Cultura

Le cose più strane che vede chi sviluppa i rullini delle macchinette usa e getta

‘Ho visto diverse foto di genitali, sì, e una o due scene intime.’
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Foto di Emily Bowler.

Un sacco di persone sono in fissa per la fotografia analogica.

“Vuoi mettere? È più fico e basta. Adoro le imperfezioni,” ti spiega il tuo fidanzato, che nella vita fa il PR, ma qualche anno fa è stato a un paio di mostre e ora ha un profilo Instagram apposito dedicato ai suoi “scatti fatti con una Yashica T5” (102 follower per 10 milioni di foto sottoesposte di immondizia per strada).

Ma la pellicola non è prerogativa solo sua, mia e di chiunque abbia di recente comprato una Pinhole su eBay e googlato “diaframma” per sapere cosa significhi. È anche territorio di gente fuori di testa. Forse è per la facilità con cui la pellicola può essere distrutta rispetto alle immagini digitali. Forse è per il fatto che puoi abbandonare una macchina fotografica a rullino in giro senza preoccuparti che qualcuno possa sbirciare cosa contiene e scoprirne il contenuto.

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A prescindere, c’è qualcosa nella pellicola che sembra renderla il mezzo preferito di vecchi pervertiti, ragazze in fotta coi glitter che frequentano solo spacciatori, gente di mezza età appassionata di BDSM e ventenni un pelo troppo ossessionati da Jackass.

Il che mi ha fatto pensare: ma quei poveretti che devono sviluppare i nostri rullini, che razza di catalogo di oscenità avranno visto nella loro vita? Ci siamo fatti raccontare le storie peggiori dai diretti interessati, garantendo loro l’anonimato così che non vegano licenziati.

'Uno aveva cagato sul cuscino vicino alla testa dell’amico mentre dormiva.'

“Una volta ho sviluppato cinque usa e getta in un colpo, provenivano tutte da una vacanza tra amici maschi. Immagino che fosse un addio al celibato o qualcosa del genere, perché c’era una bella serie di scemenze. Il solito: abiti ridicoli, scatti di gruppo in maschera, foto di gente che barcolla, culi all’aria e via dicendo.”

“Ma c’era anche… ecco, in pratica, uno di loro aveva cagato sul cuscino vicino alla testa dell’amico mentre dormiva. Non ero qui quando il tipo che le aveva portate a sviluppare è venuto a ritirarle—un gran peccato, perché avrei tanto voluto vedere la sua faccia mentre gliele consegnavo.”

— Angela

‘La donna nelle foto con suo padre non era sicuramente sua madre.’

“La stragrande maggioranza delle foto che sviluppiamo sono foto di vacanze come tante, foto di famiglia, bambini e cose del genere. Quelle più interessanti spuntano quando qualcuno porta un rullino molto vecchio che era rimasto in giro mai sviluppato e non hanno idea di cosa ci sia dentro.”

— Angela

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“Una volta è venuto un tizio con un rullino che aveva trovato svuotando la casa del padre appena morto. Erano per lo più vecchie foto di famiglia, niente di speciale, ma ho pensato che sarebbe stato bello vederle per il figlio. Quando l’uomo è tornato a ritirarle, le ha scorse davanti a me per vedere se ce n’era qualcuna da stampare in grande. Poi si è rabbuiato, e mi ha fatto strano. Dopo un po’ ha detto che non riconosceva nessuno in quelle foto, tranne suo padre. La donna ritratta non era di certo sua madre, e lui aveva solo sorelle, ma c’erano tre bambini maschi. È stato parecchio imbarazzante, lui se n’è andato all’improvviso e io non ho mai saputo come sia andata a finire. Una seconda famiglia segreta, magari? Molto strano!”

– Lisa

‘Ho visto diverse foto di genitali, sì, e una o due scene intime.’

“Non so se dovrei dire queste cose, ma il mio capo non c’è, quindi… dobbiamo guardare le foto per forza, perché aggiustiamo la luminosità se sono troppo scure. In genere basta guardare solo le prime e le ultime, quindi eccovi un bel consiglio se volete farvi sviluppare delle foto strane: nascondete le più estreme nel mezzo del rullino!”

“Uno suppone che le persone provino imbarazzo a portare i rullini se dentro ci sono foto zozze, ma non è sempre così. Ho visto molti genitali e sì, anche una o due scene intime. Ma non ti dico altro.”

– Richard

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‘Un tizio arrivava con rullini e rullini di bambole messe in diverse posizioni sessuali.’

“All'università lavoravo in un laboratorio fotografico, e ci capitava di vedere veramente di tutto. Soprattutto roba di sesso, e poi c’era un tizio davvero inquietante che arrivava con rullini e rullini di giovani donne che posavano in biancheria intima. Immagino che dicesse loro che era un fotografo o uno che fa scouting di modelle, tipo? Dopo un po’ ho cominciato a farlo servire da un mio collega uomo—era troppo inquietante. Poi c’era un altro tizio che arrivava con rullini pieni di bambole messe in diverse posizioni sessuali. Onestamente, quel lavoro mi ha fatto incontrare un sacco di uomini terribili.”

– Marta

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‘Foto di vomito.’

“Dove lavoro ora, abbiamo una politica per cui nessuno guarda le foto private delle persone, e la rispettiamo rigorosamente. Saresti sorpreso di quanto sono noiose, comunque: per lo più solo vacanze di famiglia, lauree, compleanni… e una volta che ne hai viste un paio, le hai viste tutte.

Ma dove lavoravo 10 o 15 anni fa, erano tutti più rilassati e abbiamo visto un po’ di cose strane. Le persone usavano le macchinette usa e getta molto più spesso, allora, c’è da dire. Una che ricorderò per sempre è la persona che documentava ogni volta che stava male, per cui i rullini erano pieni di foto di vomito. Penso che fosse un progetto artistico o qualcosa del genere, ma non si sa mai davvero. Ci sono sempre anche almeno un paio di foto di sesso, ma c’è da aspettarselo, no?”

– Reece

@ro_hew