La ragazza che produce vini naturali pazzeschi in provincia di Ragusa
Foto per gentile concessione di Arianna Occhipinti

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La ragazza che produce vini naturali pazzeschi in provincia di Ragusa

La scommessa di Arianna Occhipinti, che decide di tornare dal Nord Italia e investire sulla sua terra e i suoi vigneti.

I Monti Iblei sullo sfondo, le terre rosse e il calcare bianco, il fango e le erbe spontanee. Una vigna che sorprende ad ogni angolo, qui e lì spuntano alberi da frutta e arbusti, ieri sera ha piovuto e i piedi affondano nella terra umida.

Foto di Alice Sagona per MUNCHIES Francia

"Qui abbiamo sovesciato da poco" – precisa Arianna – "per questo il terreno è più morbido. Non utilizziamo fertilizzanti ma solo quello che la natura di buono ci dà. In Sicilia abbiamo erbe e fiori spontanei tutto l’anno anche in inverno per questo sovesciamo la terra intorno alle viti, in modo che possano trarre il nutrimento che serve da queste erbe.”

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La definizione di vino naturale non mi va a genio, ma è stata necessaria perché abbiamo dovuto smarcarci da un ventennio in cui era diventata più importante la figura dell’enologo che il territorio.

Siamo a Vittoria in provincia di Ragusa, nel sud est dell’isola più grande del Mediterraneo in Sicilia a casa di Arianna Occhipinti. Passeggiando con lei tra le vigne scopriamo una cosa nuova ad ogni passo. Questo è solo uno degli appezzamenti di terreno da cui raccoglie le sue uve, soprattutto frappato e nero d’Avola. Le sue coltivazioni sono tutte diverse, improntate al rispetto del territorio, a quello che c’era prima e quello che ci sarà in seguito.

Foto di Alice Sagona per MUNCHIES Francia

Foto: Alice Sagona per MUNCHIES Francia

“Io non possiedo questa terra" – dice fiera- "la considero in prestito dai miei figli.”

Figli che ancora non ha perché Arianna è molto giovane, eppure è già una star del vino, ha all’attivo un libro Natural woman e una partecipazione al Concerto del Primo Maggio di Roma, dove davanti ad una stracolma Piazza San Giovanni ha raccontato la sua storia e quella dei suoi vini. Una storia al femminile fatta di coraggio e determinazione, determinazione che capisci immediatamente dal modo preciso in cui spiega il lavoro ai suo collaboratori e dal modo in cui lei stessa si approccia al campo e alla cantina. Incontrarla di presenza è un privilegio, è una di quelle donne dalla bellezza ruvida e magnetica.

Foto di Alice Sagona per MUNCHIES Francia

Io sono un'interprete di questa terra, ed è la mia interpretazione quella che voglio fare sentire, compresa la spigolosità del territorio.

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Qui prima c’erano solo case sgarrupate e vecchie vigne quasi abbandonate, adesso c’è il futuro. Dopo 14 vendemmie il progetto di Arianna vola alto e con lui il comparto di un intero territorio vitivinicolo, da sempre vocato ma dove troppo grossa era l’assenza di una visione a lungo termine.

Foto di Alice Sagona per MUNCHIES Francia

“La mia passione per il vino non nasce subito" – precisa Arianna - "Comincio a fare vino nel 2004, ma il vino è arrivato nella mia vita grazie a mio zio Giusto, il fratello di mio padre, lui era un produttore conosciuto nel territorio e così mi coinvolgeva nei fine settimana ad andare in cantina e fare le degustazioni, mi sono appassionata e ho deciso di andare a studiare viticultura a Milano, da lì potevo uscire fuori dalla Sicilia che in quel momento era un mio desiderio fortissimo e conoscere territori vinicoli interessanti”.

Nonostante la giovane età Arianna non ha mai avuto dubbi la sua scelta di vita sarebbe stata quella di produrre vini naturali . “Ho scelto fin da subito di dedicarmi al vino naturale, ho sempre saputo che in viticultura l’approccio non poteva essere che quello.”

Foto per gentile concessione di Arianna Occhipinti

E continua: “Per me il vino naturale è un vino che rispetta la natura nelle sua forma nelle sue stagioni, il territorio e le sue tradizioni e parla di una scelta umana. Io sono un interprete di questa terra, la mia interpretazione è quello che voglio fare sentire, compresa la spigolosità che è una caratteristica autentica del Cerasuolo di Vittoria.”

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Avrei potuto affittare la terra ovunque. Dopo la laurea conoscevo meglio il territorio vinicolo del Nord Italia che casa mia, eppure ho scelto di tornare qui, a casa. Perché qui credo che, paradossalmente, ci siano più opportunità per i giovani che vogliono partire da zero.

“La definizione di vino naturale non mi va a genio" – precisa Arianna - "ma è stata necessaria perché abbiamo dovuto smarcarci da un ventennio in cui era diventata più importante la figura dell’enologo che il territorio.”

Foto per gentile concessione di Arianna Occhipinti

Foto per gentile concessione di Arianna Occhipinti

Partendo da un piccolo appezzamento di terreno in affitto, con una cantina piccolissima e tanti strumenti di seconda mano Arianna inconsapevolmente apre delle speranze nuove di riscatto e verità per un intero territorio. “Avrei potuto affittare il primo pezzamento di terra ovunque - racconta - dopo la laurea conoscevo meglio il territorio vinicolo del Nord Italia che casa mia, eppure ho scelto di tornare qui, a casa. Perché qui credo che, paradossalmente, ci siano più opportunità per i giovani che vogliono partire da zero, qui i terreni costano ancora poco e possiamo fare cose nuove. Da questo punto di vista siamo fortunati ma ci vuole la capacità di immaginazione di vedere oltre, guardando al futuro.”

Attraversiamo i campi e scopriamo forme di allevamento della vite diverse ad alberello e a spalla mentre Arianna mi spiega che la sua agricoltura si basa sulla sostanza organica nei suoli e su un lavoro tutto manuale, dalla gestione della chioma alla raccolta. “La nostra vinificazione in vasca di cemento è tutta naturale, senza lieviti perché non sono necessari, l’uva messa in vasca semplicemente inizia a fermentare da sola. A me piace che ogni vigna fermenti con il suo bagaglio di lieviti e il suo apporto microbiologico.”

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Foto per gentile concessione di Arianna Occhipinti

Per le sue nuove viti, Arianna sceglie di non piantare cloni (vitigni ottenuti con identica moltiplicazione genetica) perché ogni vite deve esprimere la sua diversità e la sua relazione con il suolo. Vengono quindi selezionati tra le gemme e quindi "innestati" direttamente sulle piante più robuste - un'antica tecnica di agricoltori per resistere alla fillossera.

Nella vigna non utilizza nessun pesticida, soltanto un po' di solfo e rame insieme ad erbe selvatiche. Le vigne non sono tutte uguali. Sono tutte uniche nel loro genere perché Arianna voleva rispettare "quello che era già lì". E in opposizione, la sua nuova cantina è uno spazio moderno e molto pulito. All'interno, si respira di fronte agli enormi tini o alla raffinatezza dei barili che si possono vedere a perdita d'occhio.

Foto di Alice Sagona per MUNCHIES Francia

Qui la vendemmia si fa manualmente. Le uve vengono raccolte sui diversi pacchi prima di essere poste sul grande tavolo di smistamento per la diraspatura (quando si toglie la parte vegetale). Tutti i chicchi vengono quindi sottoposti a una lieve pressione con due rulli diversi.

Le vasche di fermentazione sono in cemento grezzo - perché richiama la roccia calcarea in cui si nutrono i suoi vini. Arianna osserva la fermentazione spontanea dei vini senza interferire o hackerare nulla: ogni uva fermenta nel suo angolo prima di essere assemblata. Il serbatoio di cemento ospita l'uva dai 6 agli 8 mesi prima dell'imbottigliamento o in botti di legno leggere e delicate.

Nei vini di Arianna c’è il territorio, ma anche la mano di una donna che si esprime attraverso la freschezza, la speziatura, il calcareo, la spigolosità di questo territorio “Non voglio coprire o correggere, anche questa è una mia scelta. Potrei irrigare e scegliere di avere vini più larghi ma io cerco di far parlare le terre rosse e il minerale, le terre bianche e i Monti Iblei. Io e questa terra camminiamo insieme, io ho bisogno di questo territorio ma questo territorio ha bisogno di essere accompagnato da qualcuno nella sua verità e quel qualcuno sono io.”

Questo articolo è apparso originariamente su MUNCHIES Francia.