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Belzebubs, foto per gentile concessione di Edizioni BD

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Musica

I Belzebubs sono i Gorillaz del metal

Proprio come i Gorillaz, i Belzebubs sono fumetti che hanno sconvolto il mondo del metal con video da milioni di views.

Per essere un genere musicale approcciato con enorme serietà dai suoi adepti, il metal offre un sacco di spunti per farsi quattro risate. Si può ridere di cose macabre, come il suprematismo folle di Burzum, dei danni causati da troppa droga come il complottismo rettiliano degli High On Fire, o molto più raramente di cose effettivamente pensate per essere leggere e divertenti. Una volta tanto, Belzebubs non è la deviazione di qualche artista poco ancorato alla realtà ma l’idea di JP Ahonen, un simpatico ragazzo finlandese che nella vita di mestiere fa l’illustratore.

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Essendo nato e cresciuto in un Paese dove le caramelle per la gola vengono pubblicizzate con dei metallari pittati in canottiera nel bosco, era inevitabile che JP avesse una certa familiarità con il metal estremo. Così, alla ricerca di una valvola di sfogo durante un periodo buio della propria vita, vittima di una forte depressione e di un esaurimento, questo mite ragazzone si è ritrovato durante una Inktober challenge a scarabocchiare dei metallari che commentavano una maglietta. Particolarmente divertito dal risultato, ha deciso di continuare a disegnarli e svilupparli, arrivando a creare l’intero cast: i Belzebubs sono un quartetto black/death metal i cui componenti sono Sløth, Hubbath, Obesyx e Samaël, e le loro vicende si intrecciano con quelle di amici e parenti, uno più black metal dell’altro.

Nulla di particolare da segnalare, non fosse che lo stile di Ahonen è una sorta di ibrido tra la morbidezza del tratto disneyano e le inevitabili influenze giapponesi che chiunque sia nato dagli anni Ottanta in poi ha metabolizzato, soprattutto nei volti, e che l’autore ha deciso di mantenere Belzebubs una striscia umoristica. E si sa, l’ironia metallara è piuttosto dissacrante, quando non del tutto sconsacrata. Risultato: immaginatevi i cugini umani e iperespressivi di Pippo che inseguono Dio con una mazza da hockey. No, dico, letteralmente.

Una moglie che si chiama Lucy(fer). Un pargoletto, Leviathan, che usa i pastelli colorati per disegnare pentacoli. Gite turistiche all’inferno. Tentativi di corteggiamento adolescenziali a suon di roghi ed evocazioni demoniache. Insomma, il disegnatore finlandese mette in mostra il repertorio completo della narrazione metallara, strizzando l’occhio ad artisti, album, video e canzoni del mondo estremo. Una cosa tira l’altra, e gli schizzi iniziali sono diventati un webcomic pubblicato regolarmente su Tumblr, che ha poi iniziato ad avere un certo seguito su Facebook (siamo oltre i 265k follower) e su Instagram.

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E a furia di disegnare una band black metal, per squinternata che sia, la voglia di black metal ti viene. Così, parlando con amici, a JP è venuta l’idea di mettersi davvero a scrivere della musica e di proporla a qualche etichetta. Nel giro di tre anni, la striscia di Belzebubs è cresciuta così tanto da avere sufficiente materiale per un libro, la cui versione italiana curata da Edizioni BD arriva dopo quella finlandese, inglese, francese, spagnola e greca. Parallelamente, la musica dei Belzebubs ha preso vita e l’album di debutto, Pantheon Of The Nightside Gods, sta per uscire per Century Media, una delle più grandi etichette discografiche del mondo metallaro.

L’aspetto più affascinante del lato musicale dei Belzebubs è il completo anonimato dietro cui si cela la band. È chiaro che JP è coinvolto, ma l’album è un lavoro professionale, valido e con spunti interessanti: è quindi poco verosimile che un illustratore che non ha mai fatto musica in vita sua sia riuscito a imbastire da solo un prodotto di questa complessità. Quando l’ho incontrato, alla presentazione italiana del libro, l’autore mi ha confessato di essersi fatto aiutare da “amici musicisti”, uno in particolare che si è occupato della realizzazione del demo e della sua diffusione a qualche etichetta.

Ho provato ad andare più in profondità sull’argomento, ma ho ricevuto solo risposte vaghe e sorrisi sornioni. Dopo aver ascoltato il singolo “Blackened Call” (digressione: un video metal che supera ampiamente il milione di visualizzazioni è già di per sé una notizia, se poi il video è un cartone animato in stop-motion è decisamente l’evento dell’anno), tanti si sono però accorti della vaga somiglianza tra la voce di Sløth e quella di Niilo Sevänen, bassista e cantante degli Insomnium.

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Per il momento nessuno ha intenzione di confermare ufficialmente questa teoria, per cui ci si deve accontentare dell’unico ospite effettivamente annunciato senza la copertura di un alias, o meglio, con l’utilizzo del suo alias principale: ICS Vortex, cantante di Arcturus e Borknagar nonché ex-Dimmu Borgir. Non uno che passava di lì per caso, ma una vera e propria istituzione del disagio scandinavo. Anche Abbath, protagonista indiretto di una serie di strisce, avrebbe dovuto essere della partita, ma dopo un iniziale interesse ha smesso di rispondere alle email, probabilmente troppo impegnato a cadere lungo tirato ai festival.

Tutto questo però sottolinea come Belzebubs sia ormai un progetto assolutamente serio e multisfaccettato, una creatura cross-mediale in grado di appagare i metallari sotto le più svariate forme: il fumetto digitale o cartaceo con cui farsi quattro risate, la musica con cui lodare Satana, i video con cui fare entrambe le cose insieme e chissà quanto altro. Un po' come i Gorillaz, ma con le chitarre e Satana invece dell'hip-hop e Damon Albarn. Ahonen ha detto chiaramente di avere in mente un sacco di idee: dalla stesura di una graphic novel, con cui sperimentare la realizzazione di un soggetto di più ampio respiro, alla realizzazione di animazioni e altri contenuti video, fino ad arrivare a dei veri e propri concerti della band, con modalità particolari e un sacco di contenuti video sul palco. E poi chissà, una collaborazione con gli Emperor potrebbe essere dietro l’angolo.

Andrea è uno dei Lord di Aristocrazia Webzine. Seguilo su Instagram.

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