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All'Internet italiano mancava solo l'Ice Bucket Challenge fascista

L'ha lanciato quello che fino a qualche giorno fa era un illustre sconosciuto, e che ora è diventato il prototipo più avanzato del fortunato filone “Cittadino indignato che sproloquia rievocando gli antichi fasti perduti del popolo italico.”
Leonardo Bianchi
Rome, IT

Grab dalla pagina Facebook "Emiliano Mandarino".

Prendete una qualsiasi bacheca Facebook italiana in questi giorni, epuratela dalle foto residue delle vacanze e osservatela: dentro, con ogni probabilità, ci troverete più o meno le stesse cose di sempre, occasionalmente intervallate da lunghe discussioni sul Fappening e i dettagli anatomici di Jennifer Lawrence.

Ma c'è anche un'altra parte delle bacheche italiane—più o meno le stesse che potrebbero aver aderito alla "Rivoluzione" del 9 dicembre scorso, essersi innamorate di Vladimir Putin e aver condiviso con dedizione ogni link di ciò che il governo non vorrebbe farci vedere—in cui succede qualcosa di diverso. E nelle ultime ore, il merito di ciò va principalmente a Emiliano Mandarino, che fino a qualche giorno fa era un illustre sconosciuto e ora è il prototipo più avanzato del fortunato filone “Cittadino indignato che sproloquia rievocando gli antichi fasti perduti del popolo italico.”

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Pubblicazione di Emiliano Mandarino.

L’improvvisa celebrità che ha investito questo personaggio è dovuta a un breve video—che ad oggi ha inspiegabilmente raggiunto più di 115.000 condivisioni—in cui propone al “Popolo della Rete” una rivisitazione in chiave gentista dell’Ice Bucket Challenge.

L’obiettivo in questo caso non ha granché a che fare con la SLA, ma consiste più semplicemente nello spazzare via quei “chitemuartu e chitestramuartu” dei politici italiani che ci affamano e inneggiare al “grande Benito Mussolini” (“l’unico che ci ha difeso nel popolo italiano”), al fascismo e alle camicie nere.

Centoquindicimila condivisioni.

Ma attenzione, ridurre questa performance a una specie di revival dei Forconi o una sguaiata apologia di fascismo sarebbe fin troppo facile. O almeno, questo è quanto ha scritto un quotidiano online: “Per quanto discutibile, è sicuramente uno sfogo, colorito ma quasi comune, nel quale si identificano tanti cittadini italiani. Il riferimento politico storico è invece del tutto personale, ma rispettabile in quantro frutto del proprio pensiero.”

A giudicare dai numerosi commenti al video, Il “Popolo della Rete” ha mostrato di apprezzare enormemente il “colorito” sfogo.

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Le persone che nei commenti criticano il contenuto del video vengono immediatamente zittite da altri utenti, con una serie di frasi che perseguiteranno gli accademici della Crusca per gli anni a venire: “Tutte le nauseabonde zecche comuniste, che l'italia è nel baratro grazie al merdume come voi che non è degno nemmeno di criticare questo vero signore che ha espresso il pensiero di chi vuole cacciare dall'italia tutta la merda che la sta infestando.. Non date risposte perchè la prossima vi mando affanculo.”

A riprova della “rispettabilità” del Mandarino-Pensiero, comunque, anche “il riferimento politico storico” riscuote parecchio successo.

L’ondata di consenso non si arresta alla semplice condivisione di massa del video. Nel frattempo, infatti, è stata aperta anche una pagina Facebook dedicata a Mandarino, che in pochi ore ha rastrellato più di tremila fan, in cui la sua posizione politica viene chiarita e illustrata. Non possono dunque mancare le obbligatorie bordate ai migranti (che costano “il doppio di un poliziotto”), gli sfottò ad Angelino Alfano e gli appelli per il ritorno in patria dei Due Leoni ingiustamente trattenuti in India.

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Pubblicazione di Emiliano Mandarino.

Sospinto dall'incessante sollevazione digitale, Mandarino ha anche prodotto un secondo video, che è leggermente più messianico, in cui articola più a fondo la sua posizione politica: “Prima la casa per gli italiani, prima la scuola per gli italiani, prima il lavoro per gli italiani, prima l’educazione per gli italiani, ma soprattutto prima il sostegno per le famiglie italiane.” Dire tutto ciò, aggiunge, non significa “essere razzismo” ma semplicemente “amare la propria Patria.”

Anche questo secondo episodio della saga, seppur meno del primo, gira parecchio (più di 25mila condivisioni) e viene apprezzato e rilanciato da pagine molto popolari quali “I Giovani Fascisti Italiani” e "io sono calabrese e sono fiero." Alla fine di questo video viene promessa anche una “prossima puntata” in cui si racconterà “qualcosa delle banche.” Ovviamente non si può che restare in trepidante attesa.

Ora, di questo personaggio si sa poco o niente, e in fondo non è nemmeno così importante. Figure come quella di Mandarino sono la perfetta esemplificazione di persone che incontriamo tutti i giorni per strada, in sala d'attesa dal medico, sui mezzi pubblici. Per il resto, la caratteristica più preoccupante dei video e dell'"ascesa" di questo personaggio è la naturalezza del suo discorso, che è violento e spaventosamente qualunquista—e dunque, in un periodo contrassegnato dall'isteria e dal rancore contro la Kasta, largamente condiviso.

E c'è anche di più: le posizioni di Mandarino (eccetto i deliri fascisti) sull'immigrazione e sulla retorica del "Prima Gli Italiani" sono sicuramente allo stato grezzo, ma con un minimo di raffinazione possono tranquillamente diventare dei programmi di partito—ed effettivamente, a ben guardare, già lo sono e stanno andando oltre l'estrema destra, che rimane il bacino ideologico di riferimento.

I riferimenti all'immigrazione nel secondo video, ad esempio, ricordano parecchio un post pubblicato ieri sul blog di Beppe Grillo, in cui si possono leggere cose del genere: "I triti e ritriti confronti degli italiani come popolo di migranti che deve comprendere, capire, giustificare chiunque entri in Italia, sono delle amenità tirate in ballo dai radical chic e dalla sinistra che non pagano mai il conto."

Insomma, gli Emiliano Mandarino non sono dei semplici "Freak della Rete": sono tra noi, e sono sempre di più.

Segui Leonardo su Twitter: @captblicero