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Tecnologia

Una startup vuole automatizzare il processo legale che ha distrutto Gawker

Una startup della Silicon Valley sta sfruttando i punti deboli del sistema legale americano per trasformarli in un'opportunità di investimento.

Avrete certamente assistito alla sistematica distruzione di Gawker a opera di Peter Thiel, ben armato dal sistema legale americano, e avrete certamente pensato "Wow, è davvero così difficile ottenere soldi da aziende e persone per vie legali?" A quel punto avrete certamente pensato "dovrei provarci?" se vi siete risposti "sì" a entrambe le domande; be', c'è una startup che potrebbe fare al caso vostro.

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Legalist è una startup della Silicon Valley sviluppata nell'ambito di Y Combinator, un incubatore di imprese del genere, che offre "dati e strumenti per contestazioni legali" utilizzando un algoritmo che "analizza milioni di casi per supportare la vostra causa, trovare precedenti o appigli di ogni sorta." È solo l'ultima di una serie di aziende che permettono a terze parti di "investire" sul successo di una causa legale, finanziandola.

L'idea di base è che ricorrendo all'intero storico legale, il risultato di una causa possa essere predetto piuttosto accuratamente prima ancora di avanzarla. Se si è in grado di prevedere quali cause avranno la maggior probabilità di successo, puoi garantirti grossi ritorni economici alle persone che si fanno carico di intentarla e pagare le spese legali. In modo analogo, per aumentare la probabilità che una causa abbia successo, è opportuno che sia portata avanti in un distrutto i cui giudici sono notoriamente benevoli verso questo tipo di casi.

Immagine tratta da Legalist.

Per esempio, circa un quarto di tutti i casi riguardanti brevetti, negli Stati Uniti, sono decisi in un piccolo distretto del Texas perché i giudici locali garantiscono buone probabilità di vincere la causa. Legalist crede di poter applicare efficacemente un modello à la Moneyball, creando un vantaggio competitivo serio in ogni sorta di caso legale.

"Uno dei predittori più significativi circa il risultato di un caso è il giudice che presiede la corte e uno dei maggiori predittori della lunghezza del caso è il numero di casi a cui quel particolare giudice sta lavorando, contemporaneamente," ha dichiarato al Silicon Valley Business Journal Eva Shang, una delle cofondatrici dell'azienda. Shang ha anche aggiunto che attualmente, chi investe in questo tipo di cause finisce per ottenere circa un dollaro e mezzo per ogni dollaro speso e si dice convinta che Legalist potrebbe aumentare di molto il guadagno. La compagnia, purtroppo, non ha risposto alla richiesta di un commento da parte di Motherboard.

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Immagine tratta da Legalist.

In altre parole, l'azienda è determinata a sfruttare a farla finita con l'insopportabile, estenuante, impredittibilità del sistema giudiziario americano. Dico sfruttare, approfittare, perché si tratta effettivamente di forzare alcune debolezze intrinseche al sistema delle corti utilizzando lo storico di cause e processi come un'opportunità di investimento. In un mondo sano, credo, un'idea tanto folle dovrebbe:

  • Democratizzare tutte le stupide cause che i ricchi, chi specula sui brevettti e ogni genere di mal intenzionato utilizza per guadagnare ulteriore benessere attraverso il sistema giudiziario.

O

B) Costringere il Congresso ad ammettere che l'attuale sistema delle corti è altamente inefficiente e presenza criticità che non possono più essere ignorate.

Non vivendo noi in un mondo sano, forse si verificherà una terza via, dove più aziende, come Gawker, si troveranno a rischiare la bancarotta in cause studiate a tavolino e finanziate da terze parti interessati solo ai possibili ritorni. Se andrà così, allora Legalist e i suoi investitori diventeranno incredibilmente ricchi, finanziando un'industria che due senatori hanno recentemente descritto come "ampiamente irregolate e che opera senza adeguate licenze o supervisione."

Un esempio concreto come un giudice e una terza parte interessata possano rapidamente rovinare la proverbiale giornata a qualcuno? Prendete appunto quello che un miliardario come Peter Thiel ha appena fatto a Gawker. Thiel, probabilmente mosso a vendetta nei confronti della rivista perché a suo tempo fecero outing della sua omosessualità o forse perché non apprezzava il modo in cui Gawker riportava l'ambiente insulare e tossico della SIlicon Valley, si è impegnato a distruggere l'azienda, letteralmente annegandola in un mare di cause legali.

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Per aumentare le sue possibilità di successo, l'avvocato di Thiel ha intentato la causa in Florida, in un distretto notoriamente favorevole a Hogan e, soprattutto, un distretto con un giudice che vanta una certa storia di errori (molti esperti legali credono che Gawker vincerà la causa in appello, ma ovviamente sarà troppo tardi per salvare l'azienda). Pianificare queste decisioni ha presumibilmente richiesto un sacco di lavoro a un avvocato di talento, un lusso che pochi possono permettersi. Legalist propone di automatizzare questo tipo di decisioni con il suo algoritmo.

La startup nega che il suo scopo sia di moltiplicare i Peter Thiels, ma anche se i motivi della compagnia sono i soldi e non perseguire la vendetta personale, il tipo di macchinazioni e strategie legali sono le stesse.

La tecnologia sottostante è interessante e potenzialmente utile--fondata da due studenti di Harvard, il piano originale dell'azienda era quello di catalogare e caricare i registri della corte statale a un database centrale, rendendo possibile ad avvocati, giornalisti e il pubblico cercare i documenti che, notoriamente, sono consultabili a pagamento; quando consultabili. Ma soprattutto sono spesso ospitati su siti internet datati e davvero poco pratici.

Non più tardi del mese scorso, la startup si è pregiata di essere "Lexis Nexis dei documenti statali", un servizio che permetterà di ricostruire tutto il materiale disordinato e frammentario disponibile e renderlo "più accessibile e trasparente". Invece, si è deciso di procedere in modo molto più anarchico di quanto avrei mai creduto possibile, data la missione originale.

L'azienda--che sta già accettando clienti--determinerà automaticamente dove, quando e con quale giudice procedere alla causa, trasformando il sistema di giustizia americano poco più di un problema di programmazione informatica. Naturalmente alcune delle più grandi imprese della Silicon Valley sono già innamorati dell'idea.

Now THERE'S an idea. Wow. https://t.co/UdoaKOKV38
— Marc Andreessen (@pmarca) August 24, 2016