FYI.

This story is over 5 years old.

Stuff

Pasolini, Stallone e Babbo Natale: Dreamland ci prova di nuovo

Torna nelle sale Dreamland, il cine-panettone scaduto più buono dell'anno.

Vi ricordate di Ivano De Cristofaro e Sebastiano Sandro Ravagnani? O meglio, vi ricordate del loro film, quello che avrebbe dovuto scrivere “una pagina della storia del cinema italoamericano”? Bene, dopo lo scarno successo della prima uscita di Dreamland, La terra dei sogni, la coppia meno OK del cinema italiano ci riprova, rilanciando la propria Opera Prima nelle sale cinematografiche—tra l'altro con una nuova e ben più modesta logline, ovvero “Una grande storia di vita da regalare a Natale.” Siamo andati alla conferenza stampa tenutasi qualche giorno fa in un locale alla moda di Milano.

Pubblicità

Il privé era ben addobbato di tartine che hanno riscosso parecchio successo, senza dubbio più del film.

Prima che la conferenza iniziasse, ho avuto l’onore di conoscere il regista

Silvano Corelli, che ha tentato invano di rubare a Sebastiano Sandro Ravagnani lo scettro di mio regista di film bellissimi preferito, ma che è riuscito comunque a suscitare in me un sinistro interesse. Il nostro Silvano si ambienta bene con la fauna presente alla conferenza stampa in attesa della venuta di Sebastiano e Ivano. E poi, strana coincidenza, anche il suo nome finisce per "ano"; sarà mica una caratteristica dei grandi registi? In particolare lo vedo interessato a chiacchierare con l’unico attore presente, ovvero Ivan Menga, il cattivo del film. Il Menga che mi fa brutto.

Seguo l’esempio di Silvano e mi avvicino anche io al Menga, il quale mi racconta che, oltre ad interpretare il tabozzo violento che compare totalmente a caso verso la fine di Dreamland, fa anche il cantautore: il suo album, Canzoni Del Menga, uscito nel 2008, vede Ivan dilettarsi a reinterpretare brani di autori importanti per la sua formazione artistica, come Biagio Antonacci, Ron, Vasco e Giusy Ferreri.

Proprio mentre la conversazione si faceva interessante, ecco sopraggiungere i due veri protagonisti, mentre tengono per mano un pinocchietto di legno, come una vera famiglia arcobaleno dopo una gravidanza isterica.

Comincia la conferenza con Sandro, Ivano e Pinocchio.

Pubblicità

La conferenza inizia con un momento tanto esilarante quanto imbarazzante, dato che dovrebbe partire una trionfale proiezione del trailer di Dreamland—l’hanno rifatto, ora è un po’ à la Kubrick—invece il computer si impalla circa dieci volte, e quando finalmente parte, in contemporanea s'accende un aspirapolvere nella stanza a fianco. A seguire, una dissertazione infinita sulla palingenesi dell’opera, in cui i nostri eroi inquadrano il loro film in un protogenere neo-neorealista che non ha bisogno di controfigure o di doppiaggio e che “non bada al fuoco ma alla sostanza, come faceva Pasolini.”

Un dettaglio pasoliniano dal poster di Dreamland.

È ovvio che mi prendo tutti i complimenti quando Ravagnani si rivolge direttamente a me spiegando che VICE (pronunciato all’italoamericana, vì-ce) è l’unica testata che ha riconosciuto in lui il connubio letale Papa+Telegatto+Topolino, aggiungendo che però ci siamo dimenticati di Pertini. Cenere sul capo.

Poi il nostro Sandrone parte con i fuochi d’artificio, parlando del glorioso futuro che lui e Ivano hanno davanti: “Dreamland è una TRILOGIA, stiamo organizzando la seconda puntata in Brasile, Stallone magari ci farà un cameo, doveva farlo anche nel precedente, ma per via degli scandali politici non ha potuto” e “come avrete notato, Ivano si sta facendo crescere i capelli, questo perché è quasi arrivato alla candidatura ufficiale per interpretare Tarzan”.

Pubblicità

A questo punto i due ci raccontano che il secondo capitolo di Dreamland si chiamerà, inaspettatamente, Dreamland, Il giorno dopo e il terzo, a caso, Angel, ma lì il registro andrà sul drammatico, perché la trama tratta della “vita di un bambino che probabilmente non ce la farà."

Ivano dice un sacco di bugie.

Ecco che poi finalmente parlo con quel bel manzo di Ivano, che mi tratta proprio come una principessa, mi fa una dedica bellissima sul suo libro e mi fa sentire per un attimo sventolata da una liana all’altra come fossi la sua Jane, tanto che mi dimentico tutte le domande che avrei voluto porgli e mi limito a porgergli la mano per essere volontariamente umiliata a braccio di ferro.

Ecco immortalato l'attimo in cui i nostri sguardi si incrociano in una scintilla di vero amore.

Ora che sono la fidanzata di Ivano, ci tengo ad informarvi delle prossime date calde per ammirare le sue doti recitative: innanzitutto, in questi giorni, come dicevamo dovrebbe essere uscito nuovamente Dreamland, La Terra Dei Sogni nelle sale cinematografiche vicine a voi, se non ve ne siete accorti guardate meglio; il 24 dicembre invece uscirà il libro di Dreamland (memore del successo editoriale di Cosa Farò Da Grande, Ravagnani sa che può contare sulla carta stampata) e il 7 di gennaio, con tutta probabilità, è prevista l’uscita del DVD Blu-Ray. Sappiate inoltre che in Brasile esiste una versione director’s cut del film in cui la scena di Ivano che pompa duro sui bilancieri in palestra dura più di 20 minuti “perché ai brasiliani piacciono i muscoli.”

Le tettone di Ivano.

Vi lascio con la frase enigmatica pronunciata dal medesimo Sebastiano Sandro Ravagnani per descrivere lui e il suo compagno di marachelle: “Ivano è Titti, io sono Topolino. Titti e Topolino hanno lo stesso scopo nella vita: essere tutto l’anno Pinocchio e Babbo Natale.” Auguri.