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La Polizia Italiana ha lanciato un'operazione contro la Federazione Anarchica Informale

Una vasta operazione della Polizia ha portato all'arresto di 7 persone ritenute affiliate alla FAI, ai quali viene contestato il reato di associazione con finalità terroristiche.

Questa mattina, una vasta operazione della Polizia ha portato all'arresto di 7 persone ritenute affiliate all'organizzazione Federazione Anarchica Informale (FAI). Otto invece gli indagati.

Ai fermati viene contestato il reato di associazione con finalità di terrorismo, e in particolare l'essere artefici di tre esplosioni degli ultimi anni: quella del marzo del 2007 a Torino, e due presso la Caserma allievi dei Carabinieri di Fossano, nel giugno del 2006.

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L'operazione, denominata"Scripta Manent", trae origine dal procedimento penale nato in seguito al ferimento da parte del "Nucleo Olga" della FAI dell'ingegner Roberto Adinolfi, amministratore delegato dell'Ansaldo Nucleare, gambizzato a Genova nel 2012.

"Scripta Manent" ha visto impegnati la Digos di Torino, col contributo dei nuclei Digos di Pescara, Roma e Viterbo e l'ausilio delle unità cinofile. La Polizia ha perquisito quasi 30 abitazioni dislocate tra Piemonte, Lazio, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Sardegna, Campania, Umbria e Abruzzo.

Le forze dell'ordine sono riuscite a ricostruire la struttura dell'associazione - e la sua evoluzione internazionale - analizzando i numerosi documenti di matrice ideologica rinvenuti in questi anni.

Stando alla 55esima relazione sulla politica informativa redatta dal CESIS, la Federazione Anarchica Informale sarebbe stata per lungo tempo la "componente eversiva (…) più pericolosa," capace di muoversi con "schemi propri di una banda armata clandestina."

La FAI ha già rivendicato in passato la collocazione e l'invio di numerosi ordigni esplosivi: nel 2003, con la cosiddetta "Operazione Santa Klaus", spedì una serie di plichi esplosivi destinati al presidente della Banca Centrale Europea, del Partito Popolare Europeo, all'Europol e all'allora presidente dell'UE Romano Prodi.

Nel 2004, la Federazione ha spedito pacchi bomba al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (poi disinnescati in tempo) e fatto esplodere tre ordigni a Milano, senza causare vittime. Nel 2006, tentarono di spedire un plico esplosivo indirizzato all'allora sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, individuato poi prima dell'esplosione.

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Nel 2010, la FAI ha rivendicato l'esplosione di due pacchi bomba presso le sedi romane delle ambasciate svizzera e cilena: a partire da questa operazione, si è cominciato a ritenere che l'organizzazione avesse dei legami - risalenti almeno al 1998 - con i movimenti anarchici greci.

Stando alla rivendicazione dell'attentato a Romano Prodi, i gruppi d'azione della FAI "non sono tenuti a conoscersi tra di loro" per scongiurare il rischio di "leaderismi dei singoli": la comunicazione interna avverrebbe "attraverso le azioni stesse e attraverso i canali informativi di movimento senza la necessità di conoscenza reciproca."

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