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Tecnologia

La sentenza Olivetti per le morti per amianto condanna tutti

"A Ivrea violati i principi basilari della sicurezza e igiene del lavoro."

Carlo De Benedetti, imputato nel processo per le morti da amianto fra gli ex operai Olivetti, è stato condannato a 5 anni e due mesi dal Tribunale di Ivrea. Le condanne pronunciate dal giudice Elena Stoppini sono 13. 5 anni e due mesi per Franco Debenedetti. Un anno e 11 mesi per l'ex ministro Corrado Passera. Tre gli imputati assolti—mentre gli indennizzi, richiesti a titolo provvisorio alle parti civili del processo, si avvicinano ai due milioni di euro.

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L'inchiesta è partita nel 2013 prendendo in considerazione i casi di dodici ex dipendenti deceduti dopo il pensionamento e due colpiti da malattie legate al contatto con le fibre di asbesto, un materiale cancerogeno.

"A Ivrea violati i principi basilari della sicurezza e igiene del lavoro."

I lavoratori in questione operavano negli stabilimenti dell'azienda tra gli anni Settanta e i Novanta, all'interno di reparti in cui finivano per entrare in contatto con il silicato cancerogeno, ammalandosi in seguito di mesotelioma pleurico.

Nel novembre 2012, condannando un ex dirigente dell'azienda, la Corte d'Appello di Torino ha affermato: "A Ivrea violati i principi basilari della sicurezza e igiene del lavoro". L'indagine preliminare si è poi conclusa nel settembre 2014, coinvolgendo nel processo come responsabile civile anche Telecom Italia—che nel 2003 ha inglobato la Olivetti—oltre a trentanove indagati per i reati di omicidio colposo e lesioni colpose.

L'11 gennaio 2016 è cominciato Il dibattimento, i sindacati, l'Inail, il Comune di Ivrea e la Città metropolitana di Torino costituiti come parte civile. Secondo la difesa. "La filosofia di fondo della Olivetti, la centralità e la protezione del lavoratore, non è mai cambiata".

Tuttavia, Il 18 luglio, 2016 la giudice Elena Stoppini ha accolto tutte le richieste dell'accusa, con l'assoluzione di Camillo Olivetti. Il segretario della Fiom di Torino, Federico Bellono ha commentato la vicenda di Ivrea in questi termini "questa è una città che ha paura di fare i conti con la propria storia […] penso che qui ci sia ancora un eccesso di reticenza, perché si ha paura che questa storia macchi il mito dell'Olivetti, bisognerebbe avere il coraggio di prendere atto che oramai quello è più un mito che altro."