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Per come la vedo io, il noto caso di Italo non deve essere derubricato in pochi giorni come un semplice "scivolone", ma dev'essere costantemente ricordato come uno dei tanti esempi di mancanza di coraggio di una classe economica che anche attraverso azioni come questa non vuole adattarsi al progresso e all'emancipazione. Negli ultimi anni abbiamo assistito a tanti casi diversi ma identici nel mostrare la stesso grado di oscurantismo: dalla clamorosa dichiarazione di Guido Barilla che ha poi cercato di salvare la faccia dell'azienda adattandosi al 21esimo secolo, ai due stilisti italiani Dolce & Gabbana che nonostante la loro biografia e il mondo che frequentano non trovarono di meglio che aprire bocca dimostrando ancora una volta la radicale ignoranza sul tema che, come in questo caso, non riguarda solo omofobi ed eterosessuali.
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Pochi giorni fa ho visto Sì, lo voglio, il video diRepubblica in cui numerosi artisti italiani sostengono la legge Cirinnà in vista del voto di domani. Peccato, però, che tra loro ci fosse un cantante che sul suo profilo Instagram sfoggia una foto in cui, ossequioso e a mani giunte, dona una copia del suo album a Papa Francesco. Se nemmeno il mondo gay, soprattutto in ambito artistico, è capace di affrancarsi da contraddizioni come questa, allora la strada verso l'eguaglianza dei diritti sarà sempre tragicamente in salita.Segui Riccardo su Twitter.Segui la nuova pagina Facebook di VICE Italia: