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Occhio ai vecchi

Looper è un film sci fi del 2012 di Rian Johnson ed è un concentrato di domande e riflessioni sul tema del destino senza essere insopportabilmente tedioso.

Questo post appartiene alla nostra serie sul meglio del catalogo Sky Online.

Looper è un film sci fi del 2012 di Rian Johnson ed è un concentrato di domande e riflessioni sul tema del destino senza essere insopportabilmente tedioso, e anzi basandosi su un sacco di elementi interessanti: viaggi nel tempo, vecchi riottosi e Bruce Willis.

È ambientato per lo più nel 2044, in una realtà distopica in cui l’economia depressa non concede molte possibilità. Però ci sono pochi fortunati, come Joe, che vengono arruolati in giovane età dalle organizzazioni criminali per diventare i sicari con più comfort mai esistiti, visto che le loro vittime vengono inviate direttamente dal futuro, compaiono nel presente dal nulla legate, imbavagliate e provviste di pagamento attaccato addosso. Infatti sta per essere reso possibile il viaggio nel tempo, che “scoperto” pochi anni dopo l’ambientazione principale del film, viene immediatamente dichiarato illegale e diventa monopolio delle suddette organizzazioni criminali arruolatrici di giovani looper, che lo usano appunto per compiere omicidi.

L’unico particolare vagamente vessatorio del contratto è che la carriera di tutti i looper si conclude con l’omicidio del proprio sé del futuro, pena esecuzione immediata. Quando Joe, che è interpretato da Joseph Gordon Lewitt  con un make up che avrà richiesto più tempo di quello servito per gli ultimi tre capitoli di Star Wars, si trova davanti il suo sé del futuro riesce a farselo scappare per un momento di esitazione. Infatti Il “vecchio” Joe arriva dal 2074, vive a Shangai dopo aver concluso il suo loop (nella timeline originale) e aver continuato a guadagnare con attività criminali varie ed eventuali. Una serie di eventi però lo convince a tentare il colpaccio e quando viene inviato nel passato per essere ucciso dal giovane Joe ha già in testa un piano per cambiare il futuro, mettendo in moto una serie di meccanismi/caccia all’uomo che sono la colonna portante del film.

Tutto il film ruota intorno a questo gioco di strutture cronologiche, non necessariamente precisissimo ma comunque ben delineato. Insomma il viaggio del tempo non viene usato solo come un elemento di gioco per attirare l’attenzione e non è neanche in nessun modo protagonista del film. Viene risotto a un espediente narrativo, che è un segno dell’essere capace di giocare molto bene con gli stereotipi di genere. Un altro segno potrebbe essere che guardiamo un film distopico ambientato nel futuro che si svolge per più della metà del tempo in una fattoria di campagna, che già di per sé è un capovolgimento abbastanza notevole delle aspettative dello spettatore.

Looper si presta chiaramente a tutte le solite accuse di essere “cervellotico” “freddo” “manieristico” che molti scagliano sul filone fantascientifico indipendente (aka povero) tipico dei Memento e dei Primer a cui anche questo film chiaramente appartiene, ma a suo favore c’è da dire che i tecnicismi scientifici sono meno presenti e il plot particolarmente tirato aiuta molto a tenere un ritmo alto e più fruibile. A conferma di questo ci terrei a ripetere: Bruce Willis.