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Musica

Il canale YouTube dell'Istituto Luce è una miniera d'oro di assurdità

L'Istituto Luce ha caricato migliaia di video girati tra gli anni Venti e i Sessanta, che nascondono stranezze musicali visionarie e previsioni assurde dall'Italia che fu.

Questo è il primo articolo di una nuova serie in cui andremo a esplorare le assurdità musicali dell'archivio online dell'Istituto Luce. Buona lettura.

Tutti abbiamo un canale YouTube preferito. C'è chi passa le proprie serate a sorbirsi TED Talks, chi gode guardando coltelli incandescenti tagliare cose e chi spulcia tra i video della Polizia di Stato per seguire le scorribande trap e metal delle forze dell'ordine. E c'è chi, come me, ha scoperto il canale più bello di YouTube che non avete mai sentito nominare, la cui storia comincia nel 1924.

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L'Istituto Luce (che sta per "L'Unione Cinematografica Educativa") nasce con uno scopo preciso: quello di unificare culturalmente l'Italia tramite la produzione di cinegiornali a metà tra propaganda e intrattenimento. La prima non ci interessa particolarmente, a meno che siate nostalgici del ventennio interessati a pipparvi qualche ora di Mussolini che aizza le folle. I momenti pensati per divertire e incuriosire, invece, sono una camera delle meraviglie spaziotemporale.

Il canale YouTube dell'Istituto Luce ha caricato negli ultimi anni decine di migliaia di spezzoni tratti dai cinegiornali del suo archivio, prodotti tra gli anni Venti e gli anni Sessanta. La cosa incredibile è che questi sono stati uploadati senza il minimo criterio. I titoli dei video sono completamente a casaccio, e spesso sono totalmente sconnessi rispetto al loro contenuto. Il risultato, nonostante i 40.000 iscritti al canale, sono tonnellate di clip con poche centinaia, o addirittura decine, di views. Ed è un peccato, dato che ce ne sono una caterva che vi faranno scoppiare il cervello.

Ma perché questi video sono dei gioielli? Il loro valore sta sia nel loro contenuto—una preziosa finestra sulla nostra storia recente—che nel modo in cui sono presentati. A introdurre lo spettatore ai filmati è la classica voce narrante ideata nel ventennio, tutta aulica e impostata: per intenderci, quella che rende una gemma Fascisti su Marte. Anche a dittatura finita, il narratore descrive le scene sullo schermo con un vocabolario assassino, tutto termini in disuso e battute totalmente fuori fuoco secondo la sensibilità odierna.

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Da quando ho scoperto il canale, che si chiama CinecittaLuce, sono entrato in un vortice di binge watching da cui fatico a uscire: dopo ogni gemma ce n'è sempre un'altra più assurda, e sono felice di potervi presentare in una serie di articoli a cadenza giornaliera le mie preferite a tema musicale. Cominciamo da…

MUSICA SOMMERSA

Tanto per mettere in chiaro la caratura di quello con cui abbiamo a che fare, la descrizione ufficiale di questo video è " Santa Margherita Ligure: un gruppo di musicisti mattacchioni, ripresi da Macario, eseguono pezzi jazz in riva al mare e sott'acqua". Il video è stato girato nell'agosto del 1956.

Scena: siamo su una spiaggetta ligure negli anni del dopoguerra. Il boom economico è ancora all'orizzonte, e gli stabilimenti non si sono ancora presi tutto il bagnasciuga della nazione. I paesini della riviera cominciano ad accogliere qualche turista, ma sono ancora luoghi di mare popolati da gente semplice: pensate quindi che cosa deve essergli passato in testa quando si sono visti passare di fronte un gruppo di tizi in costume con in mano trombe, flauti e tromboni diretti di buon passo verso l'acqua.

" Ne accadono di pazzie, in questo crepuscolo di stagione piuttosto calda", inizia lo speaker: " Una banda di suonatori ha scommesso di fare un viaggio in barca senza smettere un attimo di dar fiato agli strumenti". I nostri amici "mattacchioni" scendono una scaletta e salgono su quello che la voce definisce " un bombardone", che nel giro di poco—com'era anche prevedibile—affonda sotto il loro peso. Il commento:

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"I naufraghi, come cigni in punto di morte, esalano insieme l'ultimo, fragoroso canto".

A questo punto la prospettiva si sposta sott'acqua, dove i nostri (dotati di boccale e occhialetti) hanno ancora in mano i rispettivi strumenti. Con un leggero jazz come sottofondo, corpi di musicisti soffiano bolle dai loro strumenti in un'immagine a metà tra l'assurdo e il sognante. Il narratore se ne esce con una frase degna dell'atmosfera assurdista del video:

"L'allegro molto bagnato scritto in chiave di pazzia ha da esser suonato tutto".

Dopo la sua chiosa, il narratore riapre bocca quando il gruppo torna in superficie: " Oh, è sempre lui! Il bombardone che va fuori tempo. Per forza! Ha bevuto troppo". Grazie a Macario per aver filmato tutto questo, grazie all'Istituto Luce per averci portato in fondo al mar come neanche la Disney ha saputo fare.

Ci vediamo nei prossimi giorni con altre cartoline musicali psichedeliche dal nostro passato, tra isterie sociali, strumenti scomparsi, performance assurde e tanto Sanremo.

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