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Perché certi italiani odiano così tanto le due volontarie rapite in Siria?

Dopo gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda di Vanessa e Greta, sulla stampa e i social network è ripreso uno dei passatempi preferiti dagli italiani: la ridicolizzazione delle vittime di un sequestro tramite battute degradanti e meme idioti.
Leonardo Bianchi
Rome, IT

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A qualche mese dal rapimento in Siria di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, la comparsa di un video in cui compaiono le due volontarie ha riportato l'attenzione su una vicenda che ha fatto e continua a fare discutere.

Le studentesse erano arrivate nel paese dopo aver svolto volontariato in Italia e all'estero e aver fondato insieme a Roberto Andervill Horryaty, un progetto di assistenza con l'obiettivo di rifornire di medicine e generi di prima necessità la popolazione siriana. Non erano al loro primo viaggio in Siria, e nonostante la giovane età non erano delle "complete sprovvedute" come molti le hanno descritte.

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Dal 31 luglio, giorno del rapimento, sono state fatte insinuazioni e diffuse notizie non verificate sulle due volontarie. Ora però, secondo gli analisti d'intelligence, con l'apparizione del video si apre la " fase più delicata, forse decisiva." La situazione, insomma, imporrebbe il silenzio o quantomeno una certa accortezza—qualità che sembra del tutto aliena al dibattito italiano, in cui a dominare sono piuttosto crudeltà e bullismo.

La prima pagina de

Il Giornale del 2 gennaio 2015. Immagine via.

Fin da subito, infatti, ridicolizzare le vittime e la loro scelta di vita è stato uno dei passatempi più in voga su alcuni quotidiani, siti di informazione "alternativi" e social network.

Tra i primi c'è sicuramente Il Giornale, che a pochi giorni dal rapimento ha pubblicato un articolo in cui Vanessa e Greta vengono descritte come "due incoscienti da salvare sull'orlo del baratro," e "ragazzine" che a causa della loro imprudenza faranno gettare al vento i "soldi dei contribuenti per pagare riscatti milionari."

Tutto ciò, secondo Il Giornale, si sarebbe potuto evitare se "le due signorine" si fossero limitate a rimanere "abbracciate strette strette" tra i "piccioni di piazza del Duomo," dove "il rischio maggiore è di beccarsi un 'regalo' dai pennuti."

— Daniele Carrera (@_DCarrera)January 2, 2015

Quando non sono delle "incoscienti da salvare" o " samaritane innamorate del kalashnikov," le due volontarie vengono definite delle "stronzette di Aleppo" da candidare al "Premio Darwin […] eventualmente alla memoria," se non direttamente delle fiancheggiatrici di al-Qaeda e dell'ISIS. Quest'ultima versione si diffonde soprattutto online e viene spacciata come una rivelazione che la lobby "buonista" cercherebbe di occultare in tutti i modi.

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In realtà, come spiegato in questo post, tutto nasce dalle accuse di alcuni "esperti" di geopolitica. In una foto delle due ragazze circolata sui social e scattata a Roma nel corso di una manifestazione di solidarietà per la rivoluzione siriana, le si vede reggere un cartello di ringraziamento al Liwa' Shuhada' (Brigata dei Martiri), che dato il successivo riferimento alla città di Idlib è facilmente collegabile all'omonima brigata dell'Esercito Siriano Libero—"formazione considerata laica e moderata da qualunque analista non sfacciatamente schierato con Assad"—presente nella città siriana.

Per alcune testate, tuttavia, il Liwa' Shuhada' cambia nome (a seconda dei casi in Liwa' Shuhada' al-Islam, in altri Liwa' Shuhada' Badr), si trasforma in formazione islamista vicina ad al-Nusra e diventa la prova definitiva del sostegno delle due volontarie a un "gruppo affiliato ad al-Qaeda." L'equazione "Vanessa e Greta = Amiche del Terrorismo Islamico" è quindi data per certa.

Il delicatissimo sondaggio proposto da Libero. Grab

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Dopo la diffusione del video, ImolaOggi ha poi ripreso un lungo post—originariamente apparso su questo blog—che promette di far luce su "chi sono IN REALTA' Greta Ramelli e Vanessa Marzullo." Avvalendosi del tipico stile identitario-complottista, l'articolo (che ha raggiunto le 24mila condivisioni) è un ammasso di collegamenti casuali che dovrebbero svelare un grande complotto della NATO ai danni di Assad, di cui naturalmente fanno parte anche le due "suffragette" in qualità di persone infiltrate in Siria dai servizi segreti italiani.

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A forza di insulti da bagno dell'Autogrill, deliri e falsità, il ribaltamento del ruolo delle "due Boldrini" è quindi ormai compiuto: da vittime di un rapimento a carnefici di se stesse, nonché complici dei "terroristi."

Le COOPeranti — Alfio Krancic (@AlfioKrancic)1 Gennaio 2015

Il punto più basso dell'odio nei confronti di Greta Marzullo e Vanessa, tuttavia, lo si raggiunge con la pagina Facebook "Delle due attiviste rapite in Siria non ce ne fotte un cazzo grazie," che da due giorni viene continuamente chiusa e riaperta, probabilmente a causa delle segnalazioni degli utenti.

La pagina è un'estremizzazione dei commenti più volgari su Facebook e degli articoli della stampa di destra, nonché un'accozzaglia di fotomontaggi delle due ragazze che nelle intenzioni dei gestori dovrebbero essere "trolling" o qualcosa fatto "per il lol."

Ad animarla ci sono immagini come questa:

Immagine via

O questa:

Immagine via

Il tono "canzonatorio" spacciato da gestori e commentatori della pagina è ribadito in alcuni status: in uno c'è scritto che "fin quando di questa pagina non parlerà Culo Aperto su Italia1 non saremo contenti"; e in un altro "si avvisa che arabi, negri, sinistroidi, zingari, monnezze dei centri sociali, moralisti, bigotti ed extracromosomati in generale saranno bannati a calci nel deretano finchè non arrivano in Siria a fare compagnia ai cammelli dei beduini," mentre nei commenti ci si lamenta genericamente del "political correct" e dell'"ipocrisia di chi dice che questa pagina va eliminata e poi ride delle vignette di Vauro."

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Sempre sui social, inoltre, molte persone si lagnano dell'italianità tradita dalle due ragazze, che invece di "fare volontariato per aiutare gli italiani in difficoltà" sono andate a infilarsi in una "zona di guerra in cui non ci sono Italiani da salvare."

Ragionando in questi termini, è un attimo collegarsi a una questione che da quasi tre anni toglie il sonno alle destre e ai nazionalisti d'accatto italiani—gli stessi, per dire, che probabilmente considerano Enzo Baldoni un "simpatico pirlacchione" ucciso dai suoi stessi "amici" (cioè i terroristi), il contractor Fabrizio Quattrocchi l'archetipo dell'Eroe Italico e la giornalista Giuliana Sgrena un'"ingrata" che ha causato la morte di un servitore dello Stato.

"E allora i marò?". Immagine via.

Naturalmente, chiunque non si informi su VoxNews o Resistenza Nazionale sa che il caso dei due marò non c'entra nulla—da un lato ci sono due civili rapite da milizie irregolari, dall'altro due militari in missione su una nave privata, accusati dalla giustizia indiana di aver ucciso dei pescatori scambiandoli per pirati.

Al di là di questo ribaltamento, però, ciò che sorprende è che il rancore nei confronti delle due volontarie sembra avere poco a che fare con i fatti veri o presunti, e molto di più con la loro percezione.

Nelle reazioni più ricorrenti su Facebook si mescolano indifferentemente odio generico ("Vi sta bene, lì dovete rimanere e ci dovete morire"), strampalate teorie del complotto ("dalla siria col furgone tutto pagato da soros e gumbagni massoni terzomondisti ahahha"), nazionalismo da quattro soldi ("Zecche di merda!!! Per Fabrizio Quattrocchi non avete fatto tutto sto casino"), filo-assadismo ("i loro amici, pieni di soldi intenti a sgozzare qualcuno, conquistare terreni del regolare stato Siriano"), islamofobia e sessismo ("Queste ciucciabastoni dell'Islam possono starsene lì a prenderlo in culo a turno dai loro amichetti mujaheddin invece di prestarsi a chiedere soldi al contribuente italiano di finanziare la guerriglia islamica").

Il tutto si tiene insieme perché si sta parlando di ragazze di vent'anni che hanno fatto una scelta che appare a loro incomprensibile. Il pensiero principale che emerge in ogni status e commento, infatti, è che "se la siano andata a cercare," e che per questo motivo non solo non devono essere aiutate, ma anche punite.

E il modo migliore che una parte dell'Internet italiano ha trovato è quello di inondare le proprie bacheche di battutine degradanti, meme idioti e orribili fotomontaggi per denigrare le due ragazze, salvo poi complimentarsi nei commenti della propria "cattiveria" politicamente scorretta.

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