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È uscito un articolo sul "lussuoso loft" di Fausto Brizzi - No, davvero

È più o meno l’equivalente di un articolo sul delitto di Cogne che parla di quanto conviene farsi una villetta in montagna.

Pochi giorni fa un servizio delle Iene ha identificato “il Weinstein italiano” (dal titolo del servizio) nel regista Fausto Brizzi, che è stato accusato da dieci donne dello spettacolo—tra cui la modella Alessandra Giulia Bassi, la ex miss Italia Clarissa Marchese e altre otto rimaste anonime—di atti che si collocano su tutto lo spettro delle violenze, dalla molestia allo stupro. I fatti si sarebbero svolti sempre secondo uno schema abbastanza preciso: Brizzi avrebbe improvvisato massaggi alle ragazze o chiesto loro di recitare scene d’amore, di solito dopo essersi spogliato mentre erano girate. Il tutto sarebbe avvenuto nel suo loft a Roma.

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Sono passati quattro giorni dalla messa in onda del servizio. E oggi, quattro giorni dopo, la stampa italiana sta parlando… del loft.

Il tweet del post di Di Lei, ora rimosso.

Questo articolo (che ora risulta offline) di Di Lei—il femminile online di Virgilio—è stato molto condiviso perché, credo, rappresenta in assoluto l’angolazione peggiore da cui si poteva decidere di trattare la vicenda. A partire dal titolo: A casa di Fausto Brizzi, il loft delle presunte molestie. Stiamo parlando del luogo dove secondo le accuse si sarebbe svolta una serie di abusi, e questo luogo viene descritto come “un prestigioso open space nel quartiere San Lorenzo a Roma, luminoso e colorato. Arredato con un gusto unico e lussuoso, dallo stile vintage.” Più o meno l’equivalente di trattare il delitto di Cogne scrivendo di quanto conviene farsi una villetta in montagna.

Titolo e sottotitolo. Grab via

A quanto pare "A casa di…" è un format tipico di Di Lei (nei correlati del pezzo ci sono altri esempi sulle case di Mara Venier e Serena Rossi). Ciò non toglie che non riesco a credere che nessuno della redazione abbia avuto qualche dubbio sull'opportunità di applicarlo alla casa di Brizzi proprio adesso. Il pezzo è un capolavoro di assurdità, e pur essendo breve contiene moltissime cose sbagliate in soli quattro paragrafi.

Per chi non l'avesse letto, si parte appunto dall'appartamento, si dice dov'è, si dice che è "prestigioso," "super lusso," "dallo stile unico" ecc ecc… e poi BAM, proprio qui "sarebbero avvenute le presunte violenze" di cui Brizzi è accusato. Temo che l'ordine in cui sono state messe giù le due cose (prima il loft, poi le donne molestate) rispecchi l'importanza che gli viene attribuita in quest articolo.

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E infatti le molestie spariscono subito ed entrano, nell'ordine: il nome dell'architetto che ha aiutato Brizzi ad arredare la casa (immagino che non sia proprio una grande pubblicità); poi una descrizione particolareggiata dell'abitazione, con il "grande salone," i "parquet chiari, i soffitti ad archi," le "centinaia di libri" e le "tante fotografie," il "gusto vintage" che traspare dal "jukebox" o dalla "scrivania dello studio a forma di vecchia utilitaria", e persino la "sala cinematografica privata, decorata con stiker [ sic] di supereroi." In pratica, sembra di essere davanti alla versione scritta di un plastico di Bruno Vespa. Non c'è altra spiegazione razionale.

A questo punto sorgono spontanee delle domande, tipo: perché il caso di Brizzi sta venendo trattato dando la massima attenzione a tutta una serie di dettagli che non hanno alcuna attinenza con il caso in sé ma anzi sembrano voler assolvere Brizzi dalle accuse contro di lui?

Non mi riferisco solo alla descrizione di casa sua—una casa così borghese, la cui descrizione sembra proprio volerci dire ti pare che uno che ha tanti libri, il parquet e gli sticker dei supereroi può essere un molestatore?—ma anche all'articolo del Corriere della Sera di qualche giorno fa in cui già dal titolo Fausto Brizzi era "dimagrito e disperato."

Detta proprio brutalmente: io non guardo film e non sapevo chi fosse Brizzi fino a pochi giorni fa. L'unica cosa che so di lui, e penso a questo punto mi interessi sapere, è che è accusato di molestie sessuali e stupro. Perché dovrebbe interessarmi com'è fatta casa sua?

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Infine, un'ultima cosa che mi lascia sinceramente basito sono i vari dettagli che rimandano in modo sottile alle molestie.

Ecco, forse non sono voluti. Voglio sperare che non siano voluti. Perché scrivere "il filo conduttore del progetto è l'idea di ambienti sorprendenti" parlando dell'appartamento dove Brizzi invitava delle ragazze per poi spogliarsi non richiesto davanti a loro? Vi prego.

Ma la cosa peggiore di tutto il pezzo è proprio la conclusione: "Nella camera da letto principale si trova una doccia di ultima generazione con cristalli trasparenti." Avete presente la storia della pistola di Chekhov, no? "Se nel primo atto compare una pistola, bisogna che alla fine spari." Ecco, possibile che nessuno ci abbia pensato scrivendo della doccia di Brizzi?

Non ci posso credere.

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