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La clamorosa evasione dal clickbait di Libero

La pagina Facebook di Libero è una specie di manuale del clickbait. Ma con il post sulla "clamorosa evasione dal carcere di Stasi" hanno raggiunti vette ormai inarrivabili.
Niccolò Carradori
Florence, IT

La pagina Facebook di

Libero.

Nell'epoca umana corrente, in cui la visibilità dei contenuti fruibili su internet passa quasi totalmente da Facebook, avere dei social media manager in grado di suscitare l'interesse del proprio pubblico è di vitale importanza, specialmente per la pagine dei giornali e dei media in generale.

Come tutti sanno, però, uno dei metodi più semplici per attirare l'attenzione sui social è quello del clickbait: che è un po' il corrispettivo comunicativo di gettare una granata in acqua nel tentativo di raggranellare il maggior numero di pesci possibili.

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In pratica si costruisce una presentazione del contenuto ai limiti siderali del sensazionalismo, spesso ingigantendo o addirittura distorcendo il contenuto stesso, in modo che chi legge non possa fare a meno (se è un allocco) di cliccare e generare visite. Gli esempi palesi di questa pratica sono visibili a tutti ogni giorno: sono quel genere di pagine con nomi tipo "Curiosità Inutili Oggi" che spammano continuamente sulla home articoli dal titolo "NON SAI CHI È MORTO MALE OGGI!!! CLICCA QUI!!!"

Questo genere di pagine in realtà rappresentano il lato più bieco e visibile del clikbait: sono pirati senza quartiere disposti a giocarsi tutto pur di generare traffico. Ma è possibile portare avanti la tecnica del sensazionalismo con più stile. E da questo punto di vista, i social media di Libero sono in assoluto la declinazione più raffinata. La pagina Facebook di Libero è una specie di manuale del clickbait.

Ieri, ad esempio, hanno postato sulla loro pagina questa preview:

Come è onestamente pensabile, qualsiasi essere senziente che si imbatta in un titolo del genere, con una foto di Alberto Stasi circondato dai carabinieri, sarebbe portato a supporre che la fuga dal carcere di cui parlerà l'articolo, una volta aperto, sarà proprio quella di Stasi.

Ma cliccando sul link, in realtà, si scopre che l'evaso è "Predan Zonic, 52 anni, origini serbe, evaso lunedì dal suo reparto." L'unico grado di relazione con la vicenda di Stasi, è che Zonic era detenuto nello stesso carcere, quello di Bollate, in cui da poco è stato rinchiuso il ragazzo condannato per l'omicidio di Chiara Poggi.

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Ci troviamo di fronte ad una stoccata di fioretto che soltanto i maestri shaolin del clickbait posso sferrare: a ben vedere la costruzione sintattica del titolo è perfettamente strutturata per distorcere la percezione della notizia senza però commettere mistificazione.

Probabilmente è il vertice stilistico raggiunto dai responsabili della pagina Facebook di Libero: ma scrollando la loro bacheca si trovano migliaia di altri esempi che rappresentano la loro maestria sensazionalistica. Eccone una breve esemplificazione.

Previsione di conflitto in imminente deflagrazione a fronte di un'analisi a base di Maya e conclusioni su politiche errate in Medio Oriente da parte di Obama. Con foto di mirini ad alta precisione e funghi atomici.

Percezione dell'articolo: "Francesca Immacolata Chaouqui ha twittato al Papa 'Buon Natale CAZZO'." In realtà si scopre che questo astuto stratagemma a base di puntini di sospensione (estremamente utilizzato da Libero) nasconde il clamoroso sberleffo"buon Natale capo". Delusione.

Questo terzo esempio è praticamente identico alla preview di Stasi: si dà la notizia della dipartita di Filippo Bartoli, uno scenografo che per anni ha lavorato nei programmi di Santoro, ma la composizione del titolo e l'immagine presentata spingono a pensare che la triste notizia riguardi Santoro stesso. Qualche tempo fa era successo lo stesso con la notizia della morte dell'attrice Vittoria Piancastelli, data in questa forma:

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In lutto il mondo del cinema: se ne va a 53 anni, aveva recitato con Aldo, Giovanni e Giacomo / Foto — Quotidiano Libero (@Libero_official)September 14, 2015

Ora: ovviamente il clickbait è una delle pratiche più disprezzate nel mondo dell'internet, anche se praticamente tutti i media cercano di spingere i propri lettori a leggere i propri articoli e quindi lo mettono in pratica, in qualche misura, di tanto in tanto. Libero, invece, porta avanti una campagna di sensazionalismo totale, e per questa sua tecnica non possiamo che parlare d'arte.

La pagina Facebook di Libero rappresenta il Nirvana per tutti gli accoliti che credono nel clickbait folle: una specie di Oxford dell'interesse morboso. Tutti gli webmaster di blog astrusi che spammano tette, dolore, e false notizie grossolane dovrebbero seguirne l'esempio come dei bonzi in un tempio sacro.

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