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Tea's Tacos

Nokia Blues

Come mandare a puttane intere relazioni con un semplice click.

Ogni volta che sono in Croazia, mia nonna mi dice certe cose. Tipo che non dovrei mettere i tacchi perché gli stilisti sono un gruppo di misogini che vogliono solo torturare le donne. Mi dice di non sposarmi mai perché mio marito mi tradirà e mi attaccherà l'AIDS. Dice anche che i Beatles hanno inventato le orge. E dice che siamo sfortunate. Tutte noi lo siamo! I croati sono tristemente destinati a diventare alcolizzati e depressi, per poi finire la loro miserabile vita in tragedia. Mi mette in guardia dicendo che io sono la prossima. E ha ragione. Sono sfortunata.

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È iniziato tutto in quinta elementare, quando ho avuto la diarrea prima del mio primo concerto dei Backstreet Boys, non potendoci andare. L'estate seguente una ragazza mi ha spinto giù dalle scale perché le avevo detto di non credere negli unicorni (lei era convinta di essere un unicorno, quindi magari non è stato proprio carino dirlo). Cadendo mi sono rotta un braccio e quella ragazza mi ha mandato una torta a casa per chiedermi scusa. Ne ho data un po' al cane dei vicini ed è morto.

Crescendo, la sfortuna è cresciuta con me. Perché non sono diventata una pop star famosa a 16 anni? Per la sfortuna. Perché sono finita a Milano e non a Londra? Ancora sfortuna. Perché sto per laurearmi in fashion design? Perché sono un'idiota! Comunque, vi siete fatti un'idea.

Adesso, la mia sfortuna solitamente si manifesta facendomi perdere delle cose. A parte perdite occasionali di portafogli (il mese scorso), anelli d'oro (settimana scorsa) o dignità (tutti i giorni), mediamente perdo dai cinque ai dieci telefoni ogni anno. Una volta ho perso un Blackberry il giorno stesso in cui l'avevo ricevuto—e l'avevo ricevuto solo perché avevo perso il mio vecchio Blackberry la settimana prima. Questo è più o meno il motivo per cui adesso compro esclusivamente quei tipi di Nokia che solo chi spinge fumo usa. Ma non è questo il punto.

Il punto è che probabilmente questo è il modo speciale in cui l'universo cerca di dirmi di smettere di usare telefoni cellulari perché quando lo faccio, faccio cose terribili. Come chiamare da ubriaca i miei ex-fidanzati mentre loro sono con le loro mogli o mandare i messaggi più imbarazzanti mai scritti nella storia dell'umanità. Chi cazzo ha inventato i messaggi? Mi rovinano la vita giorno dopo giorno.

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Ho conosciuto Fabio la scorsa primavera. Dovevo intervistarlo per una rivista, e siccome sono Molto Professionale ho fatto sì che il nostro incontro fosse accompagnato da litri di alcol. Arrivata l'ora di dividere un taxi eravamo ormai fatti, e al momento di scendere lui si è congedato infilandomi i soldi nel reggiseno. La mattina successiva gli ho scritto via sms a proposito di "infilarli anche nelle mutande."

Abbiamo iniziato scopare, e lui mi piaceva. Ma immagino che non provasse lo stesso nei miei confronti. Rispondeva raramente ai miei messaggi, e solo quando voleva scopare.

"Non capisco," mi lamentavo col mio amico Filip, "ieri sera era dentro al mio culo e ora non può scrivermi neanche una parola!" 
"Smettila di dire cazzate," aveva risposto lui togliendomi il cellulare di mano.

Siamo usciti insieme per mesi, ma solo quando voleva, ovvero non molto spesso. Intanto, mia madre mi consigliava di lasciarlo, Filip di dimenticarlo, e l'indiano che vende le rose di uscire con lui. Ma ero delusa e ho aspettato, e quando finalmente mi ha scritto "Sei libera?" sono corsa a comprarmi un vestito per l'occasione. (#patetica).

Sono arrivata a casa sua in versione super-chic, certa che sarei riuscita a conquistarlo. "Aspetta in cucina, sono su Skype!" mi ha urlato dalla sua stanza. Mi sono seduta al tavolo bianco dell'Ikea facendo attenzione a non sudare o stropicciare i vestiti. Ero tesa. Ho mandato un messaggio a Filip: "Quel bastardo è su Skype e io me ne sto seduta qui. Che testa di cazzo!"

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Ho premuto "INVIA"
E sullo schermo del cellulare è comparsa la scritta, "Invio a: FABIO."

"Fabio?" Sono così stupida? Sì. "Cazzo!"
Ho chiamato Filip. "Ho appena mandato a Fabio un messaggio per te!"
"Cos'hai scritto?"
"Che è una testa di cazzo."
"L'ha visto?"
"Non ancora, è di là."
"Corri."
"Eh?"
"Vattene via da lì!"

Ho riagganciato. Non posso andarmene, ho pensato. Questo vestito l'ho preso per lui! Così gli ho mandato un altro messaggio. "L'ultimo sms che ti ho scritto sarà il titolo di un post su di te." E poi un terzo. “Così tutti sapranno quanto sei cattivo." Ero nel panico. E gli ho scritto ancora. "Ora mangio tutta la tua roba." E ancora. "E rompo tutti i piatti." E poi ancora, sperando che li interpretasse come uno "scherzo", per poi rendermi conto che se l'avesse creduto veramente mi avrebbe preso per un'idiota. Mi è salita la nausea.

"Ehi, perché ci sono venti tuoi messaggi?" Quella notte non mi ha scopata.

E non si è fatto sentire né quella settimana né quella successiva, o quella dopo ancora.

Ma il giorno dopo ho incontrato un altro ragazzo. Era per un nuovo lavoro, le riprese di una serie. Era carino nel modo in cui lo sarebbe un orso, se solo gli orsi avessero i tatuaggi. Durante il "cambio d'abito", sul set, ho fatto in modo che mi vedesse nuda, e usciti dal lavoro mi ha portato a bere e poi a casa sua, dove abbiamo fatto sesso nella doccia e mi ha presentato i suoi gatti.

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Max era diverso. Mandava messaggi in continuazione! E rispondeva ai miei! Mi invitava fuori a cena! Ma non parlavamo granché, e quando lo facevamo, finivamo per litigare. Come quella volta al ristorante in cui ha ammesso di non credere nel Femminismo, e io ho iniziato a piagnucolare e a strillare, o quando mi ha detto che non avrei dovuto truccarmi e io me ne sono andata dal locale lasciandolo solo. O tutte le volte che parlavamo di politica e avrei voluto prenderlo a coltellate. Le sue opinioni mi facevano andare su tutte le furie, eppure sono abituata ai ragazzi che dicono un mucchio di cazzate, quindi mi piaceva, e pensavo che avrebbe potuto "funzionare" (o che io avrei potuto "cambiarlo"). Ma una sera, durante una disputa piuttosto esilarante sul sistema di caste indiano (perché?) se n'è venuto fuori con un "Così non funziona!", al quale ho risposto chiedendo di essere portata a casa. Una volta in macchina mi ha dato della "melodrammatica." Il giorno successivo, ovviamente, ho scritto a mia madre un messaggio:

"Ti ricordi il ragazzo dei gatti? Penso mi abbia scaricata, ieri sera! E poi, dopo tutte le stupidaggini che ha detto, mi ha dato (a ME!) della melodrammatica!"

Ho premuto "INVIA"
E sullo schermo del cellulare è comparsa la scritta, "Invio a: MAX."

Ops. Ciao ciao, sesso post-litigio.

Quando ho raccontato a mia madre l'accaduto mi ha detto che così avrei imparato a non scrivere più brutte cose su nessuno, e che sarebbe stato meglio risparmiare gli insulti per gli incontri faccia a faccia o le telefonate. Ma chi telefona più. Ho chiesto a Filip cosa ne pensasse, e il suo consiglio è stato certamente più efficace. Dovevo inserire un simbolo o una cifra prima del nome del ragazzo, così che in rubrica Max sarebbe comparso come "6MAX" e Fabio come "*FABIO." In quel modo non mi sarei potuta confondere selezionando i loro nomi al posto di "MAMA" e "FILIP." Penso potrebbe funzionare—se mai conoscerò qualcun altro.

Posso anche aver imparato a essere meno una testa di cazzo, ma la mia fortuna non è cambiata. Mi sono appena rotta un'unghia scrivendo questa frase.

Segui Tea su Twitter: @TeaHacic

Settimana scorsa: La settimana dell'autostima