[Articolo aggiornato il 28 febbraio]Secondo la Protezione Civile il numero dei contagiati dal nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) in Italia ha superato le 650 unità. I casi sono principalmente concentrati in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Liguria; ma altri sono stati individuati in Piemonte, Toscana, Sicilia, Marche, Lazio, Campania, Abruzzo, Puglia e nella Provincia autonoma di Bolzano. I decessi sono 17: si tratta di persone anziane, e che avevano già patologie pregresse.
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L’Italia è così diventato il terzo paese al mondo per i casi di coronavirus confermati, dietro alla Corea del Sud e la Cina. Di seguito, dunque, un po’ di informazioni utili e pareri di esperti che si sono espressi in questi giorni.Partiamo da qui: secondo la virologa Ilaria Capua, l’impennata del numero dei casi non è legata a particolari errori o mancanze; piuttosto, deriva dal fatto che “semplicemente abbiamo cominciato a cercarli.” In altre parole, “abbiamo iniziato a porci il problema se certe gravi forme respiratorie simil-influenzali fossero o meno provocate dal coronavirus. Sino a due settimane fa non avevamo nemmeno a disposizione, negli ospedali cittadini, i test diagnostici per riconoscerlo.”Per l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, è verosimile che in Italia si sia già alla “terza generazione di casi.” Presumibilmente, dunque, il virus è iniziato a circolare “verso la fine di gennaio, quando ancora l’allerta non era al massimo e i voli non erano bloccati: vari soggetti avranno preso l’infezione magari senza accorgersene e in forma leggera.”Il problema è che attualmente non è stata ancora individuata la “catena di contagio”; mancano infatti i “pazienti zero” nei focolai in Lombardia e Veneto. Di fronte a ciò, dice Capua, il nostro “unico strumento di lotta” è rallentare il contagio con tutti i mezzi disponibili.
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Vanno assolutamente evitate invece le catene su WhatsApp e gli audio inoltrati di cui non si conosce la provenienza. Inutile dire che intasare i gruppi Facebook del proprio comune con informazioni fuorvianti, notizie non verificate (soprattutto su casi sospetti), teorie del complotto su laboratori segreti e falsi screenshot di testate non è un grande idea.Così come non ha molto senso rilanciare, anche solo per indignarsi, le prime pagine di certi quotidiani—sapete già di chi si parla.Sempre secondo la virologa Ilaria Capua, ormai sappiamo che il virus è fortunatamente meno letale di quello che si temeva.“Tanto più scopriamo casi pregressi e passati inosservati,” scrive su Fanpage, “tanto meglio è. Perché vuol dire che il numero degli infetti è maggiore di quanto pensavamo. E il potenziale letale del virus, molto minore.”Per il direttore dell’istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche Giovanni Maga, in base ai “dati epidemologici disponibili su decine di migliaia di casi,” nell’80-90 percento dei casi chi contrae il coronavirus ha sintomi “lievi e moderati” simili all’influenza. Nel 10-15 percento può svilupparsi una polmonite, il cui decorso “è benigno in assoluta maggioranza.” Per il 4 percento dei pazienti può invece richiedersi un ricovero in terapia intensiva.Le complicanze aumentano ovviamente con l’età, e i rischi maggiori li corrono le persone sopra i 65 anni che hanno patologie pregresse o sono immunodepresse.Dal momento che non c’è ancora un vaccino, il vero problema di questa malattia è legato ai numeri: “Se il contagio coinvolgesse tantissime persone, correremmo rischi gravissimi.” Per questo è il momento di fare “il più grande sforzo di responsabilità della nostra epoca.”Segui Leonardo su Twitter e Instagram.