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Guarda la vecchia proposta di legge per ridisegnare le regioni italiane

Nel 2012, il deputato PD Morassut ha presentato un ddl per ridisegnare le regioni italiane. Ne ha riparlato in occasione del referendum in Lombardia e Veneto.

In occasione del referendum di questo fine settimana per l'autonomia della Lombardia e del Veneto, e sulla scia di ciò che sta succedendo in altre parti d'Europa e del mondo, il deputato PD Roberto Morassut ha rilanciato una sua proposta di legge del 2012 (dibattuta anche nel 2015, e presentata con il collega Raffaele Ranucci, sempre del PD) per ridisegnare le regioni italiane.

In un post sulla sua pagina Facebook, Morassut ha spiegato i motivi dietro la proposta. A suo dire l'Italia e l'Europa stanno vivendo un periodo di "crisi organica" caratterizzata dal disgregarsi della forza degli stati nazionali e dall'assenza di uno stato federale europeo.

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"Viviamo sospesi tra ciò che non c'è ancora (uno stato europeo) e ciò che sta morendo (gli stati nazionali). In questa terra di nessuno proliferano populismi, nazionalismi, estremismi politici, sociali e nazionali," ha scritto Morassut. "L'Europa sembra esplodere […] La marcia di avvicinamento ad un nuovo organismo statale europeo non può che partire da una riorganizzazione del regionalismo europeo."

Il senso dell'idea quindi sembra stare tutto nella necessità di adeguare la forma dello stato ai tempi attuali. È un progetto serio quindi, non è una provocazione. Secondo la proposta di Morassut, l'Italia dovrebbe essere divisa in 12 regioni: partendo da nord ci sarebbero una regione Alpina composta da Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, la Lombardia che non verrebbe toccata e un Triveneto che comprenderebbe Veneto, Friuli e Trentino Alto-Adige.

Nel centro Italia l'Emilia Romagna rimarrebbe più o meno uguale con l'aggiunta della provincia di Pesaro, mentre Toscana e Umbria verrebbero fuse in una regione Appenninica e Marche e Abruzzo si ritroverebbero insieme in una regione Adriatica. Il sud sarebbe diviso in tre con una regione Tirrenica (che comprenderebbe la Campania e parte del Lazio con la provincia di Isernia), una regione di Levante (con la Puglia e la parte est della Basilicata) e una regione di Ponente (la Calabria e la parte ovest della Basilicata). La Sicilia e la Sardegna non verrebbero toccate mentre la provincia di Roma verrebbe promossa a regione come Distretto di Roma Capitale.

Se avete dubbi su questa divisione sappiate che non siete i soli—è lo stesso promotore del disegno di legge a dire che "i confini proposti in questo disegno non sono importanti" ma che la cosa che conta davvero è iniziare a discutere del problema per evitare di lasciarlo in mano ai populismi, come del resto è accaduto nel caso del referendum autonomista di Lombardia e Veneto.

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