
Un'amica memorizzata in rubrica come “Lindsey Lesbo” mi aveva inviato un sms. “WHITNEY HOUSTON È MORTA”. Testuali parole, tutto in maiuscolo. Un’altra amica mi aveva scritto su Twitter, dicendomi che, venuta a conoscenza della notizia, mi aveva immediatamente pensata—dovete sapere che mi piace urlare “BOBBY B!” ogniqualvolta penso che qualcuno si meriti una lezione, e quando lo faccio mi sforzo al meglio per riprodurre la voce di Whitney sotto l'effetto del crack. Si, ho parlato di crack, ma non voglio comportarmi come quegli stronzi senza rispetto che nelle ultime 24 ore hanno rigurgitato in Rete un'infinità di commenti sul tema droga e dipendenza e via dicendo. È così di cattivo gusto. Così sbagliato. Lasciamo riposare in pace questa diva. Celebriamola come si deve, e rendiamole grazie sbriciolando sulla sua memoria qualche grammo di crack.
In onore all'unica donna di colore che cantando il pezzo di maggior successo di Dolly Parton ha fatto più soldi della stessa Dolly, questo è un resoconto al 100 percento autentico delle ultime 24 ore di vita di Whitney, raccontatomi in sogno direttamente da lei, dopo che ho fumato del crack e sono collassata.11 Febbraio 2012, 9:12 “Ohhh dannazione, non riesco a credere di aver sudato così tanto” esclama Whitney rivolta verso il soffitto, aprendo gli occhi nella sua lussuosa, ma troppo illuminata, stanza d’albergo di Beverly Hills. Negli ultimi giorni è stata impegnata nel doppiaggio per il suo film, Sparkle. Il regista non è soddisfatto, continua a lamentarsi della sua voce catarrosa, ma Whitney pensa siano solo stronzate.“Ohhh maledizione, il regista di Sparkle spara un sacco di cazzate” pensa mentre si guarda vanitosamente allo specchio e armata di Kleenex asciuga le gocce di sudore dal viso e dal petto. “Whitney Houston NON può avere il catarro. Te lo può confermare chiunque. Il catarro è una merda! Ma sai cosa non è una merda? Il crack.” Si ferma un istante, prende la pipetta e fa una tiratina veloce. Il resto della giornata scorre tra levarsi le croste, rompere un orologio d’oro, scrutare fuori dalla finestra e fare scherzi telefonici a Kevin Costner (VUOI ESSERE LA MIA GUARDIA DEL CORPO, STRONZO? AHAHAHAHAHAHAHAH!)Quella stessa sera, Clive Davis ha organizzato un piacevole party pre-Grammy pochi piani sotto la sua stanza, e Whitney non vede l'ora di andarci. Ha mandato il suo assistente da Forever 21 e altri negozi sul genere per comprare vestiti per la festa. Capi raffinati, di stile, ma con un tocco giovanile e tessuti assolutamente traspiranti. Whitney ha intenzione di provarseli tutti e far scegliere alle persone alloggiate nelle stanza vicine quello più adeguato. Non ha mandato inviti ufficiali per la sua "sfilata personale", perché ha già un piano: correre lungo il corridoio urlando ”Ehi! Come CAZZO sto con questo CAZZO di vestito?".
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