la prima volta in uno specchio: il loro modo di pensare cambia. Ogni pezzo è una fotografia del punto in cui ci trovavamo in quel momento. Non ho quasi più problemi con quelle canzoni. È come quando a diciotto anni guardi le foto di quando ne avevi quattordici e ti sembrano orribili, ma ora che ho trentadue anni posso guardare le foto del me adolescente senza impazzire di vergogna.

Gareth: Sto guardando la tracklist ora e direi che ci sono solo tre o quattro pezzi che non mi piacciono veramente, ma devo dire che la mia voce era terribile. Cantavo come un'altra versione di me stesso, non come me stesso. Non credo che quello sia mai stato il mio "vero" cantato.  Ho sentito una voce bastarda, lanciata da voi, che il testo di "You! Me! Dancing!" sia in realtà "It's poo! It's wee! And there's wanking!" ("È cacca! È pipì! E ci sono seghe!"). Confermate, per favore. Gareth: Probabilmente sono le parole che Neil ha cantato negli ultimi cinque anni.

Pubblicità

Tom: Io e Neil abbiamo fatto un patto decidendo di cantarla così, è durato tipo quattro concerti e poi ha smesso di essere divertente.

3. We Are Beautiful, We Are Doomed (2008)

Chiariamoci una volta per tutte: questo è un EP o un album?
Gareth: Lo abbiamo definito un EP per motivi contrattuali, così da poter pubblicare un altro album su Wichita. Volevamo fosse un EP, originalmente, e poi alla fine abbiamo scritto più canzoni di quello che pensavamo. Tom: Penso che sia ancora il discorso sul twee di prima, non sapevamo bene che cosa fosse.  Gareth: Ho fatto arrabbiare un sacco di gente, negli anni, continuando a insistere che fosse un EP. Ma ormai anch'io mi incazzo quando sento un fan di lunga data dire, 'In realtà è un EP', perché voglio poter dire 'la mia band ha pubblicato sei album', non 'la mia band ha pubblicato cinque album'. Ci fa sembrare in attività da più tempo! Ormai per me è un album.  Tom: È quasi un sollievo parlarne, perché mi sto rendendo conto che non mi importa di quello che la gente dice dei nostri album. È quasi una terapia, per me.  Gareth: L'abbiamo registrato solo quattro mesi dopo l'uscita di Hold On Now, Youngster…, e in quel periodo volevo che la band passasse sotto riesame quasi immediatamente. Penso che  We Are Beautiful We Are Doomed sia palesemente "diverso". Ovviamente fa parte della stessa sfera musicale, ma credo che le nostre capacità, e la scrittura di Tom, si siano sviluppati piuttosto alla svelta dopo  Hold On Now, Youngster… Tom: Avevo seriamente paura di non riuscire a scrivere più niente. E quella paura mi ha portato a scrivere il più possibile, e all'improvviso ci siamo trovati con un botto di canzoni pronte.  Lo avete registrato con John Goodmanson, che ha lavorato con i Bikini Kill, i Death Cab for Cutie, le Sleater-Kinney… e da quella volta è diventato il vostro produttore di fiducia. Raccontatemi com'è lavorare con lui.

Pubblicità

Gareth: Ha mixato anche Hold On Now, Youngster… perché ci rendemmo conto che i mix originali non stavano suonando come volevamo, quindi la Wichita ci diede l'opportunità di scegliere un produttore. E scegliemmo John perché aveva lavorato con le Sleater-Kinney, i Pavement, e aveva fatto il radio edit di  "Bandages" degli  Hot Hot Heat….

Ma va? 
Gareth: Per me la cosa più importante resta il fatto che l'abbiamo registrato dopo un tour degli Stati Uniti con i Parenthetical Girls, che sono una delle mie band preferite di sempre, ed ero felicissimo di poter passare tempo con loro. Mi sentivo piuttosto imbarazzato a suonare i pezzi di Hold On di fronte a loro.

Imbarazzato dalle canzoni?
Gareth: Non dalle nostre canzoni, dal mio ruolo al loro interno. Dopo aver vissuto una cosa simile siamo entrati subito in studio e mi sono messo a scrivere nuovi testi, e loro erano una grande presenza. Siamo diventati amici, e sono diventati una grande influenza. Quello stesso anno siete andati in tour con i No Age e i Times New Viking e avete suonato per la prima volta in Sud America. Possiamo dire che è grazie a quest'album se avete davvero iniziato a fare sul serio?  Gareth: Se devo essere onesto, penso che probabilmente abbiamo raggiunto il nostro picco di attenzione del pubblico con Hold On Now, Youngster…

Tom: È stata una discesa costante da allora, no? Ma in fondo abbiamo dovuto combattere per essere considerati credibili, poi abbiamo lasciato perdere, e ora è già solo bello il fatto che esistiamo.  Gareth: Penso che We Are Beautiful We Are Doomed ci abbia aiutati a riposizionarci, in base alle aspettative che c'erano su di noi. Ora che me lo ricordi, è stato strano essere stati gli headliner in tour con i No Age e i Times New Viking. Mi è sempre sembrato molto strano il modo in cui veniamo percepiti negli Stati Uniti, rispetto a quanto succede qua in Regno Unito. La stampa statunitense ci ha sempre considerati un gruppo molto britannico, mentre gli inglesi—e in particolare NME, a quei tempi—ci vedevamo come una band molto americana. Siamo in una sorta di strana terra di mezzo. Quel tour era stato molto divertente, e ci ha fatto molto bene essere circondati da band più rumorose di noi che hanno probabilmente contribuito a quello che siamo diventati dopo. Tom: Sì, sono stati un'influenza su Romance Is Boring. I Times New Viking avevano questi brevi pezzi pop super melodici e super rumorosi—ma anche raffinati, dato oltretutto che erano solo in tre. In pratica facevano quello che provavamo a fare noi, ma meglio. We Are Beautiful We Are Doomed è stato un album transitorio perché stato il primo disco in cui ci sentivamo a disagio. Era la prima volta che ci eravamo resi conto che cazzo, la gente avrebbe avuto un'opinione su di noi, e quindi dovevamo cominciare a pensare a come volevamo esser percepiti e a che musica volevamo fare prima di cominciare a scrivere altre canzoni. È stato davvero difficile. Ci sono sopra un minimo di avanzi di Hold On e un po' di altre cose che volevamo provare a fare, pezzi che avevamo semplificato. Non mi sembra uno dei nostri album migliori, tematicamente è quasi una compilation. È stato un po' messo assieme come è venuto.

Pubblicità

Gareth: Una cosa che mi piace molto della nostra band è che non esiste una risposta standard alla domanda 'Qual è il tuo album dei Los Campesinos! preferito?' So che la maggior parte della gente risponderebbe 'Chi sono i Los Campesinos!?' o 'i Los Campesinos! mi fanno schifo', ma quando la fai a gente a cui piacciamo non ottieni mai sempre la stessa risposta. Un sacco di persone adorano Hello Sadness perché l'hanno usato come un oggetto terapeutico, per lasciarsi dietro una storia finita o altri momenti difficili. Probabilmente quello è stato il primo album in cui ho cominciato a parlar eesplicitamente di salute mentale e depressione, e so che a molti piace esattamente per quello. Ed è fantastico, ma è molto bello vedere che ogni volta che qualcuno fa una lista dei nostri album mettendoli in ordine di preferenza esce qualcosa di diverso. We Are Beautiful We Are Doomed è spesso il preferito di molti, però.

2. No Blues (2013)

Direi che questo è uno dei vostri album più ottimisti. Che ne dite?
Gareth: Sì, il che mi sembra strano dato che il motivo per cui non abbiamo messo No Blues in cima alla classifica è che in quel periodo stavamo tutti una merda. Mentre lo stavamo registrando la nostra etichetta stava perdendo interesse in noi, ci sembrava.

Tom: Penso che avessero perso ogni interesse in noi.

Gareth: Stavo provando a essere diplomatico. Non gli interessavamo più. E se sei in una band è bello avere qualcuno che fa il tifo per te, sia la tua etichetta o il tuo management, perché entri così tanto nelle canzoni che non puoi davvero renderti conto se sono belle o no. Dopo aver promosso No Blues abbiamo fatto, fai, dieci concerti al massimo. Per me è stata un'opportunità che abbiamo mancato. Abbiamo pubblicato solo due singoli, che non sono stati mandati alle radio. Continuavano a dirci che avrebbero organizzato un tour vero e proprio, ma poi non l'hanno mai fatto. Insomma, roba noiosa da industria musicale a cui puoi dare attenzione solo quando sei arrivato al tuo quinto album.  Che cosa vi è piaciuto di quell'album, quindi?
Gareth: Stranamente, per me le registrazioni sono state il momento più bello. Siamo stati davvero fortunati a poter registrare in America, in Canada, abbiamo fatto Hello Sadness vicino a Barcellona, e poi siamo andati a Bethesda, nel Galles del Nord, per No Blues, e cazzo, è stata una figata. Stavamo in un cottage attaccato allo studio e ogni giorno uscivo di casa, andavo al Tesco Express, mi mettevo al pub, prendevo un paio di pinte e scrivevo. E poi tornavo a casa e il pomeriggio guardavo Tipping Point e The Chase [due programmi di quiz britannici, ndt]. Era la mia vita di tutti i giorni, ma con un motivo per bere di pomeriggio. Avevo smesso di fregarmene di quello che la gente pensava dei miei testi e scrivevo solo per me stesso. Mi sono permesso di essere tanto esoterico quanto volevo esserlo. Ma è stato un periodo rovinato dal fatto che non ce lo siamo goduti tanto quanto avremmo potuto.

Tom: Per me quei pezzi non sono poi così rovinati da quello che hanno avuto attorno. Su No Blues funziona tutto molto bene; c'è una struttura narrativa. Normalmente, due mesi dopo che hai finito un disco ti viene da pensare 'cazzo, perché abbiamo fatto questo, perché non abbiamo fatto quello', ma per questo album non mi è successo. Non stavamo più provando a essere percepiti in un modo specifico, volevamo solo fare il disco che volevamo fare.

1. Romance Is Boring (2010)

Perché pensate che questo sia il vostro album migliore?
Tom: Probabilmente è stato il nostro album più disagiato, e quello in cui abbiamo provato più duramente a dare tutto quello che potevamo fare. In gran parte era una reazione al fatto che venivamo definiti 'twee' e 'pop'—volevamo scrivere pezzi davvero aggressivi usando tempi strani. Non scriverei più canzoni come quelle, per come mi sento ora almeno, quindi quando le riascolto quasi non credo a quello che abbiamo fatto. È stato il disco su cui abbiamo passato più tempo. Ci sono un sacco di dettagli, è un disco molto complesso, è una sorta di indie-pop-prog o qualcosa di simile… Ci sono ancora un sacco di cose che mi piacciono, di RomanceGareth: Sì, ci abbiamo messo tre o quattro mesi a registrarlo, dall'inizio alla fine. È un album davvero denso a livello testuale, è pieno di parole, di riferimenti. È molto interconnesso. Mi piacciono gli album che funzionano a livello d'insieme, se parliamo di testi, piuttosto che a livello di singole canzoni, e Romance è uno di quegli album. Il primo singolo che pubblicammo fu "The Sea is a Good Place to Think of the Future", ed era la prima volta che facevamo un pezzo così lento e così emo. Quindi molte persone che non ci avevano considerato prima di allora hanno fatto un passo indietro e si sono chieste se in fondo potevamo piacergli. Lo metto in cima perché è stato il periodo in cui andavamo più spesso in tour, e mi sembra che in quegli anni siamo stati le versioni migliori di noi stessi. Ci sono un po' di pezzi che al tempo davamo per scontati e ora sono diventati dei pezzi di culto per i nostri fan. Il suono dei Los Campesinos! è particolarmente "vostro". Per voi è difficile continuare a essere coerenti con voi stessi, dovendo al contempo fare cose interessanti e facendo attenzione a quello che succede a livello musicale?  Tom: Il nostro primo album era letteralmente quello che sapevamo fare, quello che è uscito—il suono è nato da quello. Chitarra, batteria, basso: era tutto quello che sapevamo suonare. La cosa più strana è che di punto in bianco diventa una carriera, e quindi devi scrivere un altro album, e chiederti perché lo stai facendo e come dovrebbe suonare. Ma noi non siamo mai stati "fighi", e penso sia un vantaggio. Non abbiamo mai dovuto preoccuparci delle mode.  Qualsiasi cosa facciamo, che lo vogliamo o no, non è considerata commercialmente rilevante. Siamo outsider, lo siamo sempre stati, e forse è per questo che piacciamo alle persone a cui piacciamo. Ho sempre ammirato gruppi come i Pavement o gli Yo La Tengo: non hanno mai cambiato tanto il loro suono, e quando le tiri fuori tutti sanno esattamente come suonano, mentre oggi i gruppi cambiano genere quasi da album ad album. E quindi possono diluire le loro personalità. A me non dispiace avere un suono che ci definisce.

Gareth: Io penso che Tom sia un genio e che possa fare quello che vuole, ma non sarebbero i Los Campesinos se lo facesse. È incredibilmente fuori luogo quello che sto per dire, ma per noi e per quelli a cui piacciamo davvero, i Los Campesinos! sono diventati qualcosa di più grande della somma delle loro parti, e non siamo nella posizione di poterli cambiare. Qualsiasi cosa facciamo "diventa" i Los Campesinos!, e provare a cambiarlo troppo significherebbe tradire la fiducia delle persone che hanno investito così tanto in noi. Le opportunità che i Los Campesinos! ci hanno dato, come persone e musicisti, sono infinite, e il rapporto che siamo riusciti a stringere con i ragazzi che vengono ai nostri concerti è travolgente. Quindi non mi sento davvero di poterlo controllare.

Segui Noisey su Twitter e Facebook. Altro su Noisey: Abbiamo chiesto ai Placebo di fare una classifica dei loro album Abbiamo chiesto a Massimo Zamboni di fare una classifica dei suoi album Abbiamo chiesto ai Massimo Volume di fare una classifica dei loro album