Vergogna, sensi di colpa e malattie: come scopri il sesso quando sei un ebreo ortodosso

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Vergogna, sensi di colpa e malattie: come scopri il sesso quando sei un ebreo ortodosso

I ragazzi ortodossi moderni sono più aperti rispetto alla generazione precedente, ma negli ambienti in cui cresconoil sesso è ancora un tabù. Abbiamo parlato con alcuni di loro dell'educazione sessuale che hanno ricevuto.

Ho sentito parlare per la prima volta di sesso quando avevo otto anni, nel bagno della yeshiva. Mentre ci accalcavamo intorno agli asciugamani, due miei amici mi hanno spiegato a grandi linee cosa succede quando un uomo si masturba: "Ti strofini il cazzo e poi esce una cosa bianca!" Ascoltavo inorridito, non capivo se stavano scherzando. Avevo troppa paura per chiedere ai miei genitori o agli insegnanti ed ero troppo imbarazzato per chiedere altri particolari ai miei amici. Nessun insegnante mi avrebbe parlato di sesso fino ai 13 anni.

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Sono cresciuto a Teaneck, una cittadina di 40mila abitanti in New Jersey, in cui ho contato almeno 18 sinagoghe ortodosse. Per i primi 17 anni della mia vita ho passato un sacco di tempo in scuole ebraiche ortodosse moderne a Manhattan, Paramus e Riverdale. Mezza giornata era dedicata agli studi ebraici e l'altra metà al curriculum scolastico normale. In queste scuole le classi sono miste—è una delle differenze con gli ultra-ortodossi.

Studiavamo il Talmud, ma leggevamo anche Harry Potter. Osservavamo il riposo del sabato ma guardavamo OC. Nonostante la mia educazione abbastanza liberale (se messa a confronto con quella di altri ebrei ortodossi), tra noi e la realtà c'era una specie di filtro—per esempio di sesso non si parlava mai. Comunque, come tutti i preadolescenti, ho messo comunque insieme qualche informazione sul sesso grazie alla cultura pop e a internet.

A scuola nessuno ha affrontato l'argomento fino ai 13 anni, quando un rabbino imbarazzato ci ha delineato brutalmente tutte le cose terribili che possono succederti se fai sesso: figli, rash disgustosi, pustole al pene e, ovviamente, l'AIDS. A scuola il sesso non è stato mai descritto come un mitzvah o come qualcosa da celebrare con il partner—che è come lo intendono alcune coppie sposate osservanti.

"Anche se non è un problema limitato solo alla comunità ortodossa, in quel contesto l'educazione sessuale non ha niente a che fare con il sesso," mi ha detto il dottor Bat Sheva Marcus, ebreo ortodosso con un dottorato in sessuologia e fondatore di un gruppo di sostegno psicologico per donne, il Maze Women's Sexual Health. "Ci si concentra suoi modi per non restare incinte e per non prendere malattie. Nessuno parla mai del piacere o di qual è la situazione giusta per fare sesso, e mi sembra invece che sia questo ciò che i ragazzini vorrebbero sapere. Bisognerebbe parlare anche di questo, non solo di gravidanze e malattie."

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Una volta all'università, sono rimasto sconvolto. La facilità con cui i miei compagni finivano a letto era incredibile, e io non avevo mai parlato con nessuno della sua vita sessuale. Solo dopo aver parlato con altre persone con le storie più diverse mi sono reso conto che l'assenza di educazione sessuale aveva influenzato il mio approccio al sesso, e che la mancanza di confidenza con il mio corpo mi stava rendendo difficile diventare veramente adulto e indipendente.

"Se una ragazza ortodossa si rivolge a me è perché si sente uno schifo ad aver perso la verginità prima del matrimonio," mi ha detto al telefono il dott. Marcus. "Per lei potrebbe essere stata magari solo una parentesi, ma nessun altro della comunità ortodossa la considererà tale. Per molti adolescenti ebrei quello che fanno a 18 anni decide tutta la loro vita."

Mi sono occupato di cercare altri ebrei che sono cresciuti in comunità ortodosse e che poi hanno deciso di prendere altre strade. Volevo sapere come altre persone del mio stesso ambiente avevano gestito la transizione verso un mondo in cui il sesso è ovunque. Ho contattato quattro ragazzi per chiedere loro quale educazione sessuale hanno ricevuto e come ha influenzato la loro sessualità. Le interviste sono anonime e i nomi di fantasia.

TALIA, 23 anni

VICE: Che educazione sessuale hai ricevuto?
Talia: Al liceo c'erano lezioni di "educazione sanitaria." Una volta al mese l'insegnate—lo psicologo della scuola o un consulente—sono venuti a parlarci di stress, sonno e anche di sesso, in una versione molto censurata. I discorsi su questo argomento si concentravano sulla riproduzione e non entravano mai troppo nel dettaglio.

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Nella tua famiglia si parlava apertamente di sesso?
Assolutamente no. Non ho mai sentito nemmeno pronunciare la parola sesso a casa mia. Non abbiamo mai parlato di baci o di come io o i miei fratelli dovevamo avvicinarci alle persone con cui uscivamo. Ho imparato qualcosa sul sesso dalla tv, dai film e dai libri, e penso che i miei genitori lo immaginassero. Mi sono resa conto che il sesso era una cosa che nel mondo moderno era normale, ma non ne ho parlato con nessuno fino a quelle lezioni inutili.

Come hai perso la verginità?
Non è stato un trauma. Non ero più ortodossa e uscivo con un ragazzo non ebreo più grande di me. Ho praticamente dovuto convincerlo. Sapeva come ero cresciuta ed era un po' preoccupato di "portarmi via la verginità." Non ne abbiamo mai parlato molto perché lo innervosiva. Ma la tensione fisica tra di noi era tanta e il sesso ha aiutato.

Agli inizi della tua vita sessuale ti sentivi mai nervosa o insicura?
Ci sono stati brutti momenti. La prima reazione di mia madre quando le ho detto che avevo fatto sesso è stata, "Tua nonna si sta rivoltando nella tomba." Gliel'ho detto perché lei me l'aveva chiesto e non volevo raccontare bugie. Alla fine io e i miei genitori siamo andati in terapia insieme, abbiamo sistemato tutto e ora abbiamo un ottimo rapporto, anche se non parliamo molto di quello che sono.

Parli apertamente della tua vita sessuale con le tue amiche ancora ortodosse?
Con quelle che vogliono saperne, sì. Quelle che si identificano come ortodosse ma che hanno loro stesse una vita sessuale vogliono sapere della mia e condividere le loro storie, i loro gusti e come si vivono il sesso in generale. Molte di queste persone hanno relazioni monogame e forse proprio per questo giustificano il sesso. Conosco anche gente che si identifica come ebrea ortodossa giustifica solo il sesso anale, che per qualche ragione ritiene accettabile.

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SAM, 23 anni

VICE: Come hai scoperto il sesso?
Sam: Penso di averne letto per la prima volta quando avevo circa 10 anni, in un racconto di fantascienza per adulti. Il resto l'ho scoperto da conversazioni con amici e da qualche film stupido per ragazzi. Ricordo di aver cercato la parola sesso tra i Clip Art di Microsoft Word in un computer dalla mia scuola e di aver visto i simboli che indicavano i generi.

Hai sentito parlare di sesso a scuola o tramite i tuoi genitori?
La mia famiglia non mi ha mai fatto il "discorso," perché dava per scontato che ne fossi già a conoscenza. Per quanto riguarda il contenuto sessuale delle letture religiose, nella mia scuola di solito quei passaggi venivano saltati o venivano usati al loro posto degli eufemismi che noi prendevamo alla lettera.

Crescendo, la mancanza di comunicazione sul sesso ha influito su di te in qualche modo?
Alle scuole medie ero molto represso e provavo compulsivamente ad aderire nei minimi dettagli ai rituali che ci chiedevano di seguire. Era diventato una specie di disturbo ossessivo-compulsivo. Alla fine ho realizzato che non era ciò che Dio avrebbe voluto e ho cominciato a vivere il sesso in modo più rilassato. Negli anni, vedevo che gli adulti diventavano sempre più restrittivi nell'imporre le proprie leggi e questo mi pesava sempre di più.

Alle scuole superiori com'era?
Per un periodo sono riuscito a inserirmi nelle varie "sottoculture" dell'ortodossia moderna, ma crescendo il rapporto con i miei genitori si è compromesso e ho cominciato ad allontanarmi anche da quelle. Non mi è mai piaciuto venire considerato uno "fuori dal coro" perché continuavo ad avere un forte senso etico. Ma di fatto alcuni aspetti della mia vita mi facevano sentire un escluso.

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Quali aspetti della tua vita ti facevano sentire un escluso?
Be', prima di tutto il fatto di essere omosessuale e di tenere nascosta la mia omosessualità. Non dicevo alla gente che frequentavo persone che avevo conosciuto su internet, ad esempio. Questo aspetto della mia vita privata mi faceva sentire diverso. Alle superiori, invece di andare in classe mi perdevo in queste esplorazioni solitarie e passavo molto tempo da solo. Finite le superiori ho cominciato ad uscire con un ragazzo più grande che mi incoraggiava nei miei interessi e mi faceva sentire come se ci fosse un posto per me. Nessuno sapevo di questa relazione tranne un mio caro amico e un professore con cui parlavo.

Come hanno reagito i tuoi genitori alla tua sessualità?
I miei genitori hanno scoperto che ero gay quando avevo 16 anni. Mi controllavano il computer, e si sono accorti di ciò che cercavo. Mio padre l'ha presa molto male e la nostra relazione si è deteroriata per molti anni. Non ho fatto outing a scuola perchè avevo paura che mi avrebbero espulso, ma ripensandoci avrei dovuto farlo. Detto ciò, non provo rabbia verso l'ebraismo, ma ne provo verso la sua istituzionalizzazione.

Adesso sei a tuo agio con la tua sessualità?
Sì, completamente. L'erotismo nella bibbia (sia gay che etero) mi è sempre sembrato piuttosto esplicito. La sofferenza che sentivo crescendo era più legata all'isolamento sociale. La sessualità non mi fa sentire a disagio. Tornando indietro mi piacerebbe essere stato più aperto durante la scuola, e anche se essere costretto a fare outing con la mia famiglia è stato traumatico, sono contento di averlo fatto.

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BEN, 22 anni

VICE: Ti ricordi quando è stata la prima volta che hai sentito parlare di sesso?
Ben: Quando avevo 12 o 13 anni, in un campo scula estivo per ebrei. Gli istruttori ci hanno fatto vedere American Pie.

Quindi hai scoperto il sesso tramite quel film?
Di fatto sì. Sono stati gli istruttori a parlarmene per la prima volta, avevano 18-19 anni e molto probabilmente neanche loro ne sapevano molto.

Non facevi educazione sessuale a scuola?
No. Quello è arrivato alle superiori, a 16 anni, ma a quel punto avevo già avuto la mia prima esperienza sessuale.

Credi che sarebbe stata utile un po' di educazione sessuale prima dei 16 anni?
Assolutamente sì, specialmente se si considera che a quel tempo tutto quello che sapevo lo avevo imparato da America Pie. Mi ero prefisso di dare il mio primo bacio prima di arrivare alle scuole superiori perché non volevo rimanere indietro rispetto agli altri. Quindi l'estate in cui ho finito le scuole medie, al campo estivo ho baciato una ragazza. Poi sono arrivate le superiori e ho scoperto che ero tra le pochissime persone ad aver già dato il primo bacio.

Quale era il tuo rapporto con il sesso alle superiori?
Venivo da un ambiente ancora più ortodosso, per cui credevo che frequentando una scuola leggermente più liberale le cose sarebbero state diverse. Ma nella mia scuola, le ragazze e i ragazzi identificavano la gerarchia sessuale con i soldi e la fama. Era un casino.

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Il sesso era un modo per ribellarsi contro l'amministrazione scolastica, che stava sempre a parlare di tzniut (modestia sessuale). Inoltre, parlando continuamente di tzniut portavano l'attenzione su tutte quelle cose che erano proibite. Era come dire a qualcuno che che non può avere qualcosa, con l'effetto di fargliela desiderare ancora di più. È stato a questo punto che mi sono sentito molto distante dal modo di vivere ortodosso. Ma d'altra parte eri condizionato dai sensi di colpa che derivavano dall'essere interessato di quei temi proibiti.

Cosa pensa la tua famiglia del sesso prima del matrimonio?
Adesso si sono abituati. Ho finito le scuole superiori cinque anni fa e ora esco con una ragazza che non è ebrea. Questo per loro è un grande problema. Sono laureato in studi ebraici e sono molto legato alla mia identità di ebreo e alla mia comunità, ma alle volte è veramente difficile per le persone ortodosse riuscire a guardare al di fuori della loro idea monolitica dell'ebraismo. La situazione con la mia ragazza è complicata, i miei genitori non le parlano. Di questo parliamo e ovviamente non me la vivo bene.

Quand'è stato che il tuo rapporto con il sesso è cambiato e si è evoluto?
Quando ho cominciato a fare sesso orale, verso i 16 anni. L'educazione laica che avevo ricevuto alle superiori, anche se era stata molto limitata, mi aveva fatto capire quanto poteva essere bello. Guardavo i film di Godard e tutto ciò che volevo era fare del sesso appassionato come quello che vedevo sullo schermo.

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REBECCA, 23 anni

VICE: Parlami un po' del tuo background religioso.
Rebecca: Sono cresciuta in una casa con visioni differenti: mio padre è un ebreo ortodosso moderno mentre mia madre è più tradizionalista ma meno osservante. Sono andata in una scuola ortodossa moderna e sono stata molto coinvolta nella comunità ebraica. Andavo in sinagoga e tutto il resto. Dopo il liceo, ho prestato molte meno attenzione a queste cose. Ora vivo in Israele in un kibbutz, lavoro durante lo shabbat e non vado in sinagoga.

Ti ricordi di aver fatto educazione sessuale a scuola?
No, non c'era per niente. Mia madre mi diceva di usare il preservativo e andavo da un ginecologo. Quindi tutto quello che sapevo l'ho imparato per conto mio.

Tua madre era aperta da questo punto di vista?
Sì, fortunatamente è sempre stata molto aperta. La mia famiglia dalla parte di mia madre è molto laica, mi hanno sempre parlato di questo cose. Il sesso non era un argomento tabù per loro. Come hai fatto a conciliare le opinioni di tua madre con il rigore del tuo liceo?
Alle elementari è stato difficile, perché il fatto che mia madre non fosse religiosa mi metteva in in imbarazzo. Al liceo, sono cresciuta e ho iniziato ad apprezzare il suo modo di essere. Sentivo che lei era sempre lì per me, disposta a parlare di qualsiasi cosa.

I tuoi compagni di scuola avevano il tuo stesso livello di conoscenza riguardo al sesso?
Alle superiori la maggior parte dei miei amici ha cominciato ad avere rapporti sentimentali. All'improvviso un sacco di gente si piaceva e si frequentava. Credo che facessero ciò che era naturale. Non è che volessimo fare i ribelli, ma ci divertivamo e fumavamo, andavamo alle feste. Anche se era una scuola ortodossa moderna, gli altri studenti erano di mentalità aperta.

Ti senti mai in colpa per la tua vita sessuale adesso che sei adulta?
Crescendo sono riuscita a lasciarmi alle spalle i sensi di colpa che mi erano stati inculcati a scuola, ma mi ci è voluto un po'. Quando mi sono diplomata e ho fatto sesso per la prima volta mi sono sentita in colpa, perché il mio ragazzo era considerato un "cattivo ragazzo." Ma credo che se alle superiori il sesso fosse stato trattato in modo più normale lo avrei vissuto con più facilità. Oggi ho un buon rapporto con i miei genitori. Vivo con il mio ragazzo e a loro questo sta bene. Il fatto che sappiano che ho una relazione seria li rende felici.

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