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La polizia spagnola contro i liceali di Valencia

Riempire di manganellate gli studenti del liceo non è il modo ideale per contenere una protesta.

A Valencia, terza città della Spagna, poliziotti in tenuta antisommossa hanno attaccato un gruppo di ragazzini facendo insorgere una protesta di dimensioni nazionali e una raffica di hashtag Twitter come #Valencianspring e #Iamalsotheenemy. Mi viene da pensare che in fondo il mito per cui tutti i poliziotti a scuola le prendevano dai bulletti non sia così falso. Non che foste tenuti a saperlo, ma la provincia di Valencia è attualmente la più indebitata della Spagna. Moody's ha recentemente declassato i titoli della provincia al livello di "spazzatura" (già, nemmeno io sapevo che le istituzioni locali potessero mettere in vendita dei titoli, ma a quanto pare è così), e, ovviamente, i servizi pubblici sono il settore più colpito.

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I problemi sono cominciati mercoledì scorso, quando una manifestazione di allievi e professori uniti contro tagli agli stipendi e alle risorse (come nel riscaldamento centralizzato e l’elettricità) è uscita dai cancelli della scuola in cui si stava svolgendo e ha invaso le strade "ostacolando il traffico" e dando alla polizia una buona scusa per menare un po' le mani. Come potete immaginare, la cosa non è andata giù a tutti. Nei giorni successivi sono tornate le dimostrazioni di studenti universitari e dell'assopito movimento del 15-M. Contemporaneamente, il numero di poliziotti e l’uso di violenza sono cresciuti. Durante la conferenza stampa di ieri, il capo della polizia Antonio Moreno ha addirittura dichiarato che gli studenti, per la maggior parte minorenni, sarebbero "il Nemico." Perché possiate contestualizzare la dichiarazione della polizia che equipara gli adolescenti a violenti attivisti, ecco un video di due ragazzine che vengono perquisite contro una macchina.

È sempre più chiaro che, dopo le ultime elezioni, lo stato non ha intenzione di replicare la politica pacificatrice mantenuta nei confronti delle proteste degli indignados di quest’estate. E anche se c'è chi potrebbe chiedersi perché a ragazini di 14 anni sia consentito manifestare durante le ore di lezione, è difficile non stupirsi di fronte all’impressionante dispiego di forze.

Non sono esperto di strategie di polizia, ma non posso fare a meno di pensare che caricare a suon di manganellate chiunque porti sulle spalle uno zaino colorato possa non essere il modo migliore di contenere una protesta.

Sta per cominciare il quinto giorno di proteste, e mentre il paragone sulla bocca di tutti è con la Grecia, dai giornalisti agli attivisti, non si riesce davvero a capire come le cose possano migliorare. A Siviglia e Madrid sono state organizzate marce di solidarietà, e a meno di qualche mossa abile da parte del governo, sembra solo questione di tempo prima che le cartelle si svuotino di libri e si riempiano di sampietrini.

Foto di Kike Taberner.