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11 settembre

Le malattie legate all’11 settembre hanno ucciso quasi tante persone quante gli attacchi

Secondo alcuni esperti, nel giro di cinque anni il numero di vittime per malattie insorte dopo l'11 settembre supererà quello di chi è morto il giorno dell'attentato.
Foto di Chang W. Lee/Pool/EPA

Marcy Borders fu fotografata, ricoperta di cenere, mentre fuggiva dalla Torre Nord del World Trade Center l'11 settembre 2001.

A fine dell'agosto 2015 è arrivata la notizia del suo decesso: un cancro allo stomaco l'ha uccisa a soli 42 anni. Borders sospettava che la sua malattia fosse stata causata dalla polvere cancerogena che si era sprigionata nell'aria 14 anni prima.

La morte di "Dust Lady", icona dell'11 settembre, ha riacceso i riflettori sulle migliaia di casi di cancro che alcuni sostengono essere strettamente collegati all'attacco terroristico avvenuto a New York.

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Secondo alcuni esperti, nel giro di cinque anni il numero di vittime per malattie insorte dopo l'11 settembre supererà quello di chi è morto il giorno dell'attentato.

"Mi chiedo se sia stato quell'evento ad attivare le mie cellule tumorali," dichiarò al Jersey Journal dopo la diagnosi del cancro nel 2014. "Ne sono convinta, perché non ho avuto altre malattie. Non ho la pressione alta, né colesterolo alto, né diabete."

"Come puoi passare da essere una persona sana a svegliarti con il cancro il giorno dopo?" chiese al giornalista che la stava intervistando.

Il giorno che i terroristi di Al Qaeda dirottarono due aerei e li schiantarono contro le torri, Borders stava lavorando per Bank of America, all'ottantunesimo piano del World Trade Center. La donna, pur sopravvivendo all'attacco, iniziò a manifestare una forte depressione post-traumatica. Diventò dipendente all'alcool e alla droga fino a che, nel 2014, le fu diagnosticato un cancro allo stomaco.

Borders era solo una delle migliaia di persone reduci dall'attacco al World Trade Center ad avere sofferto problemi di salute - tra cui disturbi respiratori e traumi psicologici - all'indomani dell'incidente. Lei, tuttavia, non riuscì mai a dimostrare con certezza la correlazione tra il suo tumore e l'attacco terroristico.

Un decennio più tardi, il cancro viene diagnosticato ad un numero sempre più alto di persone che si trovavano a Ground Zero quel giorno.

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Ma davvero le tossine contenute nella polvere dell'11 settembre possono causare il cancro? Le opinioni degli scienziati sulla teoria sono ancora discordanti. Secondo molti di loro, non ci sono prove sufficienti per mettere in correlazione i tumori all'attacco di Ground Zero. Uno studio del 2012, che esaminò più di 55.000 newyorchesi che si trovavano nell'area quel giorno, non riscontrò una connessione tra l'esposizione alle polveri e una probabilità più alta di contrarre il cancro. È vero, i ricercatori scoprirono tassi più elevati di tumore alla prostata, alla tiroide e di melanoma, ma sottolinearono anche la necessità di studi ulteriori.

Solo dal 2012, dopo l'approvazione del 9/11 Health and Compensation Act, il governo americano ha iniziato a coprire i costi delle cure anti-cancro a coloro che si trovavano a Ground Zero il giorno dell'attacco. La decisione di includere i tumori nel programma è stata presa in seguito a uno studio del 2011, che dimostrava come i pompieri reduci da Ground Zero avessero il 20 per cento di probabilità in più di sviluppare un cancro rispetto alla media.

In precedenza, il governo pagava solo per problemi di salute che fossero imputabili con certezza all'11 settembre, come ad esempio disturbi respiratori e traumi psicologici, dimostrati da numerosi studi.

All'indomani dell'attacco, dure critiche colpirono il sindaco di New York Rudy Giuliani e Christine Todd Whitman, amministratrice dell'Agenzia di Protezione dell'Ambiente. Furono intraprese diverse class action, che imputarono alla città di non avere fatto abbastanza per impedire l'esposizione alle polveri tossiche pericolose per la salute. Giuliani e Whitman ripeterono che l'aria era sicura e decisero di riaprire la parte bassa di Manhattan pochi giorni dopo l'attacco, nonostante non fosse chiaro l'effetto sull'uomo delle tossine ancora presenti nell'atmosfera.

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"Il miscuglio di tossine là sotto era semplicemente indescrivibile," ha detto a VICE News Michael Crane, direttore del World Trade Center Health Program presso l'ospedale Mount Sinai di New York, che cura i paramedici e le vittime dell'11 settembre. "Nessuno saprà mai che cosa c'era nella polvere che inalarono Marcy Borders e gli altri."

Crane è certo dell'esistenza di una correlazione tra il cancro e il contatto con le tossine del World Trade Center. Ma siccome il cancro, a differenza dell'asma o del disturbo post-traumatico da stress, ci mette anni a comparire, è molto più difficoltoso per un medico dimostrare una corrispondenza diretta con l'11 settembre. In particolar modo, perché non è ancora chiaro con quali agenti chimici la gente sia entrata in contatto diretto.

Leggi anche: I parenti delle vittime dell'11 settembre potrebbero presto denunciare l'Arabia Saudita

Crane dice che, nel giorno dell'attentato, erano presenti almeno 90.000 paramedici—il suo programma ha monitorato o curato due terzi di loro. Secondo lui, però, molti altri reduci di Ground Zero non hanno ricevuto nessuna terapia, nonostante stiano probabilmente subendo le conseguenze della nuvola di polvere sprigionata dall'attentato.

Per esempio, gli scienziati sanno della presenza nell'atmosfera di amianto, un materiale notoriamente cancerogeno che era stato utilizzato per la costruzione delle Torri Gemelle alla fine degli anni '60. Ma, dice Crane, possono passare anche 20 anni prima che qualcuno a contatto con l'amianto inizi a mostrare delle complicazioni alla propria salute. E a quel punto in pochi penseranno di collegare la causa della propria malattia all'11 settembre.

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Se Borders fosse riuscita a dimostrare il collegamento con tra la malattia e le scorie dell'attentato, avrebbe teoricamente potuto ottenere un aiuto economico dal governo per pagare le costose terapie anti-cancro. L'anno scorso dichiarò al Jersey Journal di aver accumulato spese mediche per oltre 200.000 dollari e di non potersi più permettere di comprare i farmaci di cui aveva bisogno.

Il caso di Borders non è unico. A settembre del 2014 tre pompieri di New York che si trovavano a Ground Zero morirono di cancro lo stesso giorno.

"Sono stato ai funerali di 54 pompieri dall'11 settembre," disse a ABC News John Feal, un ex pompiere e fondatore di un'associazione che sostiene i paramedici dell'11 settembre. "52 di loro erano morti di cancro."


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