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Canada

La Nutella ha negato a una bambina di nome 'Isis' un barattolo con il suo nome

La compagnia dolciaria ha rifiutato la richiesta avanzata da una canadese di 6 anni. Ma non è l'unico caso simile verificatosi dopo gli attacchi di Parigi.
Isis Redbanks [fotografia via CBC]

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Per chi si chiama Isis, questi sono tempi duri.

Nutella ha rifiutato la richiesta di una ragazzina che voleva vedere il suo nome di battesimo stampato su un barattolo della nota crema gianduia commercializzata in tutto il mondo.

Il nome della canadese Isis Redbanks, che voleva solo partecipare a una campagna marketing che offre ai clienti la possibilità di personalizzare l'etichetta del prodotto, è però nella 'lista nera' dei termini considerati proibiti dalla compagnia dolciaria.

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Intervistata dalla CBC, la madre di Isis ha raccontato di essere rimasta "scioccata" e "sul punto di piangere" quando un rappresentante della compagnia ha rifiutato di ottemperare alla richiesta avanzata dalla figlia.

"Mi ha detto: 'No, non possiamo stamparci Isis, perché la gente penserà all'Isis cattivo'," ha riferito la donna, riferendosi ad uno degli acronimi utilizzati dal movimento fondamentalista dell'autoproclamato Stato Islamico (IS), responsabile dei recenti attacchi terroristici di Parigi.

La stessa cosa è successa a novembre a Isis Taylor, australiana di 5 anni, in un centro commerciale. La richiesta della piccola è stata rigettata dal computer utilizzato per stampare le etichette personalizzate.

Isis Taylor è stata chiamata così in onore della dea egizia Isis (in italiano Iside). La canadese Isis Redbanks, invece, è stata chiamata così in omaggio ad un affascinante tratto del fiume Tamigi.

La famiglia Redbanks, da quel giorno, ha cominciato a boicottare Nutella.

Alla fine di novembre, un'altra ragazzina canadese - anche lei chiamata così per l'antica divinità - ha subito un simile torto: alla fine di una gara a ostacoli organizzata dall'Esercito Canadese, un membro dell'organizzazione si è rifiutato di scrivere il suo nome sul documento che certificava il completamento della gara.

 Un riconoscimento che, invece, era spettato a tutti i compagni di classe.


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