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Sui social, centinaia di italiane stanno raccontando gli abusi subiti

Dopo il caso di Harvey Weinstein e il deprimente dibattito che si è sviluppato in Italia, sui social è stato lanciato #QuellaVoltaChe.

È da quasi una settimana che lo scandalo degli abusi sessuali commessi da Harvey Weinstein è su tutte le prime pagine negli Stati Uniti e, naturalmente, anche In Italia—soprattutto per la presenza di Asia Argento tra le vittime del produttore di Hollywood.

Il 13 ottobre, per reagire alla minimizzazione degli stupri e alla relativa colpevolizzazione delle donne in cui in molti si sono prodotti da questa parte del mondo, sui social è stato lanciato #QuellaVoltaChe. L'iniziativa è stata ideata dalla scrittrice Giulia Blasi, che l'ha definito "un progetto narrativo estemporaneo per raccontare le volte in cui siamo state molestate, aggredite, ma anche le volte in cui ci siamo sentite in pericolo e non sapevamo bene perché, e ci davamo delle cretine per esserci messe in quella situazione." Blasi, in un post sul suo sito, ha scritto: "Di molestie nella vita, grandi e piccole, ne ho subite una certa quantità, semplicemente perché esisto nel mondo e sono femmina."

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Le storie raccolte nell'hashtag, che nei giorni scorsi è stato perennemente nei trending topic, sono le più disparate. Per fare qualche esempio, ci sono le reazioni delle forze dell'ordine dopo le denunce:

E quelle di alcuni uomini che fanno mansplaining dopo la decisione di raccontare su Facebook un abuso subito per strada:

Le molestie in famiglia:

E quelle sul lavoro:

Poi ci sono anche i commenti sessisti registrati in diversi ambiti:

Non mancano gli inviti a raccontare sempre e comunque le molestie subite.

Infine, la stessa Asia Argento ha usato l'hashtag per raccontare di quando un "regista/attore italiano" le ha mostrato il suo pene quando aveva appena 16 anni.