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Tea's Tacos

Summertime Sadness

Ero stata messa in guardia sul "passare il mese di agosto a Milano", ma non ho voluto ascoltare.

"Stasera ho finto di avere mal di testa per evitare di fare sesso con me stessa," twitto dal letto mentre con la mano libera mi infilo in bocca delle patatine.

"Sono uno spasso," mi dico.

Ma è divertente solo perché è vero.

Ho praticamente smesso di masturbarmi. Nel mio appartamento fa troppo caldo persino la notte, e se ci provo prima di dormire sudo. Se sudo devo fare la doccia, ma nel tragitto verso il bagno passo davanti alla cucina, ci entro, e una volta lì mi fermo per uno "spuntino di mezzanotte", per poi tornare a letto a preoccuparmi di quanto stia ingrassando e a pensare a cosa diavolo metterò per uscire, finché non mi rendo conto che ho bisogno di vestiti nuovi ma non posso comprarli, dato che sono disoccupata, così inizio ad angosciarmi perché non troverò mai un "vero lavoro" e finisco a chiedermi cosa abbia studiato a fare, e… E a quel punto, ovviamente, sono troppo stressata per dormire.

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Ma non è solo per questo che non riesco a dormire.

Da qualche settimana, nel momento stesso in cui cerco di prendere sonno sento camminarmi addosso tanti piccoli insetti. Non scherzo, davvero. Li sento nella pelle, sotto la pelle, saltano su e mi pungono. E questa cosa mi sta facendo impazzire, perché quando mi gratto o accendo la luce non c'è mai niente. "Forse è tutto nella mia testa, allora." Ho provato a cercare "sensazione di insetti sotto la pelle," e internet mi fornisce le seguenti alternative: diabete, demenza o dipendenza da metanfetamina. Eppure non mangio zucchero, quindi il diabete non c'entra, so troppe cose sui vip per essere demente, e sono passati anni dall'ultima volta che ho preso della metanfetamina. Avrò forse le piattole? Ma no, non è possibile, mi depilo completamente, e poi non faccio sesso da settimane. L'ultimo tipo con cui sono stata a letto aveva dei gatti. Saranno le pulci?

Dio, allora è proprio demenza.

Non che prima non avessi problemi di insonnia, ma allora rimediavo sfinendomi di orgasmi o bevendo fino a perdere i sensi. Ma come ho già detto, d'estate non riesco a masturbarmi, e ultimamente persino bere è deprimente. In quest'ultimo caso, però, la colpa è mia. Ora mi spiego.

Ero stata messa in guardia sul "passare il mese di agosto a Milano."

Ma non ho voluto ascoltare.

Chiunque mi ha detto che sarei stata sola e non avrei trovato niente o nessuno con cui passare le giornate. E io pensavo, "Fantastico! Sarò circondata da un sacco di disperati, e la disperazione ci unirà! Saremo una specie di comunità! Una nuova città, una Mini Milano, una Milano Deserta, popolata soltanto da alcolizzati, stranieri, pervertiti e zoccole come me! Che bello!"

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Così è arrivato agosto, i miei amici sono partiti e io ho iniziato a bere da sola.

Be', bevo sempre da sola. Fuori casa, intendo: vado nei bar. È il modo migliore per trovare quella tipologia di uomini che mi scopano senza nemmeno fingere che io gli piaccia, quelli che mi sputano in bocca senza chiedere se "va bene." Il Pravda è l'ideale per queste cose. Qualche mese fa ci sono andata da sola, ed ero di pessimo umore, allora ho deciso che avrei recitato la parte della stronza. Un tizio continuava a offrirmi da bere, ma l'ho ignorato, poi mi ha comprato delle rose, l'ho ignorato di nuovo, e più tardi mi ha seguito mentre tornavo a casa. L'ho ignorato anche lì, finché non siamo arrivati alla porta e gli ho permesso di entrare, a condizione che se ne sarebbe andato non appena avessimo finito e che non mi avrebbe mai più rivolto la parola. Ha detto "Ok."

Ma non deve essere necessariamente il Pravda. Qualunque posto che serva superalcolici, birra o anche semplicemente pizza va bene per rimorchiare. Basta evitare i Navigli, perché è lì che stanno gli uomini con le mogli—è vero! I single non ci vanno, ai Navigli! Per dire, una volta  al BQ ho incontrato uno che mi ha portato a casa sua e ha voluto che gli mettessi un enorme dildo viola nel culo. Poi mi ha detto che era fidanzato. Quindi sì, appunto.

Ad ogni modo, rimorchiare è facile, per una ragazza.

Ma ora è impossibile.

Nemmeno un mese fa, di ritorno da una cena col mio [EX] sugar daddy (uno più vecchio con cui uscivo in cambio di soldi e regali, e che solo dopo ho scoperto essere un cazzone da cui sono dovuta scappare fingendo di avere la diarrea), ho fatto tappa al 24 May Square Bar in Col di Lana per farmi un whisky, e invece mi sono ritrovata con uno della Bocconi. Ehi, è stato facile! E fantastico. Ho avvertito quella scarica che provi nel dimostrare a te stesso che qualcuno vuole scoparti—capito quale?

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Ecco, che qualcuno ci provi adesso, però.

Il Pravda ovviamente è chiuso, e così tutti gli altri locali decenti. Mi sono buttata su quello che rimaneva, i bar poco raccomandabili a Romolo, le vinerie di Porta Genova, quei posti del cavolo vicino al McDonald's in Ticinese. L'altra sera ho provato persino ai Navigli, da Banco, dove le uniche attenzioni che ho ricevuto sono state quelle del proprietario, che mi ha chiesto di poter fare cambio di tavolo così che una coppia con figli potesse sedersi al mio posto (ma che modi sono questi?!). Sono uscita e ho incespicato fino a Porta Romana, da quello schifo del Twelve, un bar con—ebbene sì—luci blu, palme di plastica e un cameriere spilungone che non smette un attimo di parlare della sua "arte". Me ne sono andata senza rimediare neppure un numero, e sulla via di casa sono passata dal 24 May Square Bar, trovando nient'altro che qualche tramezzino raffermo avanzato dall'aperitivo che ho comunque mangiato, per "nutrire i miei sentimenti" o come cavolo si dice.

Non voglio essere negativa. Non mi sono "arresa". Continuo a uscire, ma senza entusiasmo. Non perdo nemmeno tempo a prepararmi, quasi. Quando non riesco a dormire, a notte fonda, mi trascino fuori dal letto, metto una vestaglia e il rossetto (con un risultato molto più chic nella mia testa che non nella vita reale) ed esco, alla ricerca di qualcosa—qualsiasi cosa—di aperto. E quando finalmente lo trovo, mi siedo in una postazione ben visibile, ordino qualcosa di forte e lo bevo nel modo più seducente possibile, fissando chiunque e rendendomi ogni volta conto che nessuno sta ricambiando il mio sguardo.

"Provate a mescolare tre scatolette di tonno col ketchup e a mangiarle alle 3 di mattina senza odiarvi," twitto mentre sono stesa maldestramente sul letto e cerco di ignorare il caldo letale, la mia vagina pulsante e gli insetti-fantasma che mi camminano attorno. "Agosto milanese del cazzo," mi dico.

La prossima volta non sarò così ingenua.

Segui Tea su twitter: @TeaHacic

Settimana scorsa: Benvenuti su Tea's Tacos