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A cosa servono i Bitcoin

Per scoprirlo siamo stati alla conferenza ufficiale della moneta elettronica usata su Silk Road, tra anarchici e fissati con le armi in 3D.

Il Bitcoin è una moneta digitale introdotta nel 2009 da un uomo misterioso—che potrebbe esistere oppure no—conosciuto come "Satoshi Nakamoto”. Da allora è divenuta la valuta preferita per quel genere di siti nefasti (come Silk Road e The Armoury) dove si può comprare di tutto, dai chili di eroina a esplosivi C4, senza doversi preoccupare che la polizia si metta d'intralcio.

I bitcoin vengono utilizzati perché non esiste praticamente alcun modo per rintracciare le transazioni. Non sono regolati da nessuna delle autorità governative, rappresentando così una moneta decentralizzata, libera dalla corruzione capitalista. Il solo problema è che il suo valore cambia imprevedibilmente, e in una notte potreste passare dall'essere milionari a poveracci.

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Consapevoli di tutto questo, lo scorso fine settimana siamo stati alla conferenza ufficiale sulla moneta, tenutasi a Londra, per capire se il Bitcoin abbia un futuro che va oltre il permettere alla gente strana di acquistare armi illegali e grandi quantità di droga su Internet.

Il primo intervento al quale ho partecipato era intitolato “Printing Guns is Humanism”, tenutosi in una grande sala conferenze piena di hacker, programmatori anarchici e altri giornalisti. A parlare era un uomo di nome Cody Wilson. È salito sul palco e ha spiegato come la sua azienda, la Defense Distributed, sia decisa a permettere a chiunque disponga di un computer, una connessione internet e una stampante 3D, di stampare vere e proprie armi col solo click del mouse. Basterebbe scaricare un file da Internet e, in pochi minuti, l'acquirente sarebbe armato e pericoloso.

Una delle armi stampate pubblicizzate da Cody.

Inizialmente Cody ha cercato di ottenere un finanziamento usando Indie Gogo, grazie al quale ha raccolto 1550 euro in 22 giorni. Ma non appena si è fatta menzione delle armi stampabili, la raccolta fondi è stata interrotta e tutto il denaro restituito ai finanziatori. Così, Wilson ha deciso di raccogliere soldi usando i bitcoin. In un mese aveva guadagnato tanti bitcoin del valore di 13.000 euro. Ora sta pianificando l'affare e si chiede se sarà mai possibile vendere armi letali a qualsiasi ragazzino di 11 anni che ha imparato ad usare la stampante di casa.

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Non so se sono io ad essere cinico, ma l'integrità della sua affiliazione al Bitcoin mi sembrava un po' sospetta. A un certo punto ha chiesto "Perché mai dovremmo avere regole per la detenzione di armi?" per poi citare l'economista di Russia Today Max Keiser, che in passato ha definito il Bitcoin "la valuta della resistenza." In altre parole, sembrava che Cody WIlson stesse cercando di ingraziarsi gli appassionati dei bitcoin e degli anarchici per giustificare la sua pericolosa trovata. Forse mi sbaglio, ma dubito che Wilson scambierebbe un milione di dollari con un milione di bitcoin.

Più tardi, tale Juri Matilla ha provato a semplificare i problemi legislativi con cui il Bitcoin potrebbe scontrarsi. Apparentemente, trovare risposta alla domanda "Sono legali i bitcoin?" non è facile, dal momento che si sono estesi a parti della società dove non esiste ancora una legislazione, e ciò rende tutto doppiamente ambiguo. Messa giù in modo semplice, l'invenzione del Bitcoin è ciò che Matilla definisce una "innovazione perturbatrice", ovvero, fondamentalmente, un'evoluzione nella tecnologia/economia che potrebbe sconvolgere le cose in modo così radicale da farci comportare in modo completamente diverso quale società.

Di conseguenza, non abbiamo idea di cosa potrebbe succedere se il Bitcoin si espandesse e diventasse una valuta più convenzionale. Matilla ha affermato che chi sta dietro a tutto questo potrebbe finire in tribunale nel giro di dieci anni, mentre i governi cercano di colmare il vuoto legislativo sull'argomento malgrado il carattere decentralizzato del fenomeno—dopotutto,  il Bitcoin non può essere esente dalle tasse se lo si usa per comprare prodotti tassabili. Di certo Matilla sapeva il fatto suo, ma quello che ho imparato dal suo seminario legale può essere riassunto al meglio con l'ultima frase segnata sul mio bloc-notes: "Se il Bitcoin avesse successo in campo mainstream, futuro = possibile caos."

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Era parecchio strano che quei fanatici del digitale fossero regrediti a una semplice pubblicazione cartacea, ma eccola qui.

Dopo Matilla è arrivato il turno di Birgitta Jónsdóttir, attivista sociale, membro del parlamento islandese e produttrice del video di WikiLeaks Collateral Murder. Secondo la relatrice, i funzionari del Bitcoin dovrebbero iniziare a scrivere le proprie leggi, perché altrimenti saranno banchieri e capitalisti a farlo. Era fermamente convinta delle sue parole e ha suscitato una vera e propria ovazione quando ha affermato a gran voce: "La nostra privacy online è sacra!"

A mio avviso, il suo punto di vista aveva perfettamente senso. Sembrava promuovesse il concetto del pubblico controllo del proprio denaro, ed era ben più di una semplice fan del Bitcoin, a differenza di alcuni dei relatori precedenti.

Ho lasciato uno dei seminari per prendermi da bere (avevano l'acqua gratis! Socialismo FTW!) e mi sono imbattuto in due hacker mascherati che venivano da Berlino; si chiamavano "Smuggler" e "Frank",  e si stavano fumando una sigaretta fuori dall'hotel.

VICE: Ciao! Perché le maschere?
Smuggler: Per sconfiggere la sorveglianza. Londra è piena di telecamere, e non mi va proprio di essere ripreso ovunque vada. Le telecamere potrebbero anche essere tolte di mezzo, ma sono un anarchico e non credo nell'uso del potere contro il volere delle persone, perciò preferisco indossare una maschera.
Frank: Penso che il Grande Fratello sarà presto ovunque e saremo costantemente seguiti da telecamere che identificheranno le nostre facce. È il momento di opporre resistenza.

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E se la polizia vi ferma?
S: Prima di venire qui ho parlato con la polizia e ho chiesto quali fossero le norme, e per loro andava bene così. Sorridevano ed erano un po' diffidenti per quello che avevo intenzione di fare, ma non me l'hanno impedito.

E se qualche sbirro provasse a farvi togliere le maschere? 
Non hanno il potere di farlo, qui nel Regno Unito.

In effetti penso sia più o meno come la questione delle donne che indossano il burqa. È già buono che non siamo in Francia. 
[Ride] Sì, ma da una parte… varrebbe persino la pena essere beccati a indossare il burqa ed essere multati. Che si fottano.

Come hacker e anarchici, cosa vi interessa del Bitcoin?
Frank: È una grande novità dal punto di vista della tecnologia e ci porterebbe maggiore libertà, perché può eludere il tradizionale sistema bancario e permettere trasferimenti in modo molto rapido.

Cosa pensate del fatto che sia la valuta usata in ambienti come Silk Road?
S: Be', Silk Road non ha mai usato la forza contro nessuno. Vende cose illegali e pericolose, ma la gente le troverebbe ugualmente, e Silk Road non attacca nessuno a livello personale, capisci? Se guardi a quello che la guerra del narcotraffico ha fatto alla nostra libertà, puoi ben dire che è una merda. Tutto è fatto per accrescere i profitti dei cartelli. Guarda il Messico. Secondo me, roba come Silk Road dovrebbe avere più peso, perché aiuterebbe a mandar fuori gioco i cartelli.

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Quale crescita auspicate per il Bitcoin?
F: Vorrei che in qualche modo rimpiazzassero le banconote e cose come la Western Union, per privare le banche dei loro profitti. Vorrei vedere scambi fattibili con bitcoin tramite smartphone.

E cosa mi dici di persone come mia nonna, ad esempio, che non usano internet? Finirebbe senza un soldo se subentrassero i bitcoin.
S: Non dico che i Bitcoin debbano diventare l'unica possibilità sul mercato. Si tratterebbe di avere altre opzioni. Io a dire la verità sono un fan del denaro contante. Il Bitcoin garantirebbe più che altro maggiore competitività sul mercato. E trattandosi di un sistema slegato dalle banche, permetterebbe alle popolazioni del Terzo Mondo di investire su quanto possiedono senza farsi sottrarre soldi da altri.

L'idea che il Bitcoin potrebbe aiutare i Paesi del Terzo Mondo ha un senso, ma non mi sono ancora convertito in sostenitore della valuta. In realtà, non riesco a immaginarmi che l'"elite globale" possa permettere che qualcosa così facilmente accessibile distrugga il loro impero di avidità. Sicuramente, se gli psicopatici della finanza sono potenti quanto tutti pensano, in qualche modo faranno sì che i bitcoin diventino illegali, no?

Forse non ci arrivo, ma ciò che mi irrita di più è che molte persone che raccolgono bitcoin poi li vendono per vere banconote, minando così il duro lavoro che gli irriducibili creatori del Bitcoin hanno fatto per la valuta digitale.

Questo potrebbe ritorcermisi contro, ma non riesco a vedere la praticità delle idee sul Bitcoin. Pare che lo stesso Gavin Andersen, uno degli sviluppatori del Bitcoin, abbia detto di non farci grossi investimenti. Questo non significa che non possa diventare una parte integrante degli acquisti online, ma certo il crollo del Nuovo Ordine Mondiale non è dietro l'angolo. Del resto, se possono danneggiare quegli avidi bastardi in qualche modo e nel contempo aiutare noi lavoratori a guadagnare un po' più di controllo sulle nosrte vite, allora ogni bitcoin speso è valso a qualcosa.