I pigiama party via internet esistono davvero

L'unico momento in cui non siamo online è quando dormiamo—o forse no. Internet Bedroom, un progetto lanciato di recente come parte del Print Screen Festival ad Holon, in Israele, permette alle persone di tutto il mondo di connettersi a una video chat per addormentarsi tutte insieme. "Si tratta di un pigiama party via internet," ha detto il co-fondatore del progetto, Kensuke Sembo. "Le persone entrano nella chat e si addormentano. Tutto qui."

I due ideatori del progetto, che sono anche noti come la forza dietro il collettivo artistico Exonemo (hanno raggiunto la fama con Internet Yami-Ichi, un mercato nero a tema internet), hanno avuto questa ispirazione quando si sono accorti che internet non dorme mai. "Quando i giapponesi vanno a dormire, la gente a New York si sveglia," ha detto Sembo. "Abbiamo iniziato a pensare che internet avesse bisogno di dormire. Crediamo che così possa diventare un posto più naturale."

Contrariamente a quanto si può pensare, non è un offensivo addormentarsi online. "Su Internet Bedroom, l'unica cosa che fanno i partecipanti è dormire," ha detto Sembo. "Alcuni magari russano o parlano nel sonno, ma niente di più. Suona strano perché è su internet. Ma non è strano o speciale nella vita reale. Pensiamo che questa sfida renda internet un posto più rilassante."

La prima edizione di Internet Bedroom è stata lanciata in occasione di una mostra online con il New Museum di New York a dicembre scorso, con risultati piuttosto inaspettati. "Abbiamo scoperto che l'esperienza di mettere in collegamento le persone mentre dormono e guardarle in tempo reale è davvero bella," ha detto l'altra ideatrice del progetto, Yae Akaiwa. "Ovviamente, non è successo niente di particolare, ma è stato comunque speciale."

Durante il festival di questi giorni, ci saranno stanze dove le persone possono accamparsi con i loro cuscini e sacchi a pelo. Ad ogni modo, chiunque potrà collegarsi con il proprio account Google Hangout sul sito di Internet Bedroom (che sarà inaugurato il giorno dell'evento) e addormentarsi online insieme a tutti gli altri.

Come spiega l'evento su Facebook, basta infilarsi un pigiama, portare il computer o lo smartphone in camera e fare log-in. La videocamera deve essere posizionata frontalmente ("Per favore, lasciate accesa una luce bassa per essere visibili, se potete," dice l'evento) e le istruzioni finali sono solo: "Facciamoci compagnia nei sogni…"

L'ultima volta, si sono connesse 90 persone durante le prime 24 ore, ma questa volta gli ideatori non sanno prevedere quanti saranno i partecipanti. "Il numero non ha importanza," ha detto Akaiwa. "La qualità del sonno è la cosa più importante."

La parte migliore è guardare scorrere il tempo. "Quando le persone che abitano in una certa parte del mondo si svegliano, quelle che vivono lontano da loro si addormentano," ha detto. "Nel corso delle 24 ore di una giornata, c'è sempre qualcuno che dorme. Potevo vedere il sole che sorgeva nella stanza di qualcuno, mentre quella di qualcun altro era ancora buia. Potevo percepire il globo intero."

Stranamente, questi pigiama party via internet vanno avanti da parecchio. Uno dei primi (se non il primo in assoluto), è stato il Great Internet Sleepover, che ha avuto luogo a Eyebeam a New York nel 2007—ma si trattava più di una festa che andava avanti tutta la notte e un mercato d'arte online, più che di un vero e proprio gruppo di persone che dormivano tutte insieme. Da allora, i pigiama party via internet sono stati nominati in libri e in video how-to; neanche a dirlo, sono molto popolari tra gli adolescenti.

Sembo vede l'atto di dormire insieme online come un modo per dare spazio a nuove forme di comunicazione. "Internet si è evoluto nei suoi aspetti coscienti, ma non in quelli incoscienti, come il sonno," ha detto. "Questo evento dovrebbe essere speciale e avere un significato storico."

Anche il duo prenderà parte alla dormita. "Vogliamo partecipare anche noi!" ha detto Sembo. "In occasione dell'evento scorso ho fatto sogni strani, non ricordo i dettagli, ma erano davvero bizzarri."