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Musica

Sono andato al Moshi Moshi Nippon Festival

Il festival giapponese Moshi Moshi mi ha un po' inquietato, chissà perché.

Il Moshi Moshi Nippon 2014 è stato un festival durato un solo giorno che si è tenuto a Tokio qualche domenica fa. L'organizzatore dell'evento, l'agenzia Asobi System, si occupa del management e della promozione di molti artisti Harajuku come Kyary Pamyu Pamyu. Il festival vantava decine di DJ e artisti pop distribuiti in tre palchi principali (SPOILER: come headliner c'era ovviamente Kyary Pamyu Pamyu), oltre che ad una doverosa sfilata di moda.

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La Asobi System ha concepito il Moshi Moshi Nippon con l'intento di promuovere in tutto il mondo la cultura Harajuku, ecco perché il biglietto d'ingresso è costato trentacinque dollari per i fan giapponesi ma era totalmente gratuito per gli stranieri. Ma l'aspetto davvero strano della faccenda è stato che i giapponesi sono stati segregati nel secondo e terzo anello, praticamente in piccionaia, mentre agli avventori d'oltreoceano era riservato il parterre sotto il palco.

Un tantino razzista? No di certo, ma sicuramente scorretto e cinico perché mostrare in televisione un pubblico prevalentemente straniero costituisce una notevole strategia pubblicitaria nei confronti dell'audience giapponese. Non dico che alla Asobi non interessi la popolarità estera, ma certamente converrete su quanto poco si possa prendere seriamente il seguente banner in inglese sul proprio sito:

"PIÙ CHE FARE IL BOTTO VOGLIAMO CREARE UN MOVIMENTO.

TUTTI DOVREBBE FAR PARTE DELL'ERA DEL ADESSO TOCCA A TE"

Ad ogni modo, ho raccolto le impressioni sul festival degli avventori stranieri, ma ne parleremo in seguito. All'evento hanno partecipato quindicimila persone di cui tremila provenienti dall'estero, stando agli attendibilissimi dati forniti da Kyary Pamyu Pamyu. Oltre all'impeccabile line up, l'area del festival offriva una miriade di stand in cui modelle Harajuku vendevano abiti o offrivano trattamenti gratuiti di make-up, messa in piega, manicure, pittura facciale eccetera: praticamente se fossi arrivato nudo avrei trovato tutto ciò che serve per potermi definire una vera fashion victim (adesso vomito). Inutile dire che nell'area dedicata ai media la fauna consisteva in giornalisti musicali, fashion blogger e dirette TV dei peggiori varietà mattutini.
Questo evento ha attirato una moltitudine eterogenea di fan composta da vecchiardi sudati, reginette di bellezza, playboy fustacchioni e—attenzione—veri scolari con la divisa, ben in tinta con la circostante massa di rincoglioniti.

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Sono abbastanza certo che questo tizio (Nishimura Hiyokochang) non si vesta così tutti i giorni.

Sempre in tema di scolari, i primi ad esibirsi sul palco principale sono stati i Tempura Kidz, un gruppo di ballerini pre-adolescenti addobbati come delle bomboniere, che hanno anche il privilegio di ballare per Sua Maestà Kyary Pamyu Pamyu.

Le Dempagumi.inc sono un po' più grandicelle ma il loro set è stato come assistere alla guerriglia di bambini che si forma durante una festa di compleanno delle elementari. La loro musica si colloca a metà tra il pop e il rock con continui sbalzi di mood che varia dal felice al felicissimo.

Le Dempagumi.inc non sanno solo cantare, cosa credevate, sanno anche sfilare come delle top model. Ecco una di loro, Ayane "Pinky" Fusaki, che nella foto qui sotto ci propone la sua posa da passerella.

Le sfilate venivano raggruppate per rivista o collezione, alcune di esse erano relativamente "sobrie", mentre altre si inserivano sul classico binario multicolore ed eccentrico che ci si aspetta da una sfilata Harajuku.

Anche i fan hanno dovuto farsi carico del pesante fardello della moda Harajuku. La maggior parte degli stranieri in cui mi sono imbattuto ha dichiarato di dedicare molto tempo e sforzi nel replicare questo stile. Che bello il mondo.

In ogni caso dovrebbe assomigliare ad una cosa del genere…

Ma il vero teatrino di pavoneggiamento si teneva nella zona esterna all'ingresso del festival, dove i DJ suonavano roba electro-pop ad un volume assordante da palchi minuscoli. Questa era l'area in cui i gruppi meno noti spendevano ore in auto-promozione stringendo mani e firmando autografi ai fan. Tipo che se ti compravi qualche cianfrusaglia al bancone dei Predia ti beccavi una bella stretta di mano.

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Questo gruppo, le Luce Twinkle Twink, autografavano teneri pesci rossi gonfiabili che i sostenitori pescavano da una bacinella, secondo il gioco tradizionale "matsuri" (da festa) chiamato "kingyosukui."

Poi mi sono recato all'esibizione live di queste Luce Twinkle Wink, che forse facevano meglio a continuare a firmare pesci rossi gonfiabili. Però guardate come è felice questo cliente.

Di fatto, tutto ciò che ho visto nel palco dedicato agli artisti e al pubblico adulto era tremendo, c'erano gruppi pop di terza categoria sconosciuti che non assisteranno mai neanche alla promozione in seconda. Essendomi abituato ad esibizioni appetibili agli stranieri, mi è sembrato quantomeno bizzarro assistere a una line up a cui non interessava intrattenere un pubblico d'oltreoceano.

Questo gruppo si chiamava Camouflage, presumibilmente perché la sobrietà dei loro indumenti si sarebbe mimetizzata in qualsiasi ambiente.

Nonostante l'atmosfera festosa dell'evento, si percepiva nettamente l'ottica di mero guadagno commerciale legata a molti elementi del festival. Molti spazi pubblicitari sono stati acquistati dalla Live DAM Karaoke, che vantava un gran numero di bancarelle insieme ad altri brand con l'immagine di Kyary Pamyu Pamyu come testimonial, dal dentifricio all'agenzia di collocamento.

L'esibizione della madrina Kyary Pamyu Pamyu è stata strabiliante nonostante abbia eseguito soltanto tre o quattro dei suoi brani, inclusa ovviamente la sua celeberrima "Fashion Monster", una specie di produzione house modellata su una melodia pop, e devo ammettere che sul mega impianto pieno di subwoofer del main stage non suonava affatto male. Ho assistito ad altre due esibizioni di Kyary quest'estate ma in quella del Moshi Moshi Nippon la cantante mi è sembrata molto più a proprio agio.

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Passiamo ora alle opinioni più disparate degli stranieri tra il pubblico.

Max (americano, a destra nella foto): "Posso esprimermi sinceramente? Questa roba è una merda colossale, tutti gli stranieri in questo festival vivono in Giappone e tutti sanno quanto i giapponesi ti considerino un turista fin dal primo giorno in cui atterri all'aeroporto. Ora, la musica in questo festival non è ne meglio né peggio del pop americano, ma è semplicemente il genere meno adatto a un pubblico straniero. Puoi trovare un pubblico eterogeneo di stranieri e giapponesi recandoti al concerto di una delle tantissime band giapponesi che suonano musica super interessante, perciò non ha senso andare ad un festival dove suonano solo pop band senza un minimo di carattere e dove oltretutto gli stranieri sono separati dagli abitanti."

Anthony (francese, al centro): "Sono venuto per Kyary Pamyu Pamyu, è la prima volta che assisto a una sua esibizione in sei mesi che vivo in Giappone. Il resto della musica è piuttosto diverso… in senso positivo, credo. Ci hanno fatto entrare gratis, il che è davvero strano perché i giapponesi hanno dovuto pagare e questo mi fa sentire un po' in colpa. Non mi va di essere segregato in un'area stranieri."

Ashiya (russa): "Sono venuta perché è gratis e ho pensato che potesse essere interessante. Mi piace Kyary ma non ho mai sentito parlare degli altri artisti, è stato divertente anche se mi sono rifiutata di stare nell'area stranieri. Questa è discriminazione, e sarebbe molto più figo se stranieri e giapponesi potessero assistere allo show insieme."

Simon (inglese): "Immagino che sia così perché vogliono promuovere la cultura giapponese in tutto il mondo, però che senso ha allora organizzare un evento simile in Giappone? È ovvio che chi si trova qui conosce già la cultura giapponese."

Undrakh (mongolo. LOL): "Ero contento di entrare gratis e godere di una area dedicata agli stranieri, perché è stata la prima volta in cui ho ricevuto un trattamento speciale qui. Sembrava di essere all'estero."

Ora vi dico la mia, penso che gli organizzatori siano riusciti in qualche maniera ad avvicinare gli stranieri a questo tipo di musica. Molti dei nomi nel line up sono di denominazione inglese e questo, insieme all'entrata gratis, li rende più appetibili a coloro che non parlano giapponese. Ok, l'area di segregazione per stranieri è stata un'idea orribile che ha reso il tutto più sinistro. E poi non c'era da bere, come cazzo si fa ad invitare tremila stranieri e non avere neanche un merdoso bar in cui si servono alcolici? L'organizzazione poteva prevedere un costo extra per gli stranieri che non volevano avere una crisi di nervi a causa di un'esposizione di otto ore ad un festival pop giapponese senza alcool in corpo.

Ma come spettacolo è stato un successo, anche se il prossimo anno ci sarà da aspettarsi qualche altra regola delirante da parte della Asobi System. Ah, non per bullarmi ma ho finalmente incontrato Kyary Pamyu Pamyu in carne ed ossa (più o meno).