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Cultura

Intervista a Karley Sciortino

Essere donne-imprenditrici in un mondo di deviati sessuali: Karley Sciortino, autrice di Slutever, ci spiega come fare.

Una delle prime cose insegnatemi dalla maestra è che abusare del termine "cose" è una delle cose più sbagliate della lingua italiana. Certo, poi avanzando con gli anni impari che le cose non sono solo termini, ma momenti importanti che scandiscono le emozioni e i sentimenti della vita di una donna. Non a caso, quando una ragazza ha il ciclo usa dire "ho le mie cose." 

Anche io ho le mie cose, e ve ne parlerò in questa nuova rubrica. 

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I vantaggi di essere femmina sono talmente tanti che pensare all’affermazione di genere e alle quote rosa certe volte può essere un freno alla miriade di attività piccolo-imprenditoriali che si aprono nell’orizzonte di una signorina dotata di iniziativa.

Ci tengo a puntualizzare che non sto incitando alla prostituzione, mi manderebbero al gabbio. Oltretutto sarebbe troppo elementare intraprendere il solito vecchio mestiere (c’è anche un sacco di concorrenza), e soprattutto troppo faticoso—ricordatevi il mantra fondamentale: ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. La mia teoria è che senza impegnarsi troppo e con la giusta intuizione si possa diventare imprenditrici di se stesse grazie alla semplice logica del riciclo, che poi è pure ecologica.

Quindi, se anche per voi sporcarsi risulta estremamente facile (personalmente, ho un vero talento), come primo passo nel mondo imprenditoriale potreste prendere in considerazione il commercio di indumenti usati su internet. So per certo che molta gente ci guadagna bene: leggende narrano di ragazze che vivono in grandi ville con piscina solo perché invece di usare la lavatrice mettono le mutandine in buste sigillate e le inviano a maschi facoltosi. Mamma, se stai leggendo sappi che il televisore non l’ho comprato così.

Per quanto mi riguarda, questa ambizione affaristica si è sviluppata solo in linea teorica, ovvero non ci ho guadagnato nulla: finora ho solo azzardato qualche timido tentativo di farmi spiegare come funziona questo mondo da signorine che mettono annunci in rete tipo “vendo mutande usate e sporche di mè” (sporche di tè?), “vendo mutande e collant usatissimi con tutto i miei profumi e umori”, più altre inserzioni di alta gamma tra cui una in cui non ho capito perché Marta si vanti di essere “economica ed odorosa.” In ogni caso, nessuna di coloro a cui mi sono rivolta mi ha mai risposto, lasciandomi così totalmente ignorante su questa fetta di mercato.

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Con le pive nel sacco, stavo quasi per mollare il colpo, quando mi è apparsa in sogno come un raggiante deus ex machina la regina degli affari sporchi, colei che è riuscita a farsi pagare l’affitto da un suo schiavo e a farsi comprare un sacco di libri da un altro maschio sottomesso, in cambio di insulti. Questo geniaccio si chiama Karley Sciortino e ha un blog, Slutever, in cui dispensa consigli pratici per la sopravvivenza in un mondo di deviati sessuali.

Mi sono rivolta a lei con l’intenzione di ricavarne spunti preziosi per chiunque abbia una vagina e voglia buttarsi negli affari. E anche se non credo di essere in grado di seguire le sue orme, almeno potrò vantarmi di averla intervistata.

VICE: Ciao Karley. Una cosa che abbiamo in comune, a parte il fatto che ambedue siamo mammiferi umani di sesso femminile, è la questione pipì. Non che io abbia mai pisciato addosso a nessuno, ma ho questo problema che quando mi ubriaco solitamente faccio la pipì in giro. Una volta l’ho fatta in una banca e ciò mi ha portato un po’ di problemi. Qual è il posto più strano in cui hai fatto pipì?
Karley Sciortino: Io piscio in un sacco di posti assurdi. Poco fa, sul mio blog ho scritto di come ho iniziato a guadagnare soldi extra facendo pipì sulla gente—si fanno pisciare in testa, negli occhi, nelle orecchie, in bocca, ovunque! Pare ci sia un numero incredibilmente alto di maschi perversi che pagherebbero soldoni per nuotare nelle nostre urine. Il posto più strano in cui ho pisciato è stato su un signore en travesti. Uno sui 60 vestito con la lingerie di sua moglie morta—reggiseno e mutande di pizzo bianco e un paio di autoreggenti bianche. Se ne stava sdraiato sul suo letto tra queste lenzuola di velluto rosso, e io mi sono accucciata su di lui e gli ho pisciato in bocca. È stato davvero inquietante, anche per i miei standard.

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Ecco. Con tutti questi pervertiti vari che ci sono oggi è stupido che una ragazza non giri la situazione a proprio vantaggio, almeno credo. Ad esempio vendendo mutandine online. Da dove si comincia?
Internet è un ottimo punto di partenza. Vendere vecchi reggiseni e mutande è fico perché non ti devi incontrare con i tuoi clienti nella vita reale. Dovresti entrare nel giro dei forum di feticisti, ad esempio in UK c’è Colarme.com, sono sicura che anche in Italia ce ne saranno di specifici. Puoi creare un profilo come su Facebook e iniziare a sponsorizzare il tuo commercio di mutande. In questo modo sei certa che il pubblico a cui ti rivolgi è sicuramente feticista e realmente interessato all’acquisto, non solo gente arrapata che ti vuole mandare foto del proprio cazzo. Davvero ragazzi, CHE TRISTEZZA! Vogliamo che ci mandiate caramelline a forma di cuoricini e un orsettino peluche, non foto delle vostre erezioni. Bleargh.

Sono d’accordo. Comunque, ho provato a scrivere a queste signorine che sembra lo facciano di professione, le vendi-mutande, per chiedere loro qualche consiglio, ma nessuna ha risposto. Forse hanno timore della competizione? Sono io che sono stata sfortunata o pensi che questo sia il modo di comportarsi delle ragazze quando si tratta di affari?
Ascolta, tutti possono vendere le proprie mutande. L’unico modo per vincere la competizione è essere la migliore a tirare in mezzo i clienti con gli scambi via e-mail o telefono. Prima devi capire cosa interessa a questo ragazzo, chiedergli “Cosa ti eccita?” o “Cosa farai con le mie mutandine quando le avrai?” Questo ti farà capire cosa gli piace e quali sono nello specifico le sue perversioni, dopodiché il gioco è fatto. Se dice che vuole delle mutande sporche e sudacchiate, digli che hai giocato tutto il giorno a calcio. Se parla di fantasie da ufficio tipo capo-segretaria, mandagli una mail raccontando la tua giornata in ufficio, di come abitualmente scappi dal tuo capo per andare a toccarti nei bagni, di come hai sbrodato sul tuo nuovo tanga di pizzo rosso che gli manderai molto presto. È un lavoro di fine psicologia e fantasia, e il tuo compito è di interpretare una parte. È come recitare. Pensa a cosa farebbe Scarlett Johansson. Il problema è che a me le ragazze piacciono, non sono neanche in grado di concepire la competizione femminile. In questo caso secondo te dovrei fare la stronza? È così che si sopravvive in questo mondo crudele?
No! Le ragazze non dovrebbero mai fare le stronze con le altre ragazze! È come quando in Mean Girls Tina Fey dice “Dovete piantarla di chiamarvi puttane e zoccole a vicenda. Questo autorizza i ragazzi a chiamarvi puttane e zoccole.” Ed è vero. Dobbiamo emanciparci dallo stereotipo di stronzette stupidine. Ricordati sempre che siamo donne intelligenti, sexy e potenti e stiamo lavorando per un obiettivo comune: depredare uomini ricchi e patetici con il minor sforzo possibile.

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Hai mai venduto le mutandine tu? Quale tipo sarà il più richiesto sul mercato ora?
Sì, ci ho provato anche io. Ho venduto mutande su Craigslist per 40 dollari al paio. Solo che era abbastanza noioso perché molti ragazzi volevano che gliele consegnassi a mano—"Le voglio fresche” è una richiesta piuttosto frequente—ma non l’ho mai voluto fare perché è pericoloso. Alcune ragazze lo fanno e si fanno pagare anche di più. Io però ti direi di stare attenta. Per quanto riguarda quale tipo di mutandine sia meglio, come ti dicevo prima si tratta di fare una fine indagine psicologica su cosa piace ai tuoi clienti. Consiglio di mettere un po’ di foto in cui non ti si vede in faccia, ma con una vasta varietà di mutandine diverse, così il pervertito ha una grande scelta.

Hai qualche consiglio su come sembrare sexy in foto?
Sai, i maschi sono creature semplici in questo senso, non ci vuole molto per eccitarli. Ai ragazzi piacciono le foto di ragazze a novanta. Oppure che leccano qualcosa. Un’altra cosa che piace ai ragazzi sono le cose bagnate, o forse bagnate solo ogni tanto. Fine della storia. Senti, so che hai avuto un book-slave, uno schiavo che ti comprava i libri. Come sei riuscita a trovare quest’isola del tesoro? Sarebbe delizioso avere qualcuno che mi compra libri e vuole insulti e umiliazioni in cambio, è un po’ il sogno di tutte le ragazze. Sei stata tu a chiedergli i libri o l’idea è stata sua?
È stata una mia idea. Quando ci siamo incontrati per la prima volta (su un forum per feticisti) continuava a offrirsi di “comprarmi cose”, ma ai tempi ero una novellina e mi sentivo in colpa a chiedere cose costose, quindi gli ho mandato una lista di libri che volevo (sai, i libri sono economici, ma non hanno prezzo in termine di saggezza e conoscenza). Poi ho iniziato a chiamarlo Book Bitch, e dopo un po’ i libri sono diventati “la nostra cosa”, quindi siamo andati avanti così.

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Che bomba.
Una volta avevo una coinquilina che mandava le sue calze sporche a un ragazzo, lui si masturbava nelle calze e gliele rimandava, poi lei si fotografava con addosso questi collant sporchi di sborra e gliele rimandava, e così via. Alla fine dello scambio queste calze iniziavano a puzzare VERAMENTE TANTO. Lei ci guadagnava molto bene però. Quindi quello che ti voglio dire è: sii creativa! Io sono stata pagata per soffiarmi il naso in faccia a un tipo, te lo giuro.

Grazie mille Karley!
Ti auguro di raggiungere alte vette, il mondo è tuo!

Clicca qui per vedere Slutever, la serie di Karley Sciortino dedicata a tutta quell'educazione sessuale di cui a scuola non vi hanno mai parlato.

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