carcere cella italia
Foto via AdobeStock.
Attualità

Detenuti di un carcere italiano recensiscono le loro celle

“Pro: niente. Contro: tutti.”
Leonardo Bianchi
Rome, IT

A parte qualche rarissima eccezione, l’architettura delle carceri in Italia è un relitto del passato. Come emerge dal diciottesimo rapporto annuale dell’associazione Antigone, pubblicato nell’aprile del 2022, la maggior parte degli istituti di pena sono stati costruiti prima degli anni Cinquanta; e quelli più moderni, ossia tra i Settanta e gli Ottanta, sono blocchi di cemento buttati in mezzo al nulla.

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All’interno non è molto meglio. Ancora adesso—nel Ventunesimo secolo—esistono celle dove i water sono in un angolo, cioè a vista. Nella prigione di Carinola, in Campania, il reparto destinato ai protetti (i detenuti separati dagli altri per la gravità dei reati commessi) è del tutto sprovvisto di divisorio tra wc, lavabo e letto. A San Severo, in Puglia, il bagno è separato dal resto della stanza soltanto da un pannello alto tre metri.

Tutto ciò non dovrebbe succedere, e da parecchio tempo: il regolamento carcerario nazionale del 2000 prevedeva la fine dei water a vista nel 2005. Nell’aprile di quest’anno, inoltre, la Corte di Cassazione ha stabilito in una sentenza che avere il wc nello stesso posto dove si dorme e si mangia è “inumano e degradante.”

Per quanto estrema, questa situazione riguarda una piccola parte delle carceri italiane—il 5 percento delle 96 strutture visitate da Antigone. Molto più comune, e cronico, è invece il sovraffollamento: il tasso ufficiale in tutta Italia è del 107,4 percento, ma in alcuni istituti (come a Brescia) raggiunge addirittura il 185 percento.

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In più, il 25 percento delle carceri prese in esame ha celle talmente piccole e affollate da non garantire tre metri quadri calpestabili per detenuto – la soglia sotto la quale si configura “l’invivibilità,” come ha sancito la Corte europea dei diritti dell’uomo in una sentenza del 2013 (Torreggiani) che ha condannato l’Italia proprio per il sovraffollamento.

Al di là delle statistiche e dei rapporti, tuttavia, a raccontare lo stato in cui versano le carceri italiane sono direttamente le persone che vi sono rinchiuse.

Recentemente è uscito il libro Letteratura d’evasione (Il Saggiatore), che raccoglie le parole di un gruppo di detenuti del carcere di Frosinone che nel 2020 hanno partecipato al laboratorio di scrittura creativa condotto da Ivan Talarico, nell’ambito del progetto “Fiorire nel pensiero” curato da Federica Graziani per l’associazione A Buon Diritto.

Uno degli esperimenti prevedeva per l’appunto la recensione della propria cella “come se fosse una camera d’albergo da consigliare o sconsigliare a qualcuno.” Qui sotto riportiamo alcune di queste recensioni, per gentile concessione de Il Saggiatore. Alcuni testi sono stati editati per ragioni di lunghezza.

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Suite 18

Devo dire che la suite 18 della sez. 8 è molto accogliente e molto attrezzata. Possiede un bagno discretamente accomodante, ma impreziosito da poster che lasciano sfiorare immaginazioni a dir poco osé, per poi passare alla cucina. Una cucina ben attrezzata, dove poter dar sfogo alla propria creatività e riscoprire i vecchi sapori penitenziari oggi molto ricercati. Per non parlare della zona notte, composta da un letto a castello, dove in caso di necessità ci si può accomodare per lunghi pernottamenti.

La persona con la quale condivido questa suite è una persona molto ospitale, divertente e un ottimo amico. Ecco, ho pensato di togliere una mezza stella solo per i continui gas di scarico, dovuti a qualche fagiolata di troppo. Si trova nella zona residenziale di C.C. Frosinone, una zona abitata da liberi professionisti in carriera. Il cibo è la parte che preferisco, perché è composto da una dieta mediterranea ricca di verdure e ogni tanto—molto spesso—dolciumi.

I vantaggi: posso osar dire che si sta in gran tranquillità e, come difetto che i pernottamenti, come da contratto, sono molto lunghi.

- Ermal Gripshi


Guarda la nostra serie Dietro le barre: Chicoria racconta la sua vita in carcere.


Una stella

Cedesi cella con annesso inquilino, fornita di doppia porta blindata, riscaldamento autonomo, piccolo disimpegno con appendiabiti, angolo cottura con doppi fornelli da campo e fornita di ampi cestini per la spesa, doppi armadietti sospesi da terra e letto a castello. Piccolo bagno spartano.

Sia il bagno che l’angolo cottura sono adeguatamente mensolati. Ampia finestra con vista panoramica sul paese di Ferentino e la sua cava. Punteggio per l’alloggio valutato su quattro stelle: “★☆☆☆ 1 stella.”

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- Andrea Ciufo

Affittuario incredulo

Affittasi monolocale accogliente, dicevano. Accogliente un corno! Questa stanza è accogliente tanto quanto lo è una fogna! Non ci sono ratti e scarafaggi, è vero, ma ci sono sagome di sputi di tutte le forme, colori e dimensioni, che neanche con la varechina sono andate via. Poi tralasciamo il discorso “strisce marroni” sul soffitto, non voglio neanche fantasticare su quale sia il materiale, né su come ci siano arrivate, lassù.

Vogliamo poi parlare degli affittuari? Posso quasi asserire, senza esagerazioni, che mi abbiano costretto a prendere la stanza! Dopo aver firmato il contratto, invece di una classica stretta di mano, mi hanno voluto vedere in mutande. Che strana usanza! Giuro che non mi era mai capitato da nessun’altra parte.

In più, non mi hanno lasciato neanche una copia delle chiavi di casa, entrano ed escono come je pare a loro, e manco bussano. Pure quando stai al bagno te li ritrovi in mezzo ai piedi… ma che vanno cercando? “Delfini curiosi”!

Comunque, andando avanti, sono voluto venire in vacanza da solo per divertirmi… perfetto… ma ’ndo stanno le ragazze? Ne avrò viste sì e no tre, o al massimo quattro, tutte “abbottonate,” neanche fossimo in convento, e tutte vestite de verde! Però devono essere famose, perché le vedo andare in giro con i bodyguards. […]

Tutto dev’essere per forza complicato! Non parliamo poi del vitto, per carità divina! Farebbero prima a somministrare a tutti i commensali del riso soffiato e carne per cani tutti i giorni, magari alternata a croccantini, facendo così più bella figura. Non domandate dei dolci, nemmeno l’ombra! Per concludere, comunque, avevo letto su un’altra recensione che sarebbe stata un’esperienza da 4 stelle e mezzo… ecco, quella mezza stella che avanza è il mio voto finale!

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- Andrea Lombardi

Tra cancelli e sbarre

Iniziando ho una finestra senza manico e l’ho accroccato con una manopola del fornello. Prima non gli davo nemmeno una stella, ora mezza se la merita.

Per il suo piccolo dovere, al televisore do tre stelle, perché ho notizie del mondo esterno e soprattutto il canale cielo, che di notte trasmette i miei programmi preferiti, un po’ piccanti. Al bagno do due, per il lavandino che schizza acqua dappertutto. Il wc zero, perché quando mi siedo tocco il muro con le ginocchia.

Al letto do tre stelle, perché l’ho confortato con lenzuola di casa e il profumo di mia moglie, così chiudo gli occhi ed esco tutte le notti da lei. Per il resto non lo consiglio a nessuno, tra cancelli e sbarre che a ogni chiusura ti allontanano sempre più dalla civiltà che abbiamo tutti a tre passi…

Alla zona do una stella, perché ci troviamo in una vallata piena di umidità, hanno avuto l’idea di costruire questa struttura in una palude. Il cellante fortunatamente non ce l’ho, visto che l’ultimo si è impiccato e sono stato fortunato a salvarlo. Dell’altro meglio che non ne parlo, ridereste di lui fino a dopodomani.

- El Mehdi Belaabdouni

Recensione della mia residenza protempore in dotazione

Il periodo che caratterizza il mio attuale soggiorno è l’unico in assoluto che non ho dovuto programmare e men che meno prenotare. Quest’ultimo mi è stato procurato d’ufficio, improvviso e imprevisto. Si è subito presentato con una pregevole cortesia di circostanza, oltre a una impeccabile assistenza di trasferimento: austero, blindato e corredato di limousine, rigorosamente “bleu notte.”

Da subito ha manifestato enorme formale efficienza, dai rigidi protocolli. Raggiunto il centro ricettivo designato, ho trovato un mastodonte giurassico, a ridosso della catena appenninica centrale, dimensionato per circa un migliaio di residenti. […]

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Nel frattempo, raggiungo la reception, dove vengo preso in carico e dotato di ogni oggetto di conforto standard, previsto dal protocollo di soggiorno, che dovrò affrontare. Finalmente raggiungo la stanza assegnata, ove stabilire la mia residenza. Entro dimessamente con tutte le mie poche cose, e inizio a sistemare la mia piccola logistica, consistente nel bagaglio essenziale acquisito.

Alzo lo sguardo e intravedo la presenza di quattro uomini allocati su due colonne verticali di brande metalliche incastrate a castello, a ridosso del soffitto. […] Data la mia veneranda età, mi fanno sistemare a quota zero, evitandomi possibili precipitazioni al suolo notturne.

Inizio ad ambientarmi nella quadrimetria complessiva di circa 15 metri del locale in dotazione alla mia comunità acquisita. Unità strutturata in “openspace,” che racchiude ogni area destinata alle funzioni giornaliere. In un angolo, massiccio, appare un datato radiatore in ghisa anni settanta, che ha solo la caratteristica pratica di non funzionare, rappresentando esclusivamente il ruolo di arredo urbano. Una serie di armadietti angusti e vetusti rallegrano le pareti, esprimendo il tripudio e lo splendore della fòrmica anni sessanta.

Sulle mura perimetrali, in via posticcia e raffazzonata, vedo impiccato di tutto, rendendo le impiccagioni tutte funzionali agli scopi. Dipanandomi in questa consolidata pochezza, registro assoluto il mio dramma dell’inutile scorrere del tempo, del quale ho amara certezza che non avrò più modo di servirmi. Le abluzioni mattutine dei 5 umani argonauti imbarcati sulla triremi alla deriva nel nulla, si espletano su poco più di un metro quadrato, dove il tutto incluso con una maniacale architettura ultra minimalista la fa da padrona, sdoganando la carente dignitosa umana funzione.

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Due tavoli con diversi lustri di disonorato servizio, strutturati da un obsoleto Pvc, assolvono al meglio ogni giorno alle molteplici esigenze dei rassegnati utenti nella gestione dello spaziotempo trascinato alla meglio, dagli usufruitori; come antica ciurma coatta, a volte pirata, a volte corsara, ove comunque tutti ne fanno utile uso individuale.

Gli infissi, baluardo degli eventi climatici, svolgono il loro compito nella maniera peggiore, consentendo alla rosa dei venti di penetrare con prepotenza da ogni punto cardinale […].

Commentato quanto sopra, per esprimere una sorta di oggettiva sommaria recensione sulla location oggetto della specifica analisi, in riferimento richiesta, si riscontra inoltre la realtà funzionale e qualitativa assolutamente lontana dagli standard minimi dovuti a una civiltà occidentale. Per adempiere al mandato di descrivere il sito di sopravvivenza, devo assolutamente ricorrere alla matematica dei numeri relativi, assegnando un idoneo “meno sette stelle” al sito ricettivo di riferimento.

Considerato che il servizio ricettivo della struttura viene elargito a costo zero all’utenza, non se ne consiglia comunque la frequentazione, suggerendo invece di rimanere lontano dalle diverse utenze residenziali in servizio alla catena presente nell’italico territorio, indicando semplicemente di trovare qualsiasi altra soluzione logistica ricettiva alternativa a quella presa in esame con la presente. Grazie per la cortese attenzione.

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- Stefano Palma

In mezzo al nulla

Informazioni di base: non ci sono. Persone oltre a me: non do giudizi. Cibo: no comment.

Pro: niente. Contro: tutti.

Posto in cui si trova: in mezzo al nulla. Descrizioni di servizi: i servizi fatiscenti. Descrizione stanza: un cubo di 2 metri × 3 metri. Totale: senza stelle.

- Raffaele Borrelli

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