I DVD pirata sono il paradiso del cinema in Perù

Al Pasaje 18 del centro commerciale Polvos Azules di Lima, troverete pile di masterizzatori DVD che ronzano in sottofondo, mentre le luci fluorescenti si riflettono vivide attraverso il luccichio di migliaia di film pirata sigillati in involucri di cellophane. Sembra una scena uscita fuori da una storia cyberpunk. Ma per molti peruviani, per i quali l'accesso a piattaforme di streaming come Netflix è ostacolata da una delle connessioni internet più lente del pianeta, i DVD pirata rimangono una fonte di accesso primaria ai nuovi film.

Mariano Carranza si è recato in visita a Lima per Motherboard, con la missione di verificare come lavorano i venditori di DVD pirata, visto che le leggi contro la pirateria si sono ammorbidite negli ultimi anni. Non è sempre stato così; come ci ha raccontato El Chino, il proprietario di un negozio al Pasaje 18, "ho avuto problemi con la legge circa 11 anni fa. Gli agenti si fermavano e mi confiscavano i film. Ora non lo fanno più, soprattutto perché la cosa è cresciuta troppo." Nel 2006, l'International Intellectual Property Alliance (IIPA) ha stimato che circa il 98 percento della musica distribuita in Perù tra il 2004 e il 2005 è stata piratata.

Un report IIPA del 2010—che, è importante notare, rappresenta una grande coalizione per la tutela del copyright negli Stati Uniti—ha affermato che "la pirateria nel mercato peruviano continua a essere un problema significativo, che provoca danni al business legittimo. La pirateria di supporti rigidi è diffusa, con i dischi masterizzati (contenuti riversati su CD-R e DVD-R) come mezzo preferito dalla pirateria di strada."

Il report fa anche notare il problema dei controlli. "Il problema più pressante per l'industria della proprietà intellettuale in Perù continua a essere l'inadeguato procedimento penale e le sanzioni amministrative carenti per la violazione del copyright," scrive. In Perù, i DVD copiati hanno avuto una tale diffusione da far sì che anche le cause della crisi locale di Blockbuster siano state attribuite alla pirateria.

Tuttavia, il report del 2010 non menziona affatto la questione dell'accesso ai film—così come fanno anche le notizie che si basano solo sui dati dell'IIPA. Come abbiamo visto, studio dopo studio, il modo migliore per combattere la pirateria è quello di rendere i film più facili da guardare. Netflix è diventato il più grande utilizzatore di larghezza di banda negli Stati Uniti—scalzando BitTorrent—non solo perché fornisce una piattaforma legale, ma anche un'esperienza migliore.

Le statistiche sulla pirateria in Perù a seguito del lancio della versione locale di Netflix nel 2011, sono molto più difficili da trovare; nel 2013, l'IIPA elencava ancora il Perù nella sulla sua lista di controllo, ma lo faceva basandosi sui dati di due anni prima. La maggior parte degli studi suggeriscono che la diffusione di Netflix porterebbe a un calo della pirateria, ma è più complicato di così. La popolarità di siti torrent come Popcorn Time è radicata nel fatto che anche le piattaforme a norma di legge devono ancora sottostare agli accordi di licenza internazionali per portare i contenuti agli utenti stranieri.

L'alto tasso di pirateria in Perù mostra che c'è un mercato musicale e cinematografico, uno con un potenziale enorme per la monetizzazione. Come ha sostenuto la Electronic Frontier Foundation, introdurre norme più restrittive sul copyright non è la risposta giusta, anche perché eliminare del tutto la pirateria è impossibile. Ma se l'obiettivo diventa mettere un freno alla privacy divampante, allora la chiave della soluzione è migliorare i metodi di fruizione dei contenuti protetti da copyright da parte dei consumatori. "Sono il tuo corriere. Consegno i tuoi film pirata," ha detto il fornitore di DVD copiati Santos Demonios. "La tua droga visiva."