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Gli Acchiappamoschee

Gli islamofobi inglesi sono molto più organizzati di quanto si possa immaginare.

Mai sentito parlare dei Mosquebusters? In origine, questo era il nome di battaglia di una banda di cretini decisi ad aiutare gli islamofobi inglesi nel contrastare ogni piano di costruzione di grosse, grasse moschee.

Ma gli acchiappa-moschee non assolvono il loro compito presentandosi nei cantieri dove tutto quello che resta da fare è inaugurare il minareto o percorrendo le strade dei quartieri a maggioranza musulmana a bordo di una ruspa. Si affidano ai permessi per l'edilizia, appoggiando chiunque voglia percorrere la strada burocratica contro l'innalzamento di una moschea. Questa strategia, che in alcuni casi è arrivata a usare la scappatoia del numero non regolamentare di posti auto per ostacolare la costruzione del luogo di culto, gli ha garantito non pochi successi.

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Nel tentativo di intaccare la buona stella dei Mosquebusters, l’anno scorso Spike Johnson ha trascorso una giornata con i membri dell’organizzazione, che adesso ha cambiato il suo nome in un più democratico Law and Freedom Foundation. Ho parlato con Spike della sua esperienza sotto copertura al fianco di questa misteriosa società segreta di impiegatucci bigotti.

VICE: Ciao Spike, come stai?
Spike: Tutto bene, grazie.

Come hai scoperto i Mosquebusters?
Ho iniziato a cercare informazioni sull’estremismo per una cosa che volevo scrivere. Sul sito internet della English Defence League (EDL) ci sono link a ogni possibile realtà pseudo razzista. Uno di questi riguardava un annuncio che cercava volontari per i Mosquebusters. Adesso non c’è più—a un certo punto hanno iniziato a chiudere tutti i loro siti internet.

Ma esistono ancora?
Oh, eccome se esistono. Usano un nome diverso: si chiamano Law and Freedom Foundation, ma a gestirla sono sempre gli stessi.

Quindi ti sei proposto come volontario per poter avere accesso all’organizzazione?
Già. Gavin Boby, il direttore, mi ha fatto il colloquio. Avrei dovuto seguirlo in tribunale e filmare ogni cosa. Stava iniziando ad attirare l’attenzione e voleva che tutte le prove venissero registrate. Ho avuto accesso all’organizzazione per circa 24 ore e lui mi ha mandato tutte le istruzioni su come fare quello che fanno e tutte quelle stronzate. Ma poi si è reso conto di chi fossi e mi ha buttato fuori.

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Quindi cercano di tenere segreta la loro attività, nonostante il loro logo riporti la versione a fumetto di Abu Hamza e un nome come Mosquebusters?
Esatto.

C’è qualcosa di illegale in quello che fanno?
No, è tutto completamente legale. Ma credo si siano accorti che la maggior parte della gente non approva le loro azioni.

Nella tua prima indagine sull’attività dei Mosquebusters hai usato la parola “insidioso”. Quale pensi sia il danno più grande per la comunità musulmana, gli islamofobi che usano la burocrazia per mandare a monte i progetti delle moschee, o gli idioti della EDL che li insultano per strada?
I primi, senza dubbio. E loro lo sanno bene. Non vanno in giro a fare manifestazioni, non sventolano bandiere. Agiscono in maniera meno evidente. Si sono resi conto che per fare la differenza in questo genere di cose devono prendere una via un po’ più laterale.

Cosa pensano dei Mosquebusters i membri della EDL con cui hai parlato?
Sono andato a qualche raduno e lì non avevano idea di chi fossero. Credo che di recente Gavin Boby abbia cercato di prendere le distanze dalla EDL. I Mosquebusters non vogliono quel genere di pubblicità, preferiscono tenersi lontani dai riflettori.

Hai parlato con qualche islamofobo che ha usato le petizioni dei Mosquebusters per protestare contro la costruzione di una moschea?
Sì. Ho seguito il caso della moschea che alcuni musulmani stavano cercando di costruire nella zona ovest di Londra. Le persone contrarie hanno inviato al consiglio comunale la petizione scritta dai Mosquebusters.

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Visti così non sembrano gli skinhead della EDL, ma piuttosto delle nonnette…
Sì, sono comuni cittadini. Persone di una certa età che hanno vissuto tutta la vita in un quartiere di bianchi e non vogliono veder cambiare le cose. In tanti casi non credo nemmeno siano maligni, razzisti o bigotti. Penso solo che gli piaccia la loro cittadina così com’è. Sono i Mosquebusters a strumentalizzare la cosa. La forza è nei numeri: se raccogli tantissime firme, le autorità dovranno cedere.

Pensi che diventerà un’attività sempre più comune?
Credo di sì. Boby sta diventando importante. E lavora pro bono.

Di cosa si occupa nella vita? Fa altro?
È avvocato nel settore delle proprietà, lavora a Bristol. Credo che sia abilitato all’azione legale per la difesa o pubblica accusa nei tribunali di grado superiore. In Inghilterra, oggi, qualunque richiesta di permesso edilizio viene pubblicata online. Seguendo il collegamento arrivi alla richiesta specifica e puoi presentare un’obiezione al consiglio. L'attività di Boby consiste nell'appellarsi agli islamofobi in altri continenti, chiedendo loro di presentare obiezioni, indipendentemente dalla loro nazionalità. Quindi non si tratta più di una questione locale, ma di un movimento globale.

I musulmani che hai incontrato e che facevano richiesta per la costruzione delle moschee erano a conoscenza dell’attività dei Mosquebusters?
Non ne sapevano niente. Sono andato alla moschea più grande dell'Europa Occidentale, e non sapevano nulla di loro, né erano a conoscenza del fatto che questi tizi stessero bloccando le loro richieste. Così gli ho spiegato chi fossero. Mi aspettavo una reazione negativa, ma l’imam è stato abbastanza cordiale e mi ha chiesto i recapiti di Boby Gavin, in modo da poterlo contattare e lavorare insieme per combattere l’estremismo islamico.

Ok. Però pare che Boby odi tutti i musulmani.
Sì, è vero. Sono stato piuttosto sorpreso da quell’opinione.

Quando hai parlato con le persone che hanno appoggiato una particolare petizione contro una moschea, hai spiegato loro quello che sta facendo Boby?
La maggior parte di loro ha risposto: “Bene, siamo d'accordo.”