Un carpentiere di 47 anni del West Virginia, USA, ha prodotto nel suo garage un’arma semiautomatica con una stampante 3D. L’uomo, noto solo con lo pseudonimo di Derwood, è ora in possesso di un fucile funzionante e pienamente legale senza alcun tipo di licenza o numero di serie, proprio perché ha fabbricato il 95% delle parti dell’arma con una stampante 3D. Canna, grilletto, percussore, viti e molla li ha comprati in un negozio, perché sono tutti componenti acquistabili da chiunque in maniera regolare e che negli Stati Uniti non richiedono alcun tipo di licenza.
Il suo capolavoro si chiama Shuty-MP1, è una 9mm e rappresenta una delle armi più avanzate che siano state mai prodotte con una stampante 3D. Come ogni arma semiautomatica, lo Shuty-MP1 sputa fuori uno dopo l’altro i bossoli consumati e si ricarica nuovamente a ogni colpo sparato. Del resto, che l’arma sia efficiente e funzioni molto bene, lo dimostra Derwood in un breve video:
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Lo stesso Derwood dichiara di aver costruito le armi semplicemente per una sorta di “sfida tecnico-ingegneristica” e di non aver mai voluto eludere la legge. “Io sono solo uno di quei tipi che si dilettano a inventare nuove cose. Cose che gli altri dicono non sia possibile fare”, dice in un’intervista a Wired. “Ad alcune persone piace costruire i propri oggetti. È un tipo di approccio autosufficiente”. Derwood fa riferimento a chi tenta di crearsi uno spazio di vita autonomo, il più possibile indipendente dai ritmi e dalle pretese della civilizzazione moderna—perché senta il bisogno di costruire armi e non si limiti semplicemente a vivere lontano e al di fuori del mondo della civilizzazione, Derwood non lo spiega.
A differenza del carpentiere con il suo interesse meramente (almeno in apparenza) artigianale, ci sono altre persone che vogliono diffondere le loro versioni di fucili 3D e assecondare una politica favorevole alle armi. Cody R. Wilson, fondatore dell’azienda Defense Distributed, è uno di questi, pronto a mettere a disposizione— open-source—i file di stampa delle sue armi.
L’attuale modello di Shuty-MP1 non è comunque un’arma che può far gola ai criminali, come sottolinea Derwood. La plastica attorno alla canna del fucile, dopo 18 colpi, inizia a fondersi. “Se continui a sparare, i proiettili non raggiungono l’obiettivo”, dice Derwood.
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Photo: Brunomartinsimagens / Getty Images

