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Potevamo finalmente ridurre l'IVA sugli assorbenti (e i pannolini), invece niente

Sono passati tre anni dalla prima proposta di Possibile, ma anche gli ultimi emendamenti sulla riduzione dell'Iva si sono persi per strada.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
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Foto di Elisabeth Steger via Flickr.

Ieri la commissione Bilancio della Camera ha bocciato un emendamento, il cui primo firmatario era Francesco Boccia (PD), che per "latte in polvere e liquido per neonati, prodotti alimentari per l'infanzia, pannolini" e soprattutto "assorbenti" chiedeva di portare l'aliquota dell'Iva al 5 percento.

Nel nostro Paese, infatti, i prodotti per l'igiene intima femminile (e quelli per l'infanzia di cui sopra) sono tassati come dei beni di lusso, precisamente al 22 percento. Si tratta di un’aliquota in controtendenza con il percorso intrapreso da diversi stati europei come Francia e Spagna, che negli ultimi anni hanno ridotto la tassazione.

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Come riporta Il Fatto Quotidiano , il motivo dello stop all'emendamento è stato illustrato dal sottosegretario al Lavoro Laura Castelli, secondo cui “le questioni che riguardano la fiscalità chiedono un po’ più di tempo” e non crede “sia in un momento in cui possiamo dire a Bruxelles ‘vogliamo ridurla’ e farci fare un’infrazione. Il governo responsabilmente non se la sente.” Ma c'è di più: un emendamento simile era stato presentato proprio dalla maggioranza, che ha deciso di ritirarlo.

"Si è persa un'occasione straordinaria per dare un segnale di vicinanza alle famiglie e ai problemi della vita quotidiana," ha scritto Boccia su Facebook. "Personalmente continuerò a battermi ininterrottamente su questo tema di civiltà. Pannolini e Assorbenti sono acquisti obbligati e devono costare molto meno." Per il Codacons, invece, "si tratta di una promessa non mantenuta, e di un grave dietrofront su un provvedimento che avrebbe realmente sostenuto milioni di famiglie, aiutando i ceti meno abbienti."

A voler essere esatti, però, c'è ancora un'altra iniziativa del Movimento Cinque Stelle in ballo. Lo scorso 20 settembre, infatti, Pierpaolo Sileri, presidente della Commissione Sanità del Senato e medico di Tor Vergata, ha annunciato la sua proposta di ridurre l’Iva sui beni di igiene intima. Si tratta, come riportava Il Tempo, di un “disegno di legge di due articoli che prevede di passare dall’aliquota Iva ordinaria al 22 percento a quella agevolata al 5 percento, come gli altri presidi medici.”

Quindi la domanda sorge spontanea: gli emendamenti sono stati rimandati per questioni legate a chi si intesterà cosa?

In ogni caso, quello che non viene detto da Sileri nel video in cui presenta l'iniziativa è che la primissima proposta per ridurre l'Iva sui beni d'igiene femminile era già stata avanzata nel 2016 dai deputati Pippo Civati e Beatrice Brignone di Possibile. La proposta—supportata anche da una petizione di Change.org e che aveva come obiettivo la riduzione della tassazione al 4 percento—però non è mai stata discussa.

Evenienza che, a quanto pare, non è detto non possa ripetersi.