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"È sempre droga e porta alla morte"

L’11 febbraio la Corte Costituzionale comincerà a esaminare il ricorso che solleva dubbi di costituzionalità sulla legge Fini Giovanardi, regolatrice del diritto in materia di stupefacenti. Ecco tutto quello che c'è da sapere in materia.

Foto di Victor John Penner.

L’11 febbraio la Corte Costituzionale comincerà a esaminare il ricorso che solleva dubbi di costituzionalità sulla legge Fini Giovanardi, regolatrice del diritto in materia di stupefacenti. È cominciato tutto dal ricorso di un quarantaseienne di Palermo, condannato a quattro anni e a una multa di 20.000 euro per essere stato trovato in possesso di quasi 4 kg di hashish. La fissazione della data della prima udienza arriva in un momento in cui si parla molto di legalizzazione anche a livello internazionale e un lumino di tenue speranza si è acceso in fondo al tunnel.

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Per la prima volta non si tratta di una petizione su change.org o di qualcosa di ancora più ridicolo come il sostegno a una pagina facebook o una proposta di legge del Pd, quindi c’è il rischio concreto di cambiamenti in materia.

Ho pensato allora di raccogliere in punti tutte le cose che bisognerebbe sapere sulla legge Fini Giovanardi e su quello che succederà quando cominceranno le udienze della Consulta:

Perché la Fini Giovanardi è incostituzionale?

Per il sospetto di un abuso dell’attività di decretazione d’urgenza. Infatti l’edificante parabola di questa legge comincia nel 2006, quando la riforma normativa sugli stupefacenti, che come tutti possono immaginare è un argomento assolutamente secondario che non impatta in nessun modo la vita della società civile, viene spinta a forza in un decreto riguardante il finanziamento delle Olimpiadi di Torino. In sede di approvazione, alla piccola modifica che doveva passare nel campo degli stupefacenti ne sono state aggiunte altre ventitré riguardanti l’apparato sanzionatorio e altri aspetti sostanziali della disciplina. Le modifiche sono state approvate a colpi di fiducia, in quanto inserite nel decreto d’urgenza. Una delle modifiche più importanti è anche quella che pone la legge in contrasto con le direttive europee e su cui poggia questo ricorso, cioè l’equiparazione fra droghe leggere e droghe pesanti. Questa equiparazione ha portato all’aumento delle pene relative allo spaccio di cannabis dai sei ai vent’anni.

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Il fatto che nel 1990 ci fosse stato un referendum che aveva statuito la depenalizzazione del consumo personale è stato tenuto nella stessa, profonda considerazione che casa Pound riserva solo ai rom e a Enrico Ghezzi.

Cosa dicono le direttive europee?

Anche se a Giovanardi piace pensare che in Europa sparino a vista a chiunque abbia gli occhi vagamente arrossati in realtà i provvedimenti presi nei vari stati membri sono piuttosto eterogenei. Il principio attivo della cannabis, il tetraidrocannabinolo, è classificato come sostanza psicotropa dall’Unione Europea. Tutti i paesi dell’unione hanno recepito le tabelle di classificazione delle droghe secondo la propria interpretazione e la situazione legale non è omogenea. Nella grande maggioranza dei casi l’uso personale di cannabis è un illecito amministrativo. Nei casi in cui sia un illecito penale sono spesso previsti degli avvertimenti prima di una procedura vera e propria. Il concetto stesso di uso personale non è esattamente univoco, in Spagna si considerano eccedenti il consumo personale le quantità superiori ai 40 grammi, in Germania i grammi sono 50.

A farci compagnia nell’avanguardia rivoluzionaria che non prevede distinzioni fra le droghe leggere e quelle pesanti abbiamo altri noti pesi massimi del buon governo come Estonia, Lituania, Lettonia, Ungheria, Slovacchia e Croazia.

Un'immagine dalla campagna di NORML UK, organizzazione britannica per la riforma della normativa sulla cannabis nel Regno Unito.

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Cosa dice invece la Fini Giovanardi?

Anche la Fini Giovanardi prevede la detenzione a uso personale come illecito amministrativo, peccato che il quantitativo sia un po’ meno intuitivo al calcolo perché basato sul principio attivo (1g THC) presente e non sulla quantità in grammi. Per fortuna però, il fatto che il tenore di vita più alto giustifichi una quantità maggiore ascrivibile all’uso personale rispetto ad altri dal tenore più basso ci farà senz’altro vincere la coppa per la borghesia più empatica d’Europa che rincorriamo da tempo. La coltivazione è intesa sempre a fini di spaccio, anche se ultimamente numerose sentenze sono andate in direzione contraria alla legge, assolvendo diversi imputati per coltivazione domestica con la motivazione che il reato non sussiste.

Quali sono le possibili conseguenze della sentenza?

Se la Corte Costituzionale dovesse decidere per l’incostituzionalità del decreto sarebbe travolta l’intera disciplina normativa riguardante la cannabis. Attualmente ci sono diverse proposte di legge, tutte più o meno orientate per una soluzione di depenalizzazione del consumo e della coltivazione a uso personale. È quello che si propongono sia la proposta di legge Farina, proveniente da Sel, sia la proposta di legge presentata dal Pd tramite l’onorevole Manconi.

Le prospettive più ottimiste non arrivano quindi a parlare di legalizzazione, ma solo di depenalizzazione. Tuttavia anche volendo essere ottimisti e fiduciosi e immaginando un possibile scenario di legalizzazione totale, sul modello del Colorado, si tratterebbe comunque di un processo della durata di diversi anni. Da un iniziale monopolio di pochi soggetti autorizzati alla produzione e alla distribuzione dietro ricetta medica bisognerebbe approvare delle normative specifiche per l’uso ricreativo e poi aprire gradualmente il mercato a chiunque sia in possesso di licenza.

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Infine chi sono i sostenitori del decreto Fini Giovanardi?

In Italia non è semplice essere dei sostenitori della legalizzazione e contestualmente degli adulti che non ascoltano ska ed esercitano il loro diritto di voto, perché nella sensibilità comune e nella testa di Salvini si viene immediatamente sintetizzati in un’entità collettiva informe di rastacanne forzacheguevarasignoraggio e il dialogo ne risente un po’. È per questo che vorrei dedicare la giusta attenzione alle principali personalità dell’affascinante mondo proibizionista a cominciare dal capostipite, Carlo Giovanardi, ed è difficile trovare le parole giuste per lui. Cosa dire del senatore Giovanardi che non sia già stato detto della cistite?

Carlo Giovanardi ha moltissime opinioni e ama condividerle con la collettività: sui gay (“Un bacio tra due donne? È come fare pipì in pubblico!”), su Federico Aldrovandi (“Quello dietro la testa di Aldrovandi non è sangue! È un cuscino!”) ma anche su gay e nazismo (“Il movimento nazista era largamente rappresentato dai gay”). Nel video sopra potete vedere Giovanardi spiegare che le canne “fanno i buchi nel cervello” e fare quello che lui chiama “flash mob contro la droga” e i dottori invece tendono a chiamare “aura epilettica.”

L’approccio scientifico alla questione va comunque per la maggiore, si passa dal "ogni azione in favore della vita troverà il nostro convinto sostegno, non certo chi apre alla droga e quindi alla morte” di Gasparri al pericolo di “danni estremi per la salute” del Ministro della Salute Lorenzin. Naturalmente si tratta di danni così abnormi ed evidenti che il ministro non sente il bisogno di specificare quali siano, né qualcuno ha sentito il bisogno di chiederglielo.

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A parte Lorenzin i leader conservatori che hanno affrontato la questione della legalizzazione l’hanno istintivamente collegata a quella dei diritti degli omosessuali, spesso trattandoli insieme e propagandando entrambi gli argomenti come implicitamente opposti a uno stile di vita idealmente sano, una deriva morale a cui opporsi. Nessuno argomenta la propria contrarietà rimanendo nell’argomento specifico e dimostrando le proprie affermazioni riguardo al consumo di cannabis; si fa un uso totemico delle paure collettive, stuzzicandole. Le persone che hanno un determinato stile di vita sono automaticamente ridotte a una serie limitata di pratiche indicate come devianti e date per ineluttabili. Se fumi erba è quindi evidente che presto ti inietterai dell’eroina, che ami fermare bambini per strada per offrire loro un po’ della tua droga, che sei in generale insofferente all’autorità e un po’ blec blocc ed è comunque colpa tua e di persone come te se non si è ancora potuto cancellare Blob dal palinsesto della prima serata. Drogati arroganti.

Ma nonostante sia un concetto al di là delle mie capacità ricettive suppongo che qualcuno possa essere ancora scettico al riguardo, e ammetto che alcune persone possano conservare dei dubbi sull’opportunità e l’auspicabilità di una riforma in senso liberale sulla disciplina degli stupefacenti.

Ma credo anche che sia perché costoro facciano infine la cosa giusta, che Gesù ha creato dj Aniceto.

Segui Laura su Twitter: @lautonini

Nei capitoli precedenti:

Per l'ennesima volta, non fatevi illusioni: non vogliono legalizzare un bel niente

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