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Tecnologia

Questa mod di 'Wolfenstein 3D' ti chiede se sia giusto picchiare un neo-nazi

“Hai provato a parlarci?”

Da quando un uomo con il volto coperto ha sferrato un cazzotto al sostenitore della supremazia bianca Richard Spencer, il giorno dell'inaugurazione del presidente Trump, si è creato un certo dibattito, dove le persone si chiedevano se fosse giusto spedire il proprio pugno a piena velocità contro la faccia di un nazista. Ramsey Nasser, un game designer di Brooklyn, pensa di sì.

Per dimostrare il suo punto di vista, ha preso la versione online gratuita di Wolfenstein 3D, il titolo celeberrimo di id Software uscito nel 1992, e l'ha aggiornato per i tempi moderni con il titolo di Dialogue 3-D. Wolfenstein 3D, come forse ricordate, è il classico del genere sparatutto in cui William "B.J." Blazkowicz, una spia americana di discendenza ebro-polacca,  assale una prigione nazista trivellando con una pistola Luger ogni nazista che gli passa davanti.

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Ho giocato a Wolfenstein 3D almeno un centinaio di volte, e devo dire che conserva un certo effetto catartico anche a distanza di vent'anni. Con Dialogue 3-D, però, appena premo "X" per impallinare il primo nazista che tenta di uccidermi, compare una finestra di dialogo.

"La resistenza violenta ha mai risolto qualcosa?" chiede, dandomi come opzione di risposta solo Sì o No. Il nazista, nel frattempo, sta ancora tentando di ficcarmi un proiettile in corpo. Pensando alla rivoluzione americana o a quella francese, premo con esitazione sul "sì." Sparo un altro colpo al nazista, ma ecco che spunta un'altra finestra.

"Aspetta, aspetta: non è importante proteggere anche la loro libertà di parola?"

Cerco di premere su "sì," ma Blazkowicz è già morto stecchito sul pavimento. E questo è Dialogue 3-D. Ho capito che è possibile uccidere i nazisti e giocare più o meno normalmente se rispondi alle domande in fretta, ma è una faticaccia. Ad ogni colpo mi ritrovavo davanti le stesse domande — "Queste azioni non fanno di te il vero nazista?" o "Hai provato a parlarci?" — incapace di sparare di nuovo finché non avessi risposto. C'è un messaggio in tutto questo, crede Nasser, anche se "preferisce che ogni persona abbia la propria esperienza [mentre gioca al gioco] e arrivi alle proprie conclusioni."

"Ho trovato bizzarre le reazioni scandalizzate al caso di Richard Spencer — un uomo che ha pubblicamente appoggiato il genocidio e la pulizia etnica — preso a pugni in faccia," mi ha detto per messaggio su Twitter. "C'è un moralismo diffuso riguardo alla violenza in generale, e una certa confusione su cosa implichi la libertà di parola. Anziché continuare a lamentarmi, ho lasciato che Dialogue 3-D diventasse il veicolo dei miei sentimenti."

Immagine: Ramsey Nasser

Dialogue 3-D non è l'unico gioco che Nasser ha fatto riguardo la controversia della violenza anti-fascista. Solo un paio di settimane fa, ha lavorato insieme alla game designer Jane Friedhoff alla Global Game Jam, dove hanno creato Handväska. Questo secondo gioco non è altrettanto violento — l'idea di base è picchiare con una borsetta il maggior numero possibile di neo-nazi — ma è orgoglioso che le circostanze abbiano fatto sì che il gioco potesse uscire in coincidenza con la giornata della Memoria. Il punto cruciale per lui è che i giochi possono rivelarsi un ottimo strumento per far riflettere le persone su argomenti come questo.

"Senza dubbio sono più bravo come programmatore e designer che come scrittore; questo mezzo mi permette di esprimermi meglio, ma so che articoli scritti bene possono colpire ed educare le persone immensamente," ha detto Nasser. "Sono cose diverse, ma una tattica differenziata è sempre un'ottima cosa."