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'Cosa fai a Capodanno?' doveva essere il primo film italiano sullo scambismo

Cuckold, milf e toyboy, Luca Argentero e Riccardo Scamarcio. Cosa poteva andare storto? Tutto.
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Still dal film.

Diciamolo subito: era piuttosto improbabile riuscire a portare lo scambio di coppia sul maxischermo in un paese che ha toccato l’apice della trasgressione cinematografica con le cosce di Edwige Fenech nei panni di Giovannona, i bollenti spiriti di Laura Antonelli in Malizia e l’onanismo castrato di Alvaro Vitali aka Pierino la Peste.

Così alla fine, Cosa fai a Capodanno?—appena uscito al cinema, e annunciato come il primo film italiano sullo scambismo—altro non è che una commedia nemmeno troppo piccante, un compromesso tra la prurigine e la vergogna che caratterizzano l’approccio squisitamente italiano all’argomento sesso. E, dal lato più tecnico, un ibrido tra spaghetti western e noir in cui è impossibile non cogliere i riferimenti a The Hateful Eight di Quentin Tarantino e a Fargo dei Fratelli Coen.

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La trama del film si sviluppa su un arco temporale di poche ore e copre spazi ristretti perché il film, come Perfetti Sconosciuti (di cui Filippo Bologna, qui regista, era sceneggiatore), si svolge quasi esclusivamente negli interni di una baita di montagna fin troppo simile alla tarantiniana locanda di Minnie. È il pomeriggio del 31 dicembre. Valerio e Marina (Riccardo Scamarcio e Valentina Lodovini) sono in auto. Lui guida, spavaldo e vagamente eccitato, lungo le strade innevate di un’imprecisata località prealpina; lei, perplessa e restia, fa di tutto per smosciare i toni di una conversazione che lascia presagire il genere di serata che la coppia di novelli sposi ha pianificato per l’ultimo dell’anno. Poco più in là Massimo De Lorenzo e Carlo De Ruggeri, già noti come l’autore cane e l’incompreso stagista alla fotografia in Boris, come il duo malassortito degli sbirri del Minnesota dei Coen, sono nel furgoncino della ditta catering per la quale lavorano, impegnati nella consegna di “pesce fresco ad alta quota”: aragoste, ostriche e champagne destinati al cenone. Nel frattempo Mirko e Iole (Luca Argentero e Ilenia Pastorelli) sono già in casa, più o meno pronti ad accogliere gli ospiti a sorpresa della notte hard di San Silvestro.

Al calar delle tenebre, quando la neve ha quasi reso impraticabili le strade e la tempesta solare annunciata via radio dai catastrofisti promette di abbattersi sul globo, li raggiungono Romano e Nancy prima (Alessandro Haber e Vittoria Puccini), e Domitilla e Lorenzo poi (Isabella Ferrari e Ludovico Succio). Da subito capiamo che si tratta di un incontro occasionale tra coppie sconosciute che vogliono passare un Capodanno alternativo, e che ciascuno dei protagonisti si è recato in quel luogo per uno scopo differente; scopi che con il procedere della trama si riveleranno assolutamente inconciliabili tra loro e quanto mai lontani dal presupposto di chiudere l’anno con un’orgia.

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Infatti, se qualcuno leggendone in giro credeva che Cosa fai a Capodanno? sarebbe stato utile a capire cosa accade durante un appuntamento tra coppie scambiste, resterà deluso: per certe cose vale il learning by doing ed è molto più efficace buttarsi in un club privè che cercare ispirazione in una sala cinematografica. Nel film il sesso è l’assente non giustificato e, ad essere onesti, a parte qualche props di scena (dildi, fruste, preservativi alla frutta e lingerie sporcacciona), anche l’erotismo soft-core latita. Lo scambio di coppia è il motore virtuale e pretestuoso dell’intreccio della trama e resta appena accennato nelle intenzioni dei protagonisti.

Tuttavia il film, nella sua castità buonista, presenta alcuni elementi utili a raccontare le dinamiche degli incontri di sesso occasionale che avvengono per mezzo di annunci anonimi e offre una discreta panoramica sul vocabolario e sui codici specifici di questo mondo. I protagonisti si sono rimorchiati su internet rispondendo alla call dei padroni di casa, che hanno messo in piedi un gruppo ben assortito per anagrafica e gusti sessuali: il voyeur di mezz’età, cuckold impotente di consumata esperienza, con compagna dark-emo-vegana; la milf con tendenze bisex e il suo giovane e inesperto toyboy; gli sposi novelli terrorizzati dalla routine del sesso monogamo, e persino il mandingo. C’è chi lo fa per noia, chi per passione; chi è mosso dal senso di colpa e chi è frenato dalla gelosia. Come le maschere della commedia dell’arte, i personaggi archetipici di Cosa fai a Capodanno? sono in parte stereotipo e in parte fedele ritratto dell’italiano medio, di cui incarnano valori, vizi e virtù. E sono praticamente la copia in pellicola degli utenti delle community di dating, che raccolgono un curioso bacino di soggetti animati dal qualunquismo del non-importa-chi-o-come-l’importante-è-scopare.

Considerate le aspettative si poteva essere più audaci, ma, a mio avviso, il film non è un’occasione completamente sprecata. Non è un cinepanettone che riduce il sesso a tette e culi, e con il suo senso del grottesco è malizioso quanto basta per non offendere lo strano senso del pudore nostrano. Abitiamo in un paese (apparentemente) morigerato dove il sesso è quella cosa che si dice ma non si fa, che si legge ma non si racconta, che si scrive ma non sta bene. In una parola si potrebbe dire ipocrita, ma forse siamo semplicemente un popolo che preferisce non sollecitare troppo i bollenti spiriti. Italiani, brava gente. Che promette orge in 16:9 e poi ti nega persino il limone.

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