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Il problema delle cimici dei letti a Milano è più grave di quanto pensiate

Credevo di essermi beccato le cimici dei letti, e dopo qualche ricerca ho scoperto che la situazione a Milano è molto più grave del previsto. Così ne ho parlato con Franco Casini, entomologo e disinfestatore operante nel milanese.

Qualche giorno fa, parlando con una mia amica, sono venuto a sapere dell'esistenza a Milano di un insetto particolare: le cimici dei letti. Fino a quel momento ne avevo sentito parlare al massimo nei documentari su National Geographic, e la percepivo come una realtà lontana, quella dei racconti di conoscenti che si ritrovano a cercare casa in posti esotici come Londra o New York. Eppure, stando alla mia amica, a Milano è in corso una specie di invasione.

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La mattina dopo mi sono svegliato con una serie di piccole punture sul braccio. Tipo queste:

Foto via Flickr.

Potevano essere qualsiasi cosa, ma la coincidenza mi ha messo in allarme. Mi sono fiondato al computer e ho fatto scorrere davanti ai miei occhi le immagini di schiene e natiche deturpate dalle punture di cimici. Quando poi sono arrivato alla foto di un tizio con addosso gli stessi identici segni che avevo io, ho sentito un brivido corrermi lungo la colonna vertebrale. Sono stato preso dal panico: le cimici mi stavano invadendo casa.

Per me la casa è un luogo di serenità, la camera da letto è il centro di questa serenità, è il suo utero, e il letto è l'utero dell'utero, l'iper utero. Ed era infestato. Così ho passato la mia prima giornata immaginando come poter fermare l'avanzata di queste cimici. Avrei anche potuto tollerare la loro presenza in casa, diavolo avrei perfino costruito loro una minuscola casetta con minuscoli tappeti, e ogni giorno avrei dato una goccia del mio sangue che le cimici avrebbero potuto bere nei loro minuscoli bicchieri. Ma sapevo che non avrebbe funzionato: alle cimici non interessava una vita borghese a Milano, l'unica cosa che volevano era il mio sangue.

Le informazioni che avevo raccolto il primo giorno mi avevano solo fatto sentire impotente, così prima di andare a dormire non ho trovato alternativa migliore che cercare di proteggermi sistemando qualche piatto di plastica pieno d'olio di semi sotto le gambe del letto.

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Il giorno seguente ero felice per non aver trovato nessuna puntura, ma nelle mie trappole non c'era nemmeno una cimice. Ho dunque ripreso la mia ricerca, andando a consultare vari forum a tema. Lì ho trovato quelle che mi sembravano le conoscenze giuste per combattere il mio nemico; dovevo innanzitutto trovare tracce della loro presenza, perché le punture non bastavano. Ho passato l'ora successiva sdraiato per terra a cercare delle minuscole mute di cimice a occhio nudo.

Dopo una lunga perlustrazione ho trovato una specie di grumo grigiastro, che ricordava vagamente quella che supponevo essere la muta di un insetto. Ho scattato un po' di foto e poi le ho pubblicate sul forum nella speranza di essere rassicurato.

Il verdetto è stato sconcertante: sì, probabilmente si trattava di cimex, e di lì a poco avrei dovuto iniziare a liberare il freezer per poterci congelare gli oggetti più piccoli da disinfestare. Proprio mentre stavo per entrare in una trance di disperazione, però, ho capito di aver appena dato ascolto a membri più o meno anonimi di un forum. Non erano degli entomologi, non avevano l'occhio da entomologo, e oggi c'è qualcuno che va in giro con turbanti di carta stagnola in testa perché qualche blog su internet lo ha convinto che il governo stia cercando di risucchiargli i pensieri dal cervello.

Non potevo avere le cimici. Così, continuando le mie ricerche mi sono imbattuto in questo video.

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Se Geo&Geo aveva chiamato qualcuno, quel qualcuno sapeva il fatto suo. Ho contattato Franco Casini, entomologo e disinfestatore operante nel milanese. L'ho incontrato qualche giorno dopo e grazie a lui sono venuto a sapere un sacco di cose interessanti.

Come mi ha spiegato Casini, infatti, queste cimici non superano i pochi millimetri di lunghezza, sono marroncine e presentano un addome schiacciato, perfetto per entrare nelle fessure più sottili. Questi insetti non hanno un habitat, e non fanno un vero e proprio nido: a loro basta vivere vicino a degli esseri umani, quindi popolano case, stanze di hotel, cabine delle navi, e si possono incontrare anche sul treno. Dove andiamo noi, vanno loro.

Questo tipo di cimice è un ematofago obbligato: cioè si ciba solo di sangue, e in particolare di sangue umano. Sono con noi da sempre, ma se prima si accontentavano di topi o pipistrelli, per quasi quattromila anni sono state fedeli compagne di letto degli uomini. Poi qualcosa è cambiato. Dal 1945 in poi è esploso il DDT, uno degli insetticidi più potenti mai creati. Dopo aver spruzzato DDT dappertutto le cimici sono state ridimensionate, e per quasi sessant'anni sono sparite dalla circolazione. Dagli anni Duemila però hanno iniziato una lenta risalita.

"Nel 2005 ho trattato cinque casi in tutto l'anno, adesso cinque casi li trattiamo in una settimana, ma forse anche di più," ci dice Casini. Insomma, i casi di infestazione da cimici dei letti sono aumentati di 50 volte nel giro di dieci anni. Il nostro stile di vita ci porta spesso a viaggiare, a frequentare paesi dove non sono mai state debellate completamente, ma soprattutto "non se ne erano mai andate, erano rimaste anche da noi, perché ogni tanto un caso c'era, ma non era una cosa epidemica. Noi ce ne siamo accorti con cinque o sei anni di ritardo, ma in America, in Australia e in Inghilterra, si stavano già organizzando dalla metà degli anni Novanta," continua Casini. Che conclude: "C'è poca comprensione di questo insetto, il 70 percento delle informazioni su internet sono false."

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Infatti si crede che le cimici si siano estinte, oppure che siano legate alla sporcizia, o addirittura che si tratti di altri insetti. In realtà alle cimici dei letti non frega niente del luogo in cui sono. Prediligono le stanze da letto, le doghe della rete, il materasso, qualsiasi posto va bene. "Il cinque stelle resort e l'ultima topaia hanno le stesse possibilità di essere infestati dalle cimici," dichiara Casini. L'unico modo per riconoscere una infestazione è cercare dei puntini neri, le feci, o le loro mute.

Le cimici tendono a espandere i loro territori grazie a un feromone che producono: quando sono in poche questo feromone le spinge a raggrupparsi, quando invece sono troppe ha l'effetto contrario, e le spinge a cercare nuovi territori. Se siete in una camera d'albergo infestata, ad esempio, basterà appoggiare una borsa su una sedia e nella notte una cimice ci entrerà, a causa della totale mancanza di feromoni in quel luogo. Così ti porti a casa le cimici, che si nasconderanno nell'anfratto del battiscopa, e aspetteranno la notte per uscire e nutrirsi.

"Sulla lunga distanza," mi dice Casini, "ti trovano in base alla concentrazione di anidride carbonica, ovvero il tuo respiro, una volta vicine vanno in termografia e vedono le cose sopra i trentasei gradi; a quel punto mettono in funzione la vista e ti vedono in infrarossi." Non si fotte con le cimici dei letti, quindi.

Sono molto difficili da uccidere, possono rimanere in vita senza cibarsi anche un anno. Come se non bastasse, dopo i vari trattamenti con DDT quelle rimaste sono anche estremamente resistenti ai pesticidi. Come ammazzarle quindi? O con l'azoto liquido, oppure con un getto di vapore secco a 180 gradi, e non con i soliti rimedi fai da te come i piatti di plastica pieni di olio.

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Per quanto riguarda il caso specifico di Milano, dall'anno scorso, in previsione di Expo, si è iniziato a vociferare di una possibile invasione. Nel comunicato stampa di Anticimex , per esempio, si può leggere che "il binomio 'più turisti, più cimici dei letti' è quasi matematico," e con l'affluenza di 21 milioni di visitatori ci si aspetta una situazione di crisi come già era successo a Vancouver nel 2010 e a Londra nel 2012, dove si erano indetti seminari per preparare disinfestatori e albergatori a far fronte a questa "invasione silenziosa".

Secondo il Corriere della Sera nel 2013 l'unità di disinfezione e disinfestazione dell'ASL riceveva già più di cinque chiamate al giorno. Come mi ha spiegato il dottor Casini, "il 70 percento del mio lavoro di disinfestatore ormai riguarda le cimici. Se la gente sapesse come sono fatte e come fare a riconoscerle, saprebbe cosa cercare. Ci vogliono tre minuti per controllare un letto d'albergo, e non farebbe gli errori classici che si fanno con il fai da te e che peggiorano soltanto la situazione."

Dopo aver lasciato il dott. Casini sono tornato a casa con il cuore in pace: era ormai più di una settimana che non avevo ricevuto punture, e non c'erano le tracce tipiche. Gli avevo fatto vedere le foto della muta che avevo trovato, ed ero stato rassicurato sul fatto che non si potesse trattare di un'infestazione da cimex.

Nel frattempo però mi ero anche arresto all'idea che un giorno o l'altro avrei incontrato le cimici sul mio cammino; la cosa strana è che in qualche modo sembrava giusto riavere a che fare con un insetto a cui eravamo stati uniti da quando abitavamo nelle caverne, un insetto che contava su di noi per vivere, e che noi avevamo sterminato. Dopo aver pensato così tanto a loro, ora vedo le cimici come un qualcosa che potrei tollerare, ma, come dice Casini: "sono comunque un'infestazione, e come tale va eliminata."

Thumbnail via Flickr.