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La guida di VICE per un 2014 migliore del 2013

Come essere persone migliori nel 2014

Di questi tempi è difficile parlare di “migliorare te stesso” senza che la gente ti prenda per un demagogo, un ciarlatano, un maniaco sessuale o una combinazione delle tre cose. Ma si può rimediare.

Foto di Jake Lewis.

Di questi tempi è difficile parlare di “migliorare te stesso” senza che la gente ti prenda per un demagogo, un ciarlatano, un maniaco sessuale o una combinazione delle tre cose. Maestri della seduzione, Fight Club e i DVD di yoga di Geri Halliwell hanno infangato la serietà del concetto, ed è quindi comprensibile manifestare un certo sospetto verso quelle guide che “miglioreranno” le nostre vite.

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Tuttavia, avere un certo interesse nel prolungare la propria vita invece che accorciarla dopo una sbronza molesta non fa di voi degli psicopatici. Nessuno dice che dovreste iniziare a usare i coni di cera per le orecchie o i clisteri a base di alghe nere, ma visto che ci siete vale la pena provare a tenere questa roba più lontana possibile. In qualità di persona che si è appena iscritta in palestra, ha detto addio al proprio iPhone e ha imparato a rispondere con un pacato "no" al "dai, ancora un giro e poi tutti a casa" delle tre di mattina, penso di aver fatto dei passi da gigante. Ecco quanto ho imparato.

Foto di Robert Harper

Morire giovani è patetico
Sapete chi è un grande attore? Michael Caine. Ha sfornato film stupendi per decenni, ha introdotto mode, ha vinto due Oscar, ha guadagnato uno sfacelo di soldi, ha sposato donne bellissime e ha vissuto una vita che chiunque al mondo gli invidia.

Sapete chi ha dato di matto in un paio di film per adolescenti ed è morto coperto di cicche di sigarette a 24 anni? James Dean. Sapete chi altro era così melodrammatico? Kurt Cobain. Sapete chi è un figo? Il sessantacinquenne Brian Eno. Nelson Mandela ha fatto un sacco di roba dopo i 30 anni, vero? La lista potrebbe andare avanti all’infinito. Perché mentre alcune morti precoci sono, ovviamente, tragiche e inevitabili (ti amiamo ancora, Biggie), un sacco di gente deve capire che il mantra “live fast, die young” è una grande cazzata che ci hanno venduto le etichette discografiche e i marchi di jeans.

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Foto di Jamie Taete

Sbarazzatevi del vostro smartphone 
Grazie a un incontro fortuito con un paio di simpaticissimi ragazzi avvenuto un paio di settimane fa, non ho più un iPhone. E non l’ho subito rimpiazzato con un altro. Al contrario, mi sono ritrovato a riflettere sulle parole di Mark Fisher. In un recente dibattito tenutosi a Londra, il principale esponente del marxismo britannico ha descritto gli iPhone come “centri di comando individualizzati.” Insomma, qual è la parte di me che ha davvero bisogno di uno smartphone? Chi sta insistendo affinché lo abbiano tutti? Chi è che ci dice che dobbiamo rispondere alle mail a tutte le ore del giorno? A chi importa davvero degli account Instagram? Gente a cui non piacete, ecco chi. Cosa che fa degli smartphone niente più che uno strumento che vi spinge a odiare voi stessi.

Essenzialmente, dicendoci di aver bisogno di questi aggeggi ci hanno venduto un’enorme bugia tecno-capitalista. A meno che non siate dei freelance, dovrete lavorare un certo numero di ore a settimana in un ufficio. E allora perché dovreste rispondere alle mail al di fuori di quelle ore? Non avrei mai pensato di ritrovarmi a dire queste cose e a sembrare uno dei miei ex insegnanti, e di sicuro non sono un neo-luddista che vi fa la predica, ma gli smartphone uccidono la vostra concentrazione, la vostra abilità di conversazione e forse anche le vostre capacità cognitive. E per cosa? Per paura di perdervi qualcosa e per lo stress.

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Twitter potete sempre usarlo dal laptop.

Scollegatevi dal matrix dell’intrattenimento
Al rischio di trasformare questo articolo in pura piaggeria devo citare un altro concetto di Fisher, stavolta spiegato in Capitalist Realism. Nel libro Fisher racconta la storia di uno studente che segue le sue lezioni con una cuffietta infilata nell’orecchio. Quando gli chiede di togliersela, il ragazzo accetta. "Certo, tanto non sto ascoltando niente." Secondo Fisher il ragazzo sentiva il bisogno di tenere l'auricolare perché voleva avere la sicurezza di continuare a essere connesso al “matrix dell’intrattenimento”: “essere annoiati vuol dire essere allontanati dagli stimoli del matrix che sono il mandare messaggi, guardare YouTube e mangiare ai fast food,” scrive Fisher, “vuol dire vedersi negare, per un momento, il flusso costante di gratificazione zuccherina on demand."

Penso che sia solo che salutare allontanarsi per un po’ da queste cose. Stiamo diventando sempre più dipendenti dal matrix, e quando ci obbligano a separarcene diventiamo dei deficienti incapaci e agitati che non sono in grado di affrontare una corsa in bus senza la copertina tecnologica di Candy Crush.

Foto di Rory DCS

Guardate l’orizzonte
In un triste mattino pieno di rimorsi dopo un festino casalingo, una persona saggia mi disse che ormai non si non guarda più l’orizzonte. Non in senso filosofico (per quanto ci sarebbe da discutere anche su quello) ma in senso molto letterale. Questo perché molti di noi vivono in città nelle quali non è possibile guardare oltre l’ennesimo palazzo, cosa che ci dà un’idea molto misera delle dimensioni e della portata del mondo in cui viviamo. E che ci può rendere paranoici, egoisti, depressi e senza immaginazione.

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Ovviamente le città possono essere posti bellissimi, e non credo che molti di noi siano pronti per trasferirsi in qualche sperduta punta della costa, ma ogni tanto cercate di farvi un giro per avere un’idea di quanto siete piccoli. Può essere spaventoso e umiliante considerare certe cose in una società che ci dice che siamo gli Dei di noi stessi, ma riuscirete a reagire molto meglio a quel commento passivo aggressivo o a quel report che non avete ancora consegnato.

Leggete libri
Di nuovo un consiglio-cliché, ma i cliché sono tali per una ragione ben precisa. Non diventerete dei grandi della vostra generazione se tutto quel che fate durante il giorno è scorrere velocemente gli articoli di HypeBeast o collassare di fronte a qualche streaming. Leggere di più arricchirà la vostra vita, qualsiasi sia la vostra occupazione. Leggete sul bus, sul treno, a pranzo. Leggete romanzi o storie vere. Leggete Patrick Hamilton, Carson McCullers e le autobiografie dei calciatori. Leggete per imparare e per vivere. L’unica cosa che non dovete fare è trasformarvi in quelle persone che credono di essere dei fenomeni perché leggono l’ultimo Premio-qualcosa in metro.

Genitori
Dopo essere strisciati fuori dalla tempesta di autoindulgenza ed edonismo che sono stati (o avrebbero dovuto essere) gli anni dell’adolescenza e quelli immediatamente successivi, è facile avere la sensazione di esservi un po’ allontanati dal vostro Vero Io Interiore. I tempi della scuola sono passati da un pezzo, l’innocenza è stata scambiata avidamente per nuove esperienze e non potete più parlare con i vostri vecchi amici perché sono troppo occupati ad essere sposati. A chi rivolgersi? Alle persone che hanno sempre saputo di quella volta in cui avete combinato qualcosa ma che prometteranno di non parlarne a patto che vi calmiate un po’.

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Anche i vostri genitori brancolano per il mondo soli e confusi, ma con il vantaggio di aver già vissuto le cose che state affrontando adesso. Trattateli come i manichini del crash test della vostra esistenza; guardateli e parlateci invece di considerarli solo dei nonnetti che non vi lasciano ascoltare Dr. Dre in macchina.

Foto di Matías Uris Rey

Fare esercizio fisico è bello
Non siete più a scuola. Non dovete più essere convinti che il fitness sia una cosa da sfigati mentre voi, con il vostro stile dandy e sedentario, siate quelli bellissimi, splendenti e illuminati. Non lo siete; sudate anche solo per arrivare alla fermata dell’autobus e anche se avete ancora un vitino di vespa le vostre arterie somigliano a wurstel rinsecchiti.

Lo sport a squadre non è per tutti, ma i tempi in cui Andrea della 5°b vi tirava il pallone in faccia sono passati. Fare esercizio fisico è una ricerca intellettuale che arricchisce la mente oltre che il corpo, e permette di affrontare il mondo con un altro ritmo. Murakami ha scritto un libro sul jogging, Camus era un portiere e Kari Stefansson è un accanito giocatore di basket. La lista è infinita. Le ricerche della NASA hanno dimostrato che le persone che fanno regolare esercizio fisico prendono buone decisioni con maggiore facilità rispetto a chi non si allena. L’esercizio non ti rende stupido, starsene seduto a fare niente sì.

Bevete
Alla fine, la vita è dura. È implacabile, e non si ferma finché non è finita davvero. Come possiamo distrarci dalla nostra stessa esistenza? L’alcol è il modo in cui la natura ci permette di sentirci bene e rallentarci quando le circostanze attorno a noi suggerirebbero il contrario. È l’elisir della vita, il succo dell’amore al quale è legato quasi ogni bel momento della mia vita. La vita è più grande di voi, provate a combatterla e perderete. Senza un pochino d'alcol, è come se cercaste di prendere Dio a testate.

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